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5 Marzo 2024
20:00

«Ddl Ammazza-orsi è strumento di propaganda»: la denuncia del consigliere trentino

Il ddl n. 11, meglio noto come ddl Ammazza-orsi è stato approvato definitivamente dal Consiglio della Provincia Autonoma di Trento. Poche le voci contrarie che hanno denunciato il valore politico e propagandistico della nuova legge.

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Intervista a Filippo Degasperi
Consigliere della Provincia Autonoma di Trento, ha votato contro il ddl "Ammazza-orsi"
orso bruno

Il ddl n. 11, meglio noto come ddl Ammazza-orsi è stato approvato definitivamente dal Consiglio della Provincia Autonoma di Trento. È stato l'ultimo, definitivo, atto di un percorso lampo appoggiato da gran parte dei consiglieri: 19 hanno espresso voto favorevole, e 11 si sono astenuti.

Le uniche voci fuori dal coro sono state quelle di Filippo Degasperi (Onda) e Lucia Coppola (Verdi – Sinistra), che hanno votato in senso contrario. Appartengono proprio a Degasperi gli unici due emendamenti approvati nel corso della discussione di voto, uno di questi riguarda la costituzione di un tavolo di lavoro sui grandi carnivori, un tentativo di «dare voce a chi è rimasto a tagliato fuori dal confronto, come tecnici ed esperti, e anche le associazioni», spiega Degasperi a Kodami.

«Le soluzioni possono emerge solo dal confronto, e la maggioranza lo ha sempre evitato, anche se con molta ipocrisia si è tentato di fare credere il contrario», è la dura accusa mossa dal rappresentante della lista civica Onda – Adesso vedremo come la giunta interpreterà il lavoro del tavolo».

Il secondo emendamento presentato e approvato riserva al riserva al solo Corpo Forestale gli abbattimenti degli orsi problematici: «Alcuni consiglieri avevano proposto addirittura di mettere una taglia sugli orsi. Qualcuno, sia del Centrodestra che del Centrosinistra, voleva liberalizzare la caccia all'orso», confida Degasperi.

Il ddl è stato presentato dai suoi promotori come un momento storico per la gestione dell'orso nella regione, lo ha fatto il presidente della Provincia, Maurizio Fugatti, che sulle sue pagine ieri ha scritto: «Come avevamo promesso ieri sera, in consiglio provinciale, abbiamo approvato la legge che prevede l'abbattimento di 8 orsi pericolosi all'anno in Trentino per i prossimi tre anni». In realtà, la legge prevede di abbattere «massimo di otto esemplari all'anno» ritenuti problematici, non si tratta quindi di una quota da raggiungere, ma di un limite oltre il quale non andare. Inoltre, non è detto che resti di 8 orsi anche negli anni seguenti: questo è il numero oltre cui non eccedere stimato dall'Ispra per non compromettere la popolazione di plantigradi. Se i prossimi censimenti dovessero evidenziare un calo demografico significativo, ad esempio, la soglia potrebbe essere anche abbassata.

La mattanza, secondo Degasperi, è ben diversa quindi da ciò che la legge permetterà di fare: «Il Presidente della Provincia aveva già la facoltà di abbattere gli orsi, e Fugatti lo ha fatto per abbattere M90, usando gli strumenti messi a disposizione dal Pacobace (Piano d’azione per la conservazione dell’orso bruno nelle Alpi centro-orientali). Questa legge è utile soprattutto alla propaganda di Fugatti, è pensata per chi si aspetta la mattanza degli orsi. D'altronde, soluzioni che non prevedano gli abbattimenti non vengono neanche prese in considerazione dalla maggioranza stessa».

Il valore della nuova norma è quindi molto politico, una sorta di bandiera da sventolare in opposizione all'esigua minoranza e alle associazioni che chiedono una politica di gestione più razionale, basata sulla prevenzione e non su una gestione cruenta che spesso si rivela inutile perché tardiva, come insegna la storia recente delle valli trentine.

Gli orsi hanno un ruolo centrale nella comunicazione di Fugatti solo a partire dall'aprile dell'anno scorso, quando l'orsa JJ4, mentre era in compagnia dei suoi cuccioli, uccise il 26enne Andrea Papi. Da quel momento, il Presidente ha iniziato una serrata campagna anti-orso: durante il Comitato per l'ordine pubblico e la sicurezza che si è tenuto due giorni dopo la morte del giovane, Fugatti aveva dichiarato: «Per troppo tempo ci si è preoccupati del benessere degli orsi, dimenticandosi delle comunità che vivono con gli orsi».

Ma a dimenticarsi di quelle comunità sarebbe stato proprio lui, e i due cuccioli che accompagnavano JJ4 nei boschi sopra l'abitato di Caldes ne sarebbero la prova: l'orsa infatti nel 2020 si era già resa protagonista di un'aggressione ai danni di due persone, e proprio allo scopo di difendere i cuccioli nati quell'anno, come attesta il Rapporto Grandi Carnivori stilato proprio dalla Provincia. A seguito di quell'episodio, l'Ispra aveva suggerito «una intensificazione del monitoraggio dell’animale» e ritenuto «accettabile  l’intervento a carattere sperimentale di sterilizzazione e re-immissione in natura di JJ4». L'orsa però, evidentemente, non è stata mai sterilizzata.

«Fugatti è alla guida del Trentino da 2018 e non ha adottato atti che riguardassero gli orsi, esclusa la captivaione di M49 [noto come Papillon n.d.r.], scappato 2 volte dal Casteller – ricorda Degasperi – Questo dimostra l'approssimazione con cui sono state gestite le vicende degli orsi. E adesso siamo arrivati al paradosso che chi non ha fatto nulla per gestirli è stato votato da chi voleva maggiore attenzione sugli orsi».

Giornalista per formazione e attivista per indole. Lavoro da sempre nella comunicazione digitale con incursioni nel mondo della carta stampata, dove mi sono occupata regolarmente di salute ambientale e innovazione. Leggo molto, possibilmente all’aria aperta, e appena posso mi cimento in percorsi di trekking nella natura. Nella filosofia di Kodami ho ritrovato i miei valori e un approccio consapevole ma agile ai problemi del mondo.
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