C’è la volpe che dopo due mesi di riabilitazione potrà essere liberata. E il capriolo bianco, recuperato mezzo morto. Ora sta meglio ed è stato scoperto che si tratta di un raro esemplare albino. Sono loro tra i 326 esemplari recuperati ogni mese dal centro di recupero per la fauna selvatica della Provincia di Treviso: più di 3.000 animali ogni anno che vengono salvati.
«Abbiamo trattato 98 specie diverse, da predatori a prede, dagli ungulati ai rapaci fino alla piccola avifauna», spiega a Kodami Michela Dugar, responsabile del Cras. Per quanto riguarda le tipologie di specie recuperate e soccorse dal Centro, in ordine di grandezza, il 49% è costituito da avifauna minore, il 26% da piccoli mammiferi, il 10% da avifauna maggiore e un altro 10% da rapaci, il 4% da ungulati e il restante 1% da mammiferi medio-grandi.
Tra le principali cause d'intervento, i traumi da urto, dovuti, per esempio, agli impatti stradali e a quelli con i tendifilo dei filari nelle vigne (912 casi), la distruzione dei nidi in primavera, per un totale di 845 piccoli rimasti orfani. Numerose anche le specie soccorse a seguito della predazione: 571, soprattutto da parte di felini. E poi ci sono gli animali che giungono al Centro in uno stato di debilitazione (405 casi). In percentuale minore, gli animali recuperati che presentano parassiti o patologie infettive (99), quelli feriti da arma da fuoco (2), intrappolati o in situazioni di pericolo (83 casi); altri 3 animali sono pervenuti in seguito a sequestri (dalla Provincia di Belluno). Purtroppo, si sono verificati anche 14 casi di esemplari sopraggiunti già deceduti e, uno, non trovato sul luogo della segnalazione.
È Michela a raccontare come funziona questa macchina dei soccorsi e delle cure per gli animali. La capofila che ha vinto il bando dell’amministrazione provinciale di Treviso, è l’Associazione Riccio Europeo. Poi c’è una forte rete di collaborazione con Lav, Wwf, Oipa, Lipu. Il progetto, per tenersi in piedi, prevede un finanziamento totale di 5mila euro al mese, di cui 1.500 per i veterinari.
«Mi occupo di animali selvatici da 21 anni: noi qui siamo un caso atipico, basato su un insieme di associazioni che lo gestiscono – continua – Nella struttura c’è un ambulatorio e una sala degenza, spazi con recinti e voliere. Ci manca però un maggiore spazio per la diversificazione delle specie. La Provincia però si sta muovendo per questo e per mettere in sempre migliori condizioni gli animali che abbiamo». In Italia ci sono101 Cras, promossi sia a livello locale sia a livello nazionale.