Quella di Rambo è una storia di migrazione che riguarda gli uomini e i loro animali domestici. Un racconto che parte dalle coste africane del Mediterraneo e arriva a Lampedusa. Lì è approdata la sua famiglia, ma una legge obbliga gli animali a una ferrea e lunga quarantena per evitare che possano portare malattie in Italia. Normale è che i tempi si dilunghino e così i sui pet mate si trovano costretti a lasciarlo lì, nell’isola, con la speranza che qualcuno si possa prendere cura di lui.
Rambo è un micio, bianco e nero, per il quale si è attivata una vera e propria maratona di solidarietà che lo ha portato, ora, al ricongiungimento con la sua famiglia naturale, i Maaloul, con cui da quattro anni viveva in Tunisia.
Oggi Rambo ha cambiato vita: si trova a Ceraso, piccolo borgo di duemila abitanti del Cilento. A Lampedusa c’è chi si è preso cura di lui per tutto questo tempo di quarantena e lo ha portato lì dove vive la sua famiglia, in un centro di accoglienza attivato dal Comune insieme alla cooperativa sociale Apeiron, che lo gestisce. Mamma Fatma, papà Ahmed e le figlie Rayan, Bayan e Farah lo hanno potuto riabbracciare.
«Tutto partì nel 2018 quando avviammo un progetto di accoglienza per rifugiati e richiedenti asilo – spiega a Kodami il sindaco di Ceraso, Aniello Crocamo – Oggi qui ospitiamo 20 persone. Abbiamo voluto organizzare una piccola cerimonia per restituire il gatto alla famiglia. È una bella storia di accoglienza, di umanità ed è un simbolo in grado di dare speranza e futuro a chi ha perso tutto».
La storia la racconta con una certa nota d’orgoglio Emiliano Sanges, presidente della cooperativa che gestisce il centro e che in Campania si occupa di integrazione dei migranti. «Rambo è un bel persiano dagli occhi azzurri – spiega – La famiglia è ospite del nostro sistema di accoglienza integrata. La restituzione del gatto è stata molto emozionante. La bimba di 8 anni, quando lo ha visto, si è messa a piangere».
All’iniziativa hanno partecipato anche il sindaco di Lampedusa, Totò Martello, l’assessore alle Legalità della Regione Campania, Mario Morcone e Anna Ceprano, presidente di Legacoop Campania. L'iniziativa è stata coordinata da Statia Papadimitra, responsabile Welfare del Progetto Sai Ceraso.
«Il ritorno di un gatto a casa è un piccolo gesto di grande umanità», ha commentato Martello. «È la prima volta che ci capita un caso del genere, ma in realtà il sindaco di Lampedusa ci ha spiegato che arrivano cani, gatti, pecore e una volta arrivò anche un dromedario – aggiunge Sanges – Io ho una bimba di 11 anni e abbiamo un cane. Per noi sembra un diritto così basilare, eppure a una bimba tunisina questa stessa possibilità non viene garantita».