La presenza di animali selvatici nei pressi di case e centri abitati è diventata ormai una costante in molte regioni d’Italia, con conseguenti, inevitabili criticità legate alla sicurezza degli animali e delle persone e all’individuazione di un nuovo e rispettoso modello di convivenza. Sulle Dolomiti, in particolare, negli ultimi giorni il dibattito ha ripreso vigore, complice diversi avvistamenti di selvatici vicino ai paesi e l’atteggiamento di alcune persone verso di loro.
Se ne parla in particolare sul gruppo Facebook “Fiemme e Fassa il ritorno del lupo”, dove nei giorni scorsi sono state pubblicate alcune immagini emblematiche: un cervo che si ciba da alcuni sacchetti dell’immondizia lasciati in strada a Cortina d’Ampezzo, perla delle Dolomiti e futura sede delle Olimpiadi invernali del 2026, e un lupo evidentemente confidente che da tempo si aggira tra la val di Fassa e la val di Fiemme, anche lui evidentemente in cerca di cibo.
Il problema, per l’amministratore del gruppo Paolo Scarian, è proprio la modalità di gestione di questa inevitabile situazione, e anche il modo in cui i cittadini si comportano davanti agli animali selvatici. Il cervo sembra infatti essere un “habitué” di Cortina, e avere ormai capito che vicino ai cassonetti è possibile reperire cibo facile. I turisti dal canto loro gli si avvicinano, abituandolo ulteriormente alle persone, per ammirarlo e scattare foto, incuranti del rischio che potrebbe rappresentare con i suoi palchi.
Episodio ancora più eclatante quello che risale a qualche giorno fa e coinvolge un lupo: «Questo è successo in val di Fassa, un signore chiama un lupo "amore" cercando di dargli del cibo – è la denuncia di Scarian, che ha condiviso il video in cui si sente un uomo dire «prendi un po' di carne, che gliela diamo» – Bene quel lupo reso confidente dal comportamento umano si è poi spostato in val di Fiemme, lo si vedeva girare di giorno vicino alle case, e di notte si avvicinava alle macchine in cerca di qualcosa. Su questo lupo il gruppo Fiemme e Fassa il ritorno del lupo ha raccolto molto materiale inviato alla forestale. Ormai dovrebbe essere chiaro che i lupi frequentano i paesi se nei paesi trovano cibo facile. Se invece attraversano i paesi, questo non è un problema, lo fanno solo per spostarsi da una parte all'altra del territorio». Da qui la richiesta di un intervento più concreto per disincentivare questi comportamenti, dannosi per animali, esseri umani e pacifica convivenza.
Il tema è quanto mai attuale e dibattuto. Da tempo gli esperti e chi si occupa – o semplicemente ha a cuore – la fauna selvatica mettono in guardia contro quei comportamenti che rendono gli animali eccessivamente confidenti verso l’uomo. Alimentarli, per esempio, è quanto di più dannoso si possa fare: come spiegato anche su Kodami, gli animali spesso attingono a fonti di cibo “facili”, anche se non sono particolarmente adatte alle loro esigenze nutrizionali e a volte possono addirittura nuocere gravemente alla loro salute. Li abitua ad avvicinarsi a zone antropizzate e alla presenza dell’uomo, e aumenta la loro probabilità di essere investiti, uccisi da malintenzionati che non li tollerano o abbattuti, su ordine delle autorità competenti, perché considerati pericolosi per la popolazione.
Basti pensare al caso del cervo Bambotto, diventata la “mascotte” di Pecol, del tutto abituato alla presenza umana, a ricevere cibo e anche a essere toccato dall’uomo, ucciso da un cacciatore 23enne che non ha dovuto fare altro che imbracciare il fucile, puntare e sparare da poca distanza. E ancora l’orso Juan Carrito, investito su una statale abruzzese, o la mamma, l’orsa Amarena, uccisa sempre da un cacciatore che l’ha vista avvicinarsi al suo pollaio. E sono soltanto casi eclatanti, perché ogni giorno sulle strade vengono trovati i corpi senza vita di lupi, cervi e altri animali che si avventurano sulle strade per avvicinarsi ai paesi, in cerca di cibo, o che vengono uccisi da cacciatori che se li ritrovano sin troppo vicini. A questo si aggiunge il pericolo bocconi avvelenati: a inizio dicembre proprio in val di Fassa, il Corpo Forestale segnalava un aumento dei bocconi avvelenati, disseminati forse per nuocere proprio ai lupi.
Avvicinarsi alla fauna selvatica, inoltre, è pericoloso anche per l’essere umano. Anche l’animale che sembra più innocuo e “tenero” davanti a una presenza sconosciuta e percepita come minacciosa può reagire, creando danni o avendo reazioni aggressive imprevedibili.