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24 Settembre 2024
15:56

Diciannove pappagalli a rischio estinzione sono tornati in libertà nella giungla del Guatemala

I pappagalli dopo essere stati salvati dal traffico illegale sono stati reintrodotti nel loro habitat in Guatemala grazie alle organizzazioni che si occupano della conservazione e della tutela della fauna selvatica.

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Diciannove are scarlatte (Ara macao cyanoptera) sono state liberate nella giungla del Guatemala. Si tratta di pappagalli a rischio di estinzione che sono stati reintrodotti nel loro habitat naturale dopo essere stati tratti in salvo dal traffico illegale di fauna selvatica. All’apertura dei box portati dagli attivisti per i diritti degli animali hanno invaso con i loro colori sgargianti la giungla della Riserva della Biosfera Maya.

Tutti gli esemplari liberati erano vittime del traffico illegale di fauna selvatica. Mentre la maggior parte di loro è nata presso il centro di recupero per animali selvatici di ARCAS da genitori salvati dal commercio illegale, due esemplari sono stati confiscati direttamente dalle autorità. Fernando Martinez, direttore di ARCAS Petén, una delle associazioni che si è occupata del rilascio, ha spiegato che «I due pappagalli confiscati erano tenuti in scatole e destinati al commercio illegale di animali domestici. Essendo arrivati al centro di recupero ancora giovani, hanno avuto l’opportunità di unirsi al resto del gruppo e tornare nell’habitat da cui erano stati prelevati».

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Anche se l’ara scarlatta è attualmente classificata come “a rischio minimo di estinzione” dall’Unione Internazionale per la Conservazione della Natura, diversi paesi dell’America centrale e meridionale l’hanno inclusa nell’elenco delle specie in grave pericolo. I ricercatori stimano che in Guatemala rimangano tra i 150 e i 200 esemplari di ara scarlatta, dove sono classificati come minacciati.

La sottospecie settentrionale è considerata in pericolo di estinzione in Messico, Belize, Costa Rica e Panama; è classificata come a rischio in Honduras, ed è protetta dalla cattura in Nicaragua. La perdita di habitat nella foresta pluviale e le catture legate al commercio illegale di animali domestici esotici rappresentano le principali minacce per questa specie. Strappati dai loro nidi in natura, questi pappagalli possono essere venduti per centinaia di dollari in diversi paesi di tutto il mondo, inclusi gli Stati Uniti, dove il Fish & Wildlife Service li annovera fra le specie minacciate.

Il rilascio di questi uccelli tanto colorati, quanto minacciati, è stato il risultato di un lavoro congiunto di organizzazioni non governative e senza scopo di lucro, Asociación Rescate y Conservación de Vida Silvestre (ARCAS) e Humane Society International/Latin America, con il supporto della Fondazione Luis Von Ahn, di Defensores de la Naturaleza, e del Consiglio Nazionale delle Aree Protette (CONAP).

Qui come in altri luoghi del mondo il lavoro delle ong di tutela animale e ambientale è di fondamentale importanza per garantire il ripristino degli habitat e della fauna, come ha ricordato Andrea Borel, direttrice esecutiva di HSI/Latin America: «Attraverso il nostro processo di riabilitazione, tutti e diciannove i giovani uccelli hanno acquisito le abilità necessarie per vivere in libertà e contribuire all’espansione della popolazione di are selvatiche nella Riserva della Biosfera Maya. Il traffico illegale di fauna selvatica in Guatemala rappresenta una grave minaccia per le specie in pericolo come le are, perché i trafficanti prelevano i pulli dai loro nidi per venderli come animali domestici. Una simile operazione attribuisce un prezzo a queste specie, portando a un declino insostenibile della popolazione. Oltre alle ulteriori minacce derivanti dalla perdita di habitat, questa attività illegale causa sofferenza e stress agli uccelli che vengono sottratti alla natura e contrabbandati per lunghe distanze per essere venduti sul mercato nero come animali domestici. È per questo che, dal 2007, HSI/Latin America lavora con il nostro partner locale, ARCAS, per la protezione e la conservazione della fauna selvatica in Guatemala».

Giornalista per formazione e attivista per indole. Lavoro da sempre nella comunicazione digitale con incursioni nel mondo della carta stampata, dove mi sono occupata regolarmente di salute ambientale e innovazione. Leggo molto, possibilmente all’aria aperta, e appena posso mi cimento in percorsi di trekking nella natura. Nella filosofia di Kodami ho ritrovato i miei valori e un approccio consapevole ma agile ai problemi del mondo.
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