Li avevamo lasciati a Port Sudan dove, poco dopo la metà di gennaio, erano arrivati alla fine di un lunghissimo ed estenuante viaggio di mille e quattrocento chilometri. Ma per la cinquantina di animali – tra cui 15 leoni, quattro iene e altri selvatici – che a novembre erano stati portati in salvo da uno zoo di Khartoum, in Sudan, si era trattato soltanto del primo passo verso una vita in un vero santuario, lontani dalla guerra che sta sconvolgendo questa zona dell’Africa.
Ora, finalmente, per tutti loro è stata finalmente trovata la casa definitiva dove potranno vivere senza privazioni e senza l’avanzare dei combattimenti che, privandoli anche del cibo, li aveva ridotti a pelle e ossa portandone alcuni alla morte, come il leone Leo che non è riuscito a sopravvivere al trasferimento per le estreme condizioni di malnutrizione in cui si trovava quando sono arrivate le squadre di Four Paws. È stata proprio l’organizzazione internazionale a trovare il modo di trasportarli dall’area dei combattimenti alla costa del paese africano, con un team guidato come al solito dal veterano dei veterinari di aree di conflitto Amir Khalil.
Ora undici leoni sono stati trasferiti al Lionsrock Big Cat Sanctuary in Sudafrica, uno dei 13 santuari per animali selvatici istituiti da Four Paws in tutto il mondo. Sono traumatizzati, deboli, emaciati e ancora pieni di ferite, ma hanno risposto positivamente alle cure e ai trattamenti ricevuti nelle ultime settimane e che ora proseguiranno nel santuario sudafricano dove troveranno, nei 1.250 ettari che accolgono oltre 100 grandi felini salvati da allevamenti privati, circhi, zoo o zone di conflitto in tutto il mondo, cure specializzate e adatte alle loro esigenze e potranno finalmente riprendersi in pace.
«Questi undici leoni sono ambasciatori di speranza e simboleggiano la necessità di cambiare il modo in cui l'uomo tratta gli animali – spiega Josef Pfabigan, amministratore delegato e presidente di Four Paws – Quando vediamo i leoni calpestare l'erba della loro nuova casa dopo essere stati bloccati per mesi nel mezzo di una zona di conflitto, ci impegniamo a curarli e a proteggerli per il resto della loro vita. Non sentiranno più i rumori dei combattimenti e non assisteranno più alle sofferenze degli altri, ma si godranno l'ambiente naturale del nostro santuario sudafricano».
Gli undici leoni erano arrivati al Ma'wa for Nature and Wildlife insieme agli altri animali che erano stati liberati dallo zoo di Khartoum. Qui nella clinica veterinaria del New Hope Center, la struttura di quarantena e riabilitazione per tutta la fauna selvatica confiscata e salvata fondata dalla Princess Alia Foundation e Four Paws nel 2011, gli animali erano stati ricoverati per ricevere le prime cure mediche e l’inizio del programma di riabilitazione. Tre leoni, quattro iene e un serval, causa delle loro condizioni di salute critiche e dell'urgente necessità di cure e monitoraggio, sono stati trasferiti nella Riserva naturale Al Ma'wa, lo spazio di 110 ettari del Ma'wa for Nature and Wildlife dove potranno continuare a vivere per sempre.
Tra gli altri animali evacuati dallo zoo di Khartoum a novembre, cervi e uccelli hanno potuto essere rimessi in libertà. Mentre, una volta pronti tutti i documenti e la logistica, gli undici leoni sono stati trasferiti in Sudafrica con un volo cargo. «Il team del Lionsrock Big Cat Sanctuary ha preparato quattro recinti interconnessi per il grande gruppo di nuovi arrivati – spiega l’organizzazione – che consentiranno di monitorarli e raggrupparli in base al loro sesso e comportamento. Tutti i santuari Four Paws hanno una rigorosa politica di non riproduzione; pertanto, i leoni maschi saranno vasectomizzati il prima possibile. La priorità dell'équipe è ora quella di fornire ai leoni tutte le cure di cui hanno bisogno e aiutarli a riprendersi dalla prova degli ultimi mesi».
Nel santuario, abitato anche da altre specie tipiche sudafricane che vivono in libertà, come zebre e antilopi, oltre a un'ampia varietà di specie di uccelli che hanno trovato rifugio nella proprietà, i leoni salvati dalla guerra potranno ritrovare le forze e riabituarsi ad una vita più consona alle loro caratteristiche. «Siamo incredibilmente sollevati nel vedere i leoni al sicuro a Lionsrock – commenta il dottor Amir Khalil che ha guidato il team di Four Paws in Sudan – Portare i leoni fuori dalla zona di conflitto in Sudan è stata una montagna russa di emozioni e una sfida che va al di là di qualsiasi altra cosa che abbiamo fatto prima. Lavorare in una zona di conflitto significa essere ben preparati per quanto riguarda la sicurezza e la logistica, ma anche aspettarsi sempre l'imprevisto ed essere flessibili».