Il primo passo è stato il trasferimento in una vasca appositamente realizzata per permettergli di riadattarsi all’acqua di mare e a spazi molto più grandi di quelli della piscina dove è stato costretto a vivere e a nuotare negli ultimi 17 anni della sua vita. Poi per Bibong, il delfino che tornerà libero nei mari della Corea del Sud, sarà il momento di ritrovare l’oceano aperto, le grandi distanze, le profondità di un mare che probabilmente non ha mai dimenticato e dal quale era stato sottratto illegalmente per essere trasformato in un fenomeno da esibire a pagamento nei delfinari privati.
Lo ha annunciato il giorno prima del trasferimento nel recinto acquatico che sarà la sua nuova casa in attesa dell’oceano aperto, il ministro sudcoreano degli oceani e della pesca, Cho Seung-hwan. E, fortunatamente, non è la prima volta che la repubblica dal sud dell’isola di Corea, annuncia un evento così straordinario e così raro: già nel 2013, infatti, un gruppo di sette delfini tursiopici era stato rilasciato in mare aperto.
Diciassette anni in cattività, dopo essere stato catturato al largo delle coste sudcoreane
La notizia arriva dalla Yonhap News Agency, importante agenzia di notizie sudcoreana, che racconta di come il Ministero sud coreano abbia ritenuto illegale la cattura e il successivo trasferimento in un parco acquatico dell’isola di Jeju, che nel 2015 aveva sconvolto per sempre l’esistenza del delfino.
Bibong, così era stato chiamato una volta arrivato nel parco acquatico dell’isola famosa per il suo vulcano e per le bellezze naturalistiche che la rendono una delle mete più conosciute dell’Asia, era infatti stato catturato mentre nuotava libero con il suo pod al largo della costa coreana. Secondo le stime, dopo 17 anni di prigionia, oggi il delfino dovrebbe avere 23 anni.
Dopo il rilascio il delfino continuerà ad essere monitorato, attraverso un dispositivo di geolocalizzazione che permetterà di seguire il suo percorso e il suo stato di salute. «Il ministero – ha spiegato il ministro all’agenzia – gestirà le procedure di rilascio in stretta comunicazione con gli animalisti e l'acquario, dando priorità alla sicurezza di Bibong. Continueremo a cercare misure per migliorare il benessere degli animali marini». La Corea del Sud già nel 2018 aveva deciso di vietare l’importazione dei delfini cacciati nella Baia di Taiji, in Giappone. L’efferatezza delle ripetute battute di caccia che ogni anno portano alla morte centinaia di esemplari nella famigerata baia giapponese, infatti, era stato il motivo della decisione. L’attuale scelta del ministero, quindi, sembra andare nella stessa direzione.
«Il sud Corea non è nuovo a questi rilasci in mare aperto di delfini che vengono dalla cattività o dal mondo dei parchi acquatici – commenta il medico veterinario Paolo Martelli che da molti anni lavora in un parco acquatico di Hongkong dove si occupa della salute dei 21 delfini ospitati nel suo delfinario – Già il reinserimento in natura di 7 esemplari nel 2013 si era rivelato un successo anche perché la femmina del gruppo, dopo il ritorno al mare aperto, aveva dato alla luce un piccolo. Le femmine sembrano avere più facilità ad integrarsi in gruppi di delfini e quindi a riadattarsi ad una vita in mare aperto».