Alla Sfattoria degli Ultimi si lotta per difendere degli animali inermi colpiti ancor prima che dall'eletrocuzione dall'accetta di un'ordinanza che ne impone l'abbattimento. Jovanotti intanto perde la brocca seduto su un lettino di una di quelle che ormai considera le sue "Jova beach" e interrompe il party per qualche minuto sui social definendo chi è attento al benessere degli animali e alla tutela della natura in generale degli "econazisti".
E la politica che fa? Nulla. Come al solito si penserà, ma i suoi rappresentanti questa estate non possono avanzare nemmeno la scusa di essere in ferie, visto che sono tutti presi dalla campagna elettorale. Dai lettini e dagli stabilimenti, infatti, rincorrono il miraggio al prossimo scranno e degli animali se ne curano eccome, ma solo per utilizzarli nel loro linguaggio populista e retorico per definire gli avversari, invece di pensare a casi così concreti di eventi gravi legittimati da enti pubblici (vedi Regione Lazio che sul caso della Sfattoria commenta a Kodami: «Andiamo avanti secondo quanto stabilito dal Commissario straordinario per la peste suina e appoggiamo l'operato dell'Asl di Roma 1»).
E così, al posto di prendere delle decisioni già solo su due eventi di enorme risonanza che dimostrano anche il livello di sensibilità di gran parte degli italiani che sono sinceramente interessati e colpiti da quanto sta accadendo, la realtà non conta e lasciare che un concerto si svolga in luoghi da preservare e che cinghiali e maiali protetti in un rifugio siano massacrati dallo Stato non sono argomenti su cui intervenire.
Gli attuali – e candidati ad esserlo nel futuro "rappresentanti del popolo" – si divertono invece a sfoggiare il solito repertorio di luoghi comuni sugli animali per fare la loro sterile retorica pre elettorale. Da Giorgia Meloni che ricorda le cavallette per richiamare alla mente di chi l'ascolta la piaga biblica, passando per "gli occhi della tigre" citati da Letta parafrasando Rocky per definire il piglio con cui intende il Pd affrontare la tornata elettorale e fino all'ape (Maya) che Calenda vorrebbe mandare a pungere Di Maio.
Che simpatia, vero? No, sinceramente non fa proprio manco più sorridere sarcasticamente questa ignoranza diffusa, questo modo di non considerare che i diritti di tutti vanno difesi a prescindere dalla specie di appartenenza e che mai, mai avremo un essere umano evoluto e consapevole fin quando non ci sarà qualcuno "al potere" capace di educarci al rispetto degli altri esseri viventi.
Ai politici tra un proclama e un altro, allora, consigliamo di fare due cose, entrambe in fondo molto semplici se davvero si ha l'intenzione di agire e non solo di perdersi in chiacchiere.
La prima di intervenire materialmente e subito per fermare la follia di uccidere animali che sono tutelati da persone che dedicano loro la vita come alla Sfattoria e anche di preservare la vita in generale delle altre specie colpite da chi come Jovanotti ha definito il "green washing" solo «un hashtag e gli hashtag sapete dove dovete metterveli».
La seconda, e su questa hanno più tempo per riflettere e farne una vera promessa da mantenere qualora siano eletti, di fermarsi a leggere con attenzione le richieste di Animal Equality Italia, Animalisti Italiani, Animal Law Italia, CiWF Italia, ENPA, Essere Animali, Humane Society International/Europe, LAC, LAV, LEIDAA, LNDC Animal Protection, OIPA e Save the Dogs and Other Animals.
E' una lettura agile e scorrevole, siamo certi che chi ci vuole governare abbia le capacità cognitive per poter comprendere quelli che sono sei macro-temi su cui la prossima legislatura dovrà concentrarsi (contrasto al randagismo, tutela della fauna selvatica, stop all'uso degli animali nei circhi e negli spettacoli, protezione degli animali allevati a fini alimentari, superamento della sperimentazione animale e tutela degli animali nel nostro sistema giuridico e istituzionale-amministrativo).
A queste persone, così tanto interessate al bene del nostro Paese da volersi caricare il fardello di rappresentarci, ricordiamo che tanti di loro sono ancora seduti sulle poltrone di Palazzo Madama e di Montecitorio e hanno ancora l'onere e il dovere di governare e non di parlare durante un solleone che è anche da Nord a Sud pure privo di un vento che porti via le inutili chiacchiere.
È davvero distonico e avvilente lo scenario di quanto sta accadendo in Italia in quest'estate torrida non solo a livello climatico ma soprattutto culturale ed emotivo. Facciamo in modo che la fotografia dell'estate 2022 non rimanga quella che vediamo adesso: da una parte centinaia di persone fuori al rifugio alle porte di Roma che stanno vegliando per proteggere 128 suidi, tra maiali, cinghiali e ibridi e da un'altra migliaia di altri invece che ballano dalla mattina alla sera sopra un'ecosistema che continuiamo a calpestare.