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18 Settembre 2022
8:33

Dalla Calabria a Genova: salva un cane e viene multata, l’odissea di Pamela e Rocco

Dai carabinieri a veterinario, nessuno è riuscito a dare indicazioni alla ragazza che arrivata a casa ha dovuto pagare una sanzione.

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«Multata per aver salvato un cane dalla strada».  La testimonianza di Pamela Talotta suona difficile da comprendere e invece è legge:  chi porta con sé un cane senza documenti viene sanzionato dall'Asl di destinazione. Ma facciamo un passo indietro.

Dieci giorni fa Pamela va in vacanza a Taurianova, in provincia di Reggio Calabria dove va da quando era piccola: è il paese di sua nonna.

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Rocco nella sua nuova casa

Pamela, animalista, non parte con l'idea di portare a casa un cane ma sulla strada incontra Rocco: «Ho perso il mio cane l'anno scorso e quasi per scherzo sono andata ad accendere una candela a San Rocco (protettore degli animali, ndr) perchè me ne mandasse uno come narra la tradizione», racconta la donna a Kodami. «Il caso mi ha portato proprio il cane che poi ho chiamato Rocco: ero seduta ad un bar quando l'ho visto in strada in mezzo alle auto che sfrecciavano a destra e a sinistra. Con l'aiuto di una signora e del parroco del luogo l'abbiamo recuperato e messo in sicurezza».

Da qui inizia l'odissea del duo. Prima di tutto Pamela porta Rocco dal veterinario che lo trova in buone condizioni di salute, ma alla domanda su cosa dovesse fare in seguito, il dottore non ha risposte.

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Rocco con le figlie di Pamela

La donna non pensa inizialmente di portarsi il cane a casa e dunque si rivolge al canile locale per metterlo al sicuro, ma dalla struttura le dicono che sono pieni: «Mi hanno detto di lasciarlo dove lo avevo trovato ma io non me la sono sentita».

Inizia così la sua peregrinazione presso vari enti e autorità per sapere come comportarsi per portarlo a Genova. «I Carabinieri non hanno saputo cosa dirmi e mi hanno mandato dalla Municipale ma anche loro nulla. Anzi mi hanno rinnovato l'invito a lasciarlo in strada e non preoccuparmene».

Pamela e Rocco partono così alla volta di Genova. Dopo 1.200 chilometri arrivano a casa ma le fatiche non sono ancora finite: «Chiamo l'Asl e mi raccomandano di presentarmi con i documenti. Io spiego cosa è successo in Calabria, allora mi mandano alla sezione randagismo dove ricevo la notizia che avrei dovuto pagare una multa. Io rimango basita e domando perché. Mi rispondono che indipendentemente che il cane l'abbia trovato ieri oppure un mese fa, chi si presenta in Liguria senza iscrizione all'anagrafe canina viene sanzionato».

Dopo aver sborsato 51 euro che si sommano alle due visite veterinarie, Pamela va all'Asl3: «Qui me ne dicono di tutti i colori perché non ho seguito la procedura, perché non sono andata al Comune in Calabria. Io rispiego tutta la situazione, dicendo che nessuno mi aveva indirizzato verso l'Asl e che avevo avvisato tutti: veterinario, Carabinieri, Polizia municipale ma niente. Spiego che a Taurinova avevo anche chiesto ai Carabinieri di voler procedere con una mia dichiarazione scritta nel caso qualcuno nel tempo venisse a cercare il cane ma l'hanno rifiutata. Tornando all'Asl di Genova, mi dicono che devo fare diverse analisi per un preventivo di 500 euro».

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Rocco con il gatto Wiski, anche lui adottato

La delegata locale dell'Oipa, Clara Solla: «Mancano i rifugi e le persone non sanno a chi rivolgersi»

«Il fenomeno del randagismo in Calabria non ha fatto altro che ingigantirsi negli anni, visto il disinteresse delle istituzioni: la Regione, i Comuni, le Asl». A parlare è Clara Solla, delegata Oipa di Lamezia Terme. «C'è una legge ferma al 1990, poi con delle integrazioni al 2000, però è vecchissima. Qualche giorno fa abbiamo avuto un incontro in Regione dove finalmente si sta proponendo una nuova legge ma da noi, prima di tutto, mancano le strutture».

La priorità anche per l'Oipa è  la sterilizzazione sul territorio: «Abbiamo canili con 1.500 e 3.000 cani, quindi una situazione che è arrivata alle stelle. Senza contare le associazioni e i cani per strada, ormai è tutto fuori controllo».

Poco utili gli stanziamenti regionali (si parla di 900mila euro) che però non sono mai stati investiti nella realizzazione di rifugi oppure ospedali sanitari: «Non sappiamo dove mettere i cani che, una volta accalappiati. Nella provincia di Cosenza, e in tutta la Calabria, non ci sono sanitari e i Sindaci da una parte e le Asl dall'altra non vogliono collaborare per mancanza di organizzazione».

La delegata Oipa non rimane sorpresa dalla storia di Pamela e Rocco: «Qui il più delle volte non trovi nessuno a cui rivolgerti. La maggior parte delle strutture pubbliche non ha nessuna competenza né informazioni. Una volta mi sono ritrovata in una situazione paradossale: c'era in piazza un cane da alcuni giorni davanti alla caserma dei Carabinieri e chiedendo lumi ad uno dei militari mi sono sentita domandare a mia volta se fosse un reato l'abbandono di animali…Questa è la situazione in cui verte la nostra regione, ossia la totale ignoranza sulle leggi in essere».

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Annissa Defilippi
Giornalista
Racconto storie di umani e animali perché ogni individuo possa sentirsi compreso e inserito nella società di cui fa parte a pieno diritto. Scrivo articoli e realizzo video mettendomi in ascolto dei protagonisti; nascono così relazioni che, grazie a Kodami, possono continuare a vivere.
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