Decapita un piccione a mani nude e si fa riprendere dagli amici che hanno diffuso le immagini prima sulle chat e poi sui social. È successo a Rieti, nel Lazio.
Nel video si vede chiaramente un giovane con un giaccone blu estrarre un piccione dal suo zaino mentre altri lo incitano a sbrigarsi: «Dai dai, perdiamo tempo». In maniera evidentemente agitata, e quasi euforica, il ragazzo "impugna" il volatile per le zampe, tenendogli ferme le ali per impedirgli di scappare, per poi chiedere agli amici: «Così?». Chi sta dietro lo smartphone con una risata lo spinge a continuare. A questo punto il giovane sbatte con forza il piccione sulla balaustra di metallo del ponte, come se l'animale fosse una clava o un martello.
Il video si chiude con il grido entusiasta del giovane e del suo gruppo mentre la testa del piccione, ormai decapitato, cade nel fiume Velino. Kodami ha scelto di non mostrare il video perché nulla aggiunge rispetto a quanto scritto e per non contribuire alla diffusione di scene di violenza.
Dalle piattaforme di messaggistica in breve tempo le immagini sono approdate sui social dove hanno destato l'attenzione della pagina "Stop bullismo e baby gang", e dove è stato condiviso più e più volte nel tentativo di portare l'episodio all'attenzione della amministrazione pubblica e delle Forze dell'ordine.
Dopo le ripetute sollecitazioni arrivate dalla comunità rietina, oggi è intervenuto anche il sindaco di Rieti, Daniele Sinibaldi. Il Primo cittadino ha condannato il gesto violento e fatto sapere di aver individuato l'autore del reato che è stato anche denunciato: «In questi giorni sta circolando in rete un video in cui si assiste a un vergognoso atto di violenza nei confronti di un animale avvenuto nella nostra Città. Nell’esprimere la mia personale e forte condanna, informo i tanti che ci stanno chiedendo aggiornamenti circa l’accaduto che la Polizia Locale del Comune di Rieti ha individuato l'autore del gesto, a poche ore dalla diffusione del video sui social network. Lo stesso è stato, di conseguenza, deferito all'Autorita Giudiziaria».
Come segnalato dalla Lav nell'ultimo Rapporto Zoomafia, l'uccisione di animali è il reato in danno degli animali maggiormente attenzionato dalle procure italiane. «Quest'anno abbiamo 26 procedimenti aperti ogni giorno per reati contro gli animali, nel 2021 erano 25 – aveva spiegato a Kodami il criminologo e autore del dossier Ciro Troiano – Ciò indica la stabilità nel tempo di questi atti criminali, come se ormai rientrassero nel rapporto consueto della relazione con gli animali. Dovremmo interrogarci sul perché in un anno non vi sono stati mutamenti sotto al profilo della prevenzione di questi crimini».
A sconvolgere è anche la giovane età delle persone coinvolte nel crimine. Come nel caso del gruppo di giovanissimi, alcuni avevano meno di 18 anni, che si sono ripresi mentre aggredivano un gatto a Polistena. Se la percentuale di reati commessi da adulti contro gli animali resta stabile, quelli perpetrati da minorenni ha visto un incremento del 45%. Una spia importante di pericolosità sociale nella Gen Z.
Esiste, infatti, una complessa relazione tra maltrattamento animale e pericolosità sociale. Tale correlazione potrebbe non sembrare tanto logica o automatica ma l’evidenza di tale legame è sorprendente ed è riconosciuta dalla comunità scientifica e dai dati statistici sulla popolazione. Ma è anche una consapevolezza che fa parte del sentire comune, come emerge da moltissimi commenti pubblicati in queste ore a corredo del video incriminato: Tra i tanti commenti al post del sindaco: «Vanno puniti subito altrimenti lo rifaranno e per dissuadere anche chi potrebbe farlo. La prossima volta potrebbe essere un cane, un gatto, un bambino, un anziano… Non c'è limite quando si comincia a fare del male». E ancora: «Un ragazzo che è capace di un gesto così atroce verso un animale indifeso potrebbe fare del male a chiunque. È un soggetto pericoloso».