«Quando abbiamo descritto per la prima volta la specie abbiamo deciso di dargli il nome scientifico Conolophus marthae, in onore di mia figlia Martha, scomparsa prematuramente per colpa di un errore medico». Così Gabriele Gentile, professore di zoologia dell’Università di Roma Tor Vergata, spiega a Kodami l'origine del nome di una specie scoperta per la prima volta negli anni 80. Il loro stato di conservazione è talmente precario che persino Leonardo DiCaprio ha recentemente pubblicato un post per sensibilizzare sulla loro condizione.
«La specie si trova soltanto su una remota isola vulcanica nelle Galápagos, più precisamente sul versante settentrionale del vulcano Wolf dell'isola Isabela che nessuno prima di quegli anni aveva esplorato per bene – continua Gabriele Gentile – Inoltre la popolazione è veramente molto ridotta per cui la possibilità di vedere individui di questa specie è molto molto bassa. I pochi avvistamenti fatti prima degli anni 80 descrivono una strana iguana che sembrava "uno scherzo della natura", ma nessuno fino al nostro arrivo ha pensato potesse essere una nuova specie».
Così il professor Gentile descrive una scoperta che ci riporta indietro di quasi 200 anni. Proprio come intrepidi naturalisti saliti a bordo del brigantino Beagle insieme a Charles Darwin, anche noi possiamo rivivere il brivido di incontrare una nuova specie mai descritta prima d'ora. «Il progetto di ricerca su questi rettili nasce nel 2003 – spiega lo zoologo – Io mi occupo di iguane terrestri da oltre 20 anni e mentre studiavamo la conservazione e l'evoluzione delle iguane delle Galápagos ci siamo imbattuti in questa specie».
Cos'è l'iguana rosa?
Nel 2005 Gentile e il suo team hanno fatto il primo viaggio per indagare meglio sulla presenza del rettile collezionando 4 campioni di DNA di iguana. Dall'analisi genetica gli scienziati hanno capito immediatamente che si trattava di una nuova specie e l'anno successivo hanno organizzato una nuova spedizione per avere maggiori informazioni su di loro: l'unico modo per scoprire se avevano comportamenti e tratti morfologici diversi dalle altre specie era osservare per lungo tempo il loro comportamento in natura e solo nel 2009 la specie è stata ufficialmente descritta.
Quasi tutte le immagini dell'animale la raffigurano mentre si crogiola al sole, caratteristico comportamento chiamato "basking" tipico di molti rettili in cui cercano di riscaldarsi per aumentare il proprio metabolismo tramite la luce solare. La loro caratteristica principale, però, è sicuramente il colore rosa, unico nel suo genere, proprio come racconta Gentile: «Grazie al DNA raccolto stiamo interrogando i geni della specie per scoprire la base genetica degli adattamenti che presenta l'animale. Come mai il suo colore è rosa? E siamo sicuri che essere rosa a quelle latitudini sia un vantaggio? Ad oggi ancora non abbiamo risposte a queste domande. In ogni caso il DNA ci ha rivelato la storia demografica della specie e la sua relazione di parentela con le altre specie».
Il professore spiega che osservare l'animale da un punto di vista filogenetico significa guardare le pagine intermedie di un libro. Conosciamo, infatti, gli antenati di questo animale, ovvero le prime pagine che descrivono la storia evolutiva delle iguane, e sappiamo anche quali sono le pagine finali scritte dalle attuali iguane marine. L'iguana rosa possiede caratteristiche intermedie fra le due specie, fornendoci quindi più informazioni per colmare quelle pagine vuote nel mezzo del libro.
«Ecco perché conservare questa specie è fondamentale – spiega ancora l'esperto – La specie ha dato testimonianza di un processo di evoluzione largamente ignorato. Una rarità che persino Sir David Attenborough in un documentario ha definito questa specie preziosa come il Penny Black, il primo francobollo emesso al mondo. Ci siamo subito resi conto cha andava inserita nella lista rossa delle specie minacciate dell'Unione Internazionale per la Conservazione della Natura (IUCN)».
Il futuro dell'iguana rosa e il supporto di Leonardo DiCaprio
La prima cosa da fare era chiarificare le fonti di rischio per la specie, così è nato l'attuale progetto di conservazione dell'iguana rosa di cui ha parlato anche recentemente Leonardo DiCaprio su i suoi social. «Il progetto ha base all'Università di Tor Vergata – afferma il professore – Ma sono coinvolti anche tanti enti di ricerca importanti come il San Diego Zoo Wildlife Alliance, il Parco Nazionale Galapagos e la IUCN stessa. Un progetto di carattere internazionale di ampio respiro che affronta la conservazione dell'iguana rosa sotto diversi punti di vista. Ad esempio cerchiamo di approfondire aspetti che riguardano l'ecologia e la riproduzione, informazioni utili per garantire un maggiore successo delle nostre azioni di conservazione».
Fra le minacce che gravano sulla sopravvivenza di questa specie, ad esempio, c'è l'introduzione del gatto sull'isola da parte dell'uomo. Il felino rinselvatichendosi può predare le giovani iguane decimandone la già esigua popolazione. Per questo motivo è fondamentale per i ricercatori capire dove nidifica e proteggere i piccoli studiando, in particolare, come l'animale usa l'ambiente.
«Una cosa del genere non è un compito facile – commenta Gentile – La logistica impedisce di condurre lunghe spedizioni sull'isola e per questo motivo abbiamo creato dei dispositivi GPS in collaborazione con il dipartimento di ingegneria elettronica in grado di registrare gli spostamenti degli animali senza creargli disturbo. Abbiamo comunicato i dati Parco Nazionale Galapagos e grazie al lavoro combinato con i loro operatori si è riusciti per la prima volta a vedere i piccoli».
Le iguane rosa, dunque, non rappresentano solo la speranza dei ricercatori di non far estinguere una specie, ma sono sinonimo di come dovrebbe essere a tutti gli effetti un progetto di conservazione da manuale: un connubio di sforzi fra esperti internazionali che tramite un attento studio delle caratteristiche ecologiche di un animale riescono a mettere in atto azioni di conservazioni efficaci. «Nel 2021 in un incontro comune con gli esperti del Parco e altri specialisti sono stati tracciati i prossimi passi per proteggere la specie – conclude Gentile – È stato quindi redatto un documento sotto l'egida della IUCN dove si descrive come, ad esempio, in questi ultimi mesi stiamo affrontando il problema della predazione dei gatti».