C’è il famoso cigno nero e il rinoceronte grigio, ci sono i falchi, le colombe e gli unicorni. E c’è un solo posto in cui è possibile trovare tutti questi animali insieme: come una grande famiglia vivono nei corridoi di Wall Street. Proprio così: il mondo della finanza è popolato da una vera e propria legione di animali e ognuno di loro ha un suo preciso significato.
Non è un mistero che il simbolismo animale, con le sue componenti culturali, religiose e di folklore sia da sempre un elemento presente e fondamentale nella vita dell’uomo, travalicando i confini della convivenza tra specie diverse, per spostarsi nell’affascinante mondo dei simboli.
Gli animali, nel tempo, sono stati oggetti di culto, come nell’antico Egitto dove si venerava il gatto come animale sacro. Ma anche totem nelle culture sciamaniche: per gli Indiani d’America il cavallo è il simbolo della libertà, la civetta della saggezza, il bisonte dell’abbondanza. Gli animali sono stati ancora i simboli di imperi come l’aquila dell’Impero Romano, e di nazioni, il lupo appenninico è l’animale simbolo dell’Italia e il delfino della Grecia.
Ma la simbologia animale fa parte anche di realtà apparentemente distanti come la politica: per esempio l’animale simbolo dei democratici americani è l'asino, mentre quello dei repubblicani è l’elefante. E appartiene anche al mondo dell’economia e della finanza, dove continuano ad aleggiare gli “animal spirits” dell’economista britannico John Maynard Keynes che, già ai primi del Novecento li usava per descrivere emozioni, umori e andamento dei mercati.
Gli animali di Wall Street e il loro significato
Primo fra tutti gli "animal spirits" il temibile “cigno nero”, termine coniato dal matematico e saggista Nassim Nicholas Taleb, capace non solo di impaurire, ma di terrorizzare la comunità finanziaria. È, infatti, il simbolo di un evento raro che avrà effetti, soprattutto negativi, molto rilevanti sui mercati, ma che è impossibile da prevedere. Giusto per fare un esempio, la pandemia che ha mandato a picco i listini di tutto il mondo.
Il suo contrario, è il rinoceronte grigio: o meglio, si tratta sempre di un evento dirompente e negativo, ma a differenza del cigno nero, imbattersi in un rinoceronte grigio significa che l’evento se non proprio prevedibile è, perlomeno, intuibile. Del resto, con la sua stazza e il suo peso, dovrebbe essere difficile non sentirlo o non vederlo arrivare. La crisi finanziaria del 2008 è un esempio di rinoceronte grigio.
Il re della foresta, poi, per Wall Street è il toro. Con questo animale si indicano i mercati in crescita, che cioè continuano a viaggiare con il segno più. L'altra faccia della medaglia è l'orso, che indica, invece, i mercati in calo in cui i titoli perdono valore per un certo periodo tempo.
Sul motivo del perché vengano presi loro come simboli, il più in voga è relativo al modo di attaccare. Il toro lo fa dal basso verso l’alto, quindi con un movimento rialzista. L’orso, invece, dall’alto verso il basso, quindi con un movimento ribassista.
I falchi e le colombe è un’altra dicotomia nota in ambito di politica monetaria. I primi indicano coloro che, utilizzando lo stesso comportamento predatorio dell’uccello rapace, al minimo segnale di aumento dell'inflazione, sono pronti ad aggredire l'economia, aumentando i tassi di interesse. I secondi, hanno atteggiamenti più miti e sono sempre disposti a sostenere mercati ed economia con politiche accomodanti ed espansive.
L’unicorno, l’animale fantastico raffigurato come un cavallo con un corno sulla fronte attorcigliato e acuminato, è entrato recentemente nel gergo degli economisti, con l'avvento della new economy e delle start-up. Un unicorno, infatti, non è altro che una start-up, appunto, non quotata in Borsa ma valutata almeno un miliardo di dollari: ovvero una sorta di creatura mitica e leggendaria.
Poi ci sono gli elefanti associati agli investitori istituzionali e in particolare ai grandi fondi pensione e assicurativi. Come si muovono fanno rumore e possono cambiare la percezione del mercato riguardo un determinato titolo. E ancora gli squali, predatori che aggrediscono senza remora ogni tipo di società e opportunità pur di fare profitto.
Infine, c’è il “parco buoi”, ovvero noi, massa di investitori che per la maggior parte, quando ne ha, non sa bene dove mettere i propri soldi.