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4 Settembre 2024
9:00

Davvero cani e umani possono comunicare usando la tecnologia?

Le soundboard sono pulsantiere che permetterebbero a noi umani di comunicare con Fido, si sono diffuse dopo alcuni video virali sui social ed hanno attirato la curiosità dei ricercatori. Gli studi dimostrano, infatti, che sono strumenti validi per la comunicazione interspecie.

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Oggi si parla di uso dell’Intelligenza Artificiale per arrivare a comunicare con gli animali, non solo con i cani. Ma da tempo gli esseri umani stanno sfruttando la tecnologia per riuscire a comprendere e farsi comprendere dalle altre specie, in particolare dal “migliore amico dell’uomo”. Del resto quanti di noi usano dire, rivolgendosi al proprio compagno canino, “gli manca solo la parola?”.

Premesso che i cani, a nostra differenza, hanno sviluppato doti cognitive eccezionali per capire noi e che attraverso il loro modo di comunicare, se lo si approfondisce e studia, fanno di tutto per farsi comprendere, la scienza sta scavando sempre più a fondo nella mente del cane e a suo vantaggio, appunto, utilizza anche la tecnologia.

In particolare negli ultimi anni tra gli strumenti più noti, complici anche molti video che girano sulle piattaforme social, ci sono le cosiddette “push-button soundboard”. Si tratta di pulsanti che il cane deve premere e che sono associati a specifiche parole che Fido deve usare per collegarle a ciò che intende dire all’umano di riferimento.

Su Kodami abbiamo intervistato l’autore principale del primo studio che ha generato tanta curiosità da indurre persone comuni a comprare questi oggetti e provarli con i loro cani, Federico Rossano, direttore del Comparative Cognition Laboratory dell’Università della California di San Diego e responsabile proprio dello studio scientifico “They can talk” ("Possono parlare").

Ora, però, ci sono delle novità perché è appena stato pubblicato un nuovo lavoro scientifico, a firma sempre dello stesso ricercatore, che aggiunge importanti risultati e conferma che i cani hanno capacità cognitive tali da riuscire a utilizzare le soundboard per comunicare con noi, riducendo ulteriormente i dubbi sollevati da parte della comunità scientifica.

Cosa sono le soundboard per cani?

Il termine che viene utilizzato dai ricercatori che utilizzano strumenti tecnologici per comprendere il sistema cognitivo del cane e in generale l’universo canino è “dispositivi di Comunicazione Aumentata Interspecie” (IAC – Augmentative Interspecies Communication). Le soundboard sono tastiere sonore, ovvero dei tappeti su cui sono montati diversi bottoni che una volta premuti emettono un suono corrispondente a una parola. Il cane che ha reso famoso l’utilizzo dei “bottoni parlanti” è Bunny, uno Sheepadoodle (incrocio tra un cane da pastore e un Barbone) di tre anni che è stata la protagonista del primo studio del Comparative Cognition Laboratory da cui hanno preso spunto poi tantissime persone in tutto il mondo per replicare gli esperimenti con i loro cani e che ha anche un "suo" canale su YouTube.

In questo video a seguire, che abbiamo scelto come esempio tra i tanti pubblicati, Bunny attraverso la pressione dei bottoni comunica alla sua umana di riferimento di avere dolore alla zampa perché un corpo estraneo, una spina, le è rimasta tra le dita:

In commercio se ne vendono di diversi tipi e il numero di bottoni varia: quella che utilizza Bunny, ad esempio, ha ben 70 bottoni che una volta premuti emettono ognuno il suono di una parola. Ad ogni bottone dunque corrisponde una parola, ad esempio “pappa”, “andiamo a fare un giro”, “giochiamo” e così via.

La maggior parte di questi dispositivi hanno pulsanti che, quando premuti, producono parole pre registrate con la voce dell’umano di riferimento. Nello studio appena pubblicato, in particolare, si sottolinea che la maggior parte delle persone ha dichiarato di aver adottato come tecnica di insegnamento quella che scientificamente viene chiamata “modellazione”. Si mostra al cane ripetutamente le azioni associate a ciascun pulsante finché l'animale non preme da solo il bottone, a quel punto le stesse azioni vengono eseguite dagli umani, indipendentemente dal fatto che la pressione dell'animale sia stata intenzionale o accidentale così che i cani imparino ad associare il giusto suono a ciò che desiderano che avvenga. «Nel tempo, gli animali possono premere i pulsanti sulle loro soundboard più frequentemente – scrivono gli esperti – il ché a sua volta può fornire loro un maggiore controllo sulla loro vita quotidiana e sui loro ambienti».

Cosa dicono gli studi al riguardo

Su Kodami quando era iniziata la moda dei video virali dei “cani parlanti””, su TikTok specialmente, eravamo andati direttamente a chiedere all’autore del primo studio, ovvero  Federico Rossano, direttore del Comparative Cognition Laboratory dell’Università della California di San Diego, di spiegarci su cosa stava lavorando insieme al suo team. Già all’epoca il professore aveva sottolineato come la definizione di “cani parlanti” utilizzata dai media internazionali (italiani inclusi) fosse scorretta e riduttiva per una ricerca che sta portando a risultati molto importanti e scientificamente provati.

La novità, infatti, è che Rossano ha pubblicato un nuovo studio traendo beneficio proprio dal boom di pubblicazioni dei video online attraverso il coinvolgimento di persone comuni che giocano così con i loro cani.

Nella nuova ricerca pubblicata su PlosOne, infatti, il team sottolinea che «la recente adozione di dispositivi AIC da parte di centinaia di persone che vivono con animali domestici in tutto il mondo offre una nuova opportunità per verificare se l'AIC sia possibile con cani di famiglia. Per rispondere a questa domanda, abbiamo condotto due ricerche per testare la capacità dei cani domestici di riconoscere e rispondere in modo appropriato a parole relative al cibo, al gioco e all'uscita sulle loro soundboard».

Un test è stato condotto da ricercatori e l'altro attraverso dunque la cosiddetta “citizen science” con persone che hanno seguito la stessa procedura seguita dagli esperti. «Inoltre – è specificato nella ricerca – abbiamo studiato se questi comportamenti dipendessero dall'identità della persona che presentava la parola (persona sconosciuta o persona di riferimento del cane) e dalla modalità della sua presentazione (parlata o prodotta da un pulsante premuto)».

Seguendo questa prassi, il team di San Diego ha scoperto che i cani «hanno prodotto comportamenti contestualmente appropriati per parole relative al gioco e all'esterno, indipendentemente dall'identità della persona che le produceva e dalla modalità in cui venivano prodotte». Pertanto sono arrivati alla conclusione che le persone possono insegnare con successo ai loro compagni di vita ad associare le parole registrate sui pulsanti della tastiera ai risultati che ottengono nel mondo reale, e i cani rispondono in modo appropriato alle parole anche quando vengono presentate in assenza di altri segnali, come il linguaggio del corpo dell’umano.

Questi nuovi risultati, dunque, indicano in particolare che i cani che sanno usare le soundboard hanno risposto in modo appropriato a parole come "gioco" e "usciamo", indipendentemente dal fatto che le parole fossero pronunciate o che i pulsanti fossero premuti dai loro umani di riferimento o meno. Ciò, secondo Rossano e il suo team, dimostra che i cani non stanno semplicemente "leggendo" il linguaggio del corpo ma stanno effettivamente elaborando le parole.

«Questo studio affronta lo scetticismo pubblico sul fatto che i cani capiscano davvero cosa significano i pulsanti», ha chiarito l’esperto volendo rimarcare che i risultati raggiunti sono un elemento ulteriore per certificare che Fido attua quel comportamento in maniera intenzionale, finalizzato a farsi comprendere utilizzando un linguaggio che non gli appartiene ma che è capace di utilizzare.

Lo studio comunque va avanti ed è aperto a tutti, per partecipare bisogna compilare un form sul sito del Comparative Cognition Lab.

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Martina Campanile
Istruttrice cinofila
Sono istruttrice e riabilitatrice cinofila con approccio Cognitivo-Zooantropologico, mi occupo di mediare nella relazione tra cane e umano: sin da piccola è un tema che mi ha affascinato e appassionato. Sono in continuo aggiornamento e penso che non si smetta mai di imparare, come mi insegna ogni giorno Zero, un meticcio sardo che è il mio compagno di vita.
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