I delfini sono stati protagonisti di diversi film e prodotti pensati per i bambini. Molte persone sono cresciute credendo che questi animali siano fra le creature più simpatiche e pacifiche presenti in natura. Basta pensare, per esempio, alla saga di Flipper o allo spot delle caramelle con quel "Delfino curioso!" entrato nella testa di tanti per capire come questi animali siano nell'immaginario collettivo visti come dei giocherelloni e compagni di nuoto.
Immaginate dunque come devono essersi sentiti invece diversi bagnanti giapponesi che, in una tranquillo pomeriggio di metà luglio, sono stati attaccati da una famiglia di tursiopi nella spiaggia di Suishohama, nella prefettura di Fukui.
Come è possibile vedere dalle riprese diffuse su Twitter dalle stesse vittime dell'aggressione, questi animali hanno cercato in realtà di difendersi dall'arrivo in massa dei bagnanti, provando ad allontanarli dalla costa e mordendo anche i salvagenti. Ancora non sono chiare le ragioni che hanno spinto i mammiferi marini a comportarsi così, ma le vittime ufficiali sono almeno 4 persone che sono state condotte in ospedale. Un uomo di circa 60 anni ha subito anche la frattura completa delle costole, delle mani e delle clavicole dopo essere stato speronato ad alta velocità dai cetacei. L'uomo fortunatamente è fuori pericolo grazie all'arrivo di alcuni soccorritori in motoscooter.
Non è il primo caso in cui i delfini hanno aggredito i bagnanti in Giappone. I poliziotti locali hanno infatti dichiarato che quanto successo a Suishohama è il sesto caso di aggressione dall'inizio della stagione balneare e che altri episodi sono stati registrati in tutto il mondo.
In questo caso come in molti altri, però, la responsabilità ricade non sugli animali selvatici ma sulla nostra specie. La teoria principale sostenuta dai biologi è infatti che i delfini, per via dell'eccessiva presenza umana lungo le coste, hanno perso il timore nei nostri confronti e che l'arrivo in massa di quelli che vengono considerati degli invasori – ovvero i bagnanti che accorrono con l'arrivo dell'estate – li spinga ad attuare una strategia di mobbing per difendersi e tutelare soprattutto i piccoli.
Durante questa stagione dell'anno, infatti, diverse famiglie di delfini si avvicinano alla costa giapponese per rilassarsi, dopo le lunghe migrazioni che le hanno guidate lungo il Pacifico e la costa del Mar cinese meridionale, con la conseguenza che gli animali possano essere particolarmente territoriali e suscettibili qualora abbiano dei piccoli appena nati al seguito.
Un altro problema che potrebbe provocare gli attacchi è l'uso di salvagenti che riportano le forme di altri delfini o di altri animali marini, come gli squali. Vedendo nei salvagenti sagome riconducibili a queste creature, i delfini attaccherebbero preventivamente gli esseri umani. Questa teoria, molto in voga fra i commenti di Twitter, non può essere considerata valida però per il caso di Suishohama, visto che i salvagenti attaccati dai delfini avevano classiche forme a ciambella.
Gli scienziati consigliano comunque di non interagire direttamente con i delfini che è possibile trovare vicino le spiagge. Soprattutto i tursiopi trovano nuotare in compagnia degli esseri umani una esperienza molto umiliante e stressante e per questo possono essere indotti a mutare i loro atteggiamenti, passando da "amici di giochi" a predatori.