Dall’immondizia alla libertà: la metamorfosi e il volo della farfalla Vanessa atalanta

La storia di una crisalide di Vanessa atalanta, una farfalla comune anche in città, che con un piccolo aiuto completa la sua metamorfosi e vola libera.

8 Marzo 2022
11:37
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Come vere e proprie giungle urbane, anche le più rumorose e caotiche città ospitano piccoli e preziosi pezzetti di natura e biodiversità. Marciapiedi, aiuole, giardini e vecchi edifici abbandonanti sono infatti l'ultimo avamposto della flora e della fauna che – a volte a fatica, a volte meno – lotta, resiste e prospera tra cemento e asfalto. Ogni tanto però anche piante e animali urbanizzati hanno bisogno di un aiutino da parte di chi quell'ecosistema "civilizzato" l'ha plasmato e lo gestisce: noi Homo sapiens.

È qui che comincia la storia di un piccolo bruco urbano di Vanessa atalanta che ha deciso di chiudersi nel proprio bozzolo nel posto più sbagliato, un cestino dei rifiuti. La Vanessa atalanta, conosciuta anche come "vulcano", è una delle più comuni e colorate farfalle della fauna entomologica italiana e non solo. Vive infatti praticamente in tutto l'emisfero boreale, anche perché si tratta di una delle farfalle più forti, resistenti e adattabili tra tutte.

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I bruchi di Vanessa atalanta sino neri con una barra laterale gialla, e adorano le foglie di ortica. Foto: Wikimedia Commons

È proprio per questo che il grande naturalista svedese e padre della moderna classificazione dei viventi, Carl Linnaeus, la battezzò così nel 1758. Atalanta era infatti un'eroina della mitologia greca forte, coraggiosa e sicura di sé, proprio come il piccolo e colorato lepidottero che è una delle pochissime farfalle a resistere anche da adulta alle rigidità dell'inverno e a volare quindi anche nei mesi più freddi, a patto che ci sia una bella giornata di sole.

Ma l'atalanta è anche una delle poche farfalle a compiere vere e proprie migrazioni stagionali, proprio come quelle degli uccelli o della cugina monarca americana. E pensare che pensa meno di mezzo grammo.

Ma torniamo al bruco, quelli dell'atalanta sono particolarmente ghiotti di ortica, che tra le cosiddette erbacce infestanti è una di quelle più resistenti e combattive. Una volta che i piccoli bruchi riempiti la pancia di foglie di ortica, poco prima dell'inverno, solitamente si trovano un luogo riparato dove impuparsi e attendere la fine dell'inverno, di solito nascosti sotto foglie, rocce e rami. Ma per il bruco urbano protagonista della nostra storia, quindi, il coperchio del cestino dei rifiuti vicino all'aiuola sembrava il più sicuro e protetto dei rifugi.

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Le crisalidi dell’atalanta sono brune con piccole decorazioni dorate

Fortunatamente, chi vi scrive possiede un minimo di conoscenze – e soprattutto le amicizie esperte giuste – per capire che, però, da quella pattumiera difficilmente ne sarebbe uscito vivo l'adulto. E così solo grazie al prezioso aiuto di esperti lepidotterologi, è stato possibile ricollocare in un posto più tranquillo quella piccola e dorata crisalide, nella speranza che, dopo qualche settimana, l'adulto sarebbe sfarfallato in tutta sicurezza.

Normalmente una crisalide di Vanessa atalanta può impiegare da una a diverse settimane per ristrutturare completamente il proprio corpo e trasformarsi in una magnifica farfalla, ma molto dipende dalla stagione e, soprattutto, dalla temperatura esterna. Più fa caldo meno tempo impiega per uscire, proprio per questo è stata tenuta in luogo non riscaldato artificialmente, per evitare che sfarfallasse in una giornata troppo fredda e difficile da affrontare.

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La Vanessa atalanta è una delle poche farfalle a resistere da adulta anche in inverno

Alla fine la nostra farfalla ci ha messo circa due settimane per uscire dal suo bozzolo ed ha così spiccato il suo primo volo, di nuovo libera nella giungla urbana. Qualcuno potrà trovare esagerato, o addirittura superfluo, tanta attenzione per un piccolo invertebrato che, con ogni probabilità vivrà a stento pochi giorni. Ma noi di Kodami, come facciamo sempre in ogni nostro contenuto, crediamo fermamente che la tutela della natura e degli animali non possa prescindere dalla valorizzazione e dal rispetto dell'individualità di ogni essere vivente, anche il più piccolo degli invertebrati.

Ogni specie, sottospecie o popolazione altro non è che un insieme di singoli individui. Perciò il nostro invito è quello di alzare gli occhi al cielo e posare lo sguardo tra le erbacce, ammirate il gheppio che fa lo spirito santo, il rondone che sfreccia tra i palazzi, la chiocciola che striscia tra le aiuole e l'esplosione di vita che si nasconde tra le aiuole. È anche da qui che passa la consapevolezza, il rispetto e la tutela della biodiversità.

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Salvatore Ferraro
Redattore
Naturalista e ornitologo di formazione, sin da bambino, prima ancora di imparare a leggere e scrivere, il mio più grande sogno è sempre stato quello di conoscere tutto sugli animali e il loro comportamento. Col tempo mi sono specializzato nello studio degli uccelli sul campo e, parallelamente, nell'educazione ambientale. Alla base del mio interesse per le scienze naturali, oltre a una profonda e sincera vocazione, c'è la voglia di mettere a disposizione quello che ho imparato, provando a comunicare e a trasmettere i valori in cui credo e per i quali combatto ogni giorno: la conservazione della natura e la salvaguardia del nostro Pianeta e di chiunque vi abiti.
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