Un incontro tanto atteso a distanza di più di un anno dall’arresto, la storia commovente di un pur temporaneo ricongiungimento e le polemiche sollevate da un’associazione. A far parlare di sé è stata un’iniziativa promossa dalla Casa Cirocondariale di Lecce che ha visto protagonista un detenuto e il suo vecchio compagno a quattro zampe Zair. La direzione del carcere ha infatti consentito che l’uomo potesse rivedere il cane con cui viveva prima dell'arresto, considerato anche che durante il periodo di detenzione la persona non aveva ricevuto visite da nessuno.
«È stato emozionante per lui e per tutto il personale del carcere che si è impegnato affinché il desiderio di questo detenuto potesse realizzarsi – ha raccontato Maria Teresa Susca, direttrice del Carcere di Lecce – Sebbene sia stato complicato è un'esperienza che si può ripetere. Voglio precisare, però, che si è trattato di un evento eccezionale. È stata la prima richiesta che ho ricevuto da quando sono a Lecce, da un anno e mezzo. È chiaro però che, trattandosi di momenti che richiedono un'organizzazione ampia, va tutto valutato».
L’iniziativa ha raccolto tantissimi apprezzamenti per il suo valore emotivo, sebbene non siano mancate alcune polemiche, sollevate dall’associazione Verdi Ambiente e Società. La responsabile del circolo di Lecce Maria Teresa Corsi nel giugno del 2022 aveva ricevuto dai Carabinieri di Galatone in affidamento l’animale, un pastore belga regolarmente microchippato e intestato al detenuto. Tempo neanche un mese e altre persone avevano provveduto a far adottare il cane, occupandosi anche della registrazione della cessione all’anagrafe canina autorizzata dal carcere dallo stesso detenuto. La volontaria si era limitata così a cedere fisicamente l’animale al nuovo intestatario senza però essere stata coinvolta nella individuazione di questa nuova famiglia.
In quegli stessi giorni del 2022 l’associazione, attraverso il suo Presidente Stefano Zuppello, aveva già provato ad avviare un’interlocuzione con la direzione della casa circondariale proprio per permettere l’incontro tra il detenuto e Zair. Una richiesta che sul momento non aveva trovato riscontro ma che a distanza di un anno è stata poi realizzata, a prescindere dal contributo dell'associazione, con stupore da parte dei volontari che a suo tempo l’avevano proposta. Ecco, così, che Verde Società e Ambiente ha deciso di scrivere una nuova lettera alla direzione: «Abbiamo appreso con sorpresa che il progetto che avevamo proposto è stato realizzato – scrivono Zuppello e Corsi – siamo chiaramente felici che il progetto abbia visto la luce. Tuttavia ci dispiace di non essere stati né informati né menzionati. Ad ogni modo vorremmo che tutto ciò possa riguardare non un solo detenuto, ma possa essere eventualmente replicato. Vorremmo che animali domestici conviventi nel nucleo familiare del detenuto possano avere la possibilità di far visita alle persone in stato di reclusione. Speravamo potesse essere un esperimento che facesse da apripista per altre case circondariali».
Abbiamo chiesto chiarimenti alla direttrice del Carcere di Lecce Maria Teresa Susca che ha spiegato che verificherà nel dettaglio tutte le questioni sollevate dall’associazione: «Vogliamo evitare le polemiche – ha riferito a Kodami – ho autorizzato l’incontro con il detenuto purché l’animale fosse in regola con tutte le vaccinazioni. Non c'è stata un'estromissione dell'associazione in questione. Il detenuto aveva espresso sin da subito questa richiesta. Quando si è presentata l'occasione abbiamo cercato di organizzare il tutto. Noi siamo disponibili a incontrare di nuovo l'associazione per capire in quali termini si possano ripetere iniziative di questo tipo, sempre considerando la particolarità del contesto». Sulle altre questioni ha assicurato di volerci fornire tutti i chiarimenti necessari per dissipare ogni dubbio su un’iniziativa sicuramente encomiabile e, se possibile, da replicare. Del resto le iniziative che vedono coinvolti gli animali nelle carceri si stanno moltiplicando, a conferma dell'importanza di un rapporto uomo-animale sano anche in una situazione di costrizione quale può essere quella vissuta in un carcere.