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17 Agosto 2023
11:00

Daino con i palchi incastrati in un recinto nel Galles: salvato dai Vigili del Fuoco

Un daino ha rischiato di morire nel Galles per colpa di una recinzione formata da nastro adesivo resistente e corde, che erano state collocate in mezzo agli alberi, insieme ad alcune parti metalliche.

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Il rapporto fra fauna selvatica e recinzioni è notoriamente complicato. Moltissimi incidenti vengono infatti registrati  in qualsiasi parte del mondo e non sono pochi gli animali che ogni anno finiscono abbattuti, dopo giorni e talvolta settimane di agonia, dopo essere stati intrappolati da reti o filo spinato. Non tutti gli animali che finiscono incastrati o feriti per colpa delle recinzione fanno una brutta fine, grazie all'intervento di uomini coraggiosi che spesso giungono in soccorso della fauna selvatica.

Uno di questi casi arriva direttamente dal Galles, grazie all'intervento di alcuni pompieri locali che hanno soccorso un daino in seria difficoltà. Lo scorso sabato prima di Ferragosto, alcuni abitanti di Ross-on-Wye, nell'Herefordshire, si erano infatti imbattuti in un daino maschio con i palchi completamente avvolti da diversi metri di nastro e corde che precedentemente erano state collocati in mezzo agli alberi, per formare un piccolo recinto. L'animale sembrava già pesantemente disidratato e dal modo in cui il nastro era avvolto fra le sue "corna" probabilmente aveva tentato di liberarsi per tutta la notte, cercando disperatamente di sfuggire a quella che poteva rivelarsi una trappola mortale.

Forse grazie alle sue piccole dimensioni o alla sua giovane età, il daino ha saputo resistere finché gli abitanti del posto hanno chiamato i pompieri per liberarlo, ma per l'intervento i veterinari hanno dovuto sedarlo parzialmente, vista la pericolosità dell'operazione. Di certo, se l'esemplare fosse stato più grande o se nessuno fosse sopraggiunto ad aiutarlo, il cervide sarebbe morto di lì a poche ore, poiché è normale per questi animali continuare a tentare di liberarsi, finché non si spendono tutte le energie.

L'animale era così tanto avvolto dalle strisce di nastro ad alta resistenza che i pompieri hanno dovuto usare delle tronchesi per liberarlo e "smussare" alcune punte dei suoi palchi. Nella sua lotta contro la corda, l'esemplare aveva infatti strappato da un albero alcune parti della recinzione in metallo, che si erano andati a loro volta ad incastrare su alcuni rami terminali delle corna. Un pericolo aggiuntivo, per la salvezza del mammifero e degli uomini che hanno tentato di riportarlo alla libertà.

I vigili del fuoco hanno anche dichiarato che l'animale è stato subito controllato dai veterinari, alla ricerca di altre ferite, e che è stato condotto nelle contee di Hereford e Worcester, dove le foreste potrebbero garantirgli un'adeguato riposo, post liberazione. Risulta invece di difficile interpretazione l'uso di quella recinzione in quell'area del territorio gallese. Alcuni presenti sostengono che potesse servire per proteggere una piccola area nelle campagne, oppure per segnalare qualcosa presente tempo fa in mezzo agli alberi.

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Questa non sarà né la prima né l'ultima volta in cui i cervi o altri animali rischieranno la vita per colpa delle recinzioni, hanno dichiarato gli attivisti del WWF che hanno seguito l'operazione. Per questo insieme ai vigili del fuoco consigliano alla popolazione di non lasciare abbandonati nastri o metri di corda nelle campagne, soprattutto qualora fossero state utilizzate per motivi di svago, come avvenuto in altre occasioni.

Alcuni animali negli scorsi mesi sono infatti morti per colpa delle reti da pallavolo, distese da alcuni fra i rami degli alberi, con l'intento di giocare nei boschi, mentre altri sono rimasti intrappolati dalle tipiche corde utilizzate dagli allevatori per delimitare i pascoli..

Anche in Italia, d'altronde, le associazioni ambientaliste fanno spesso gli stessi proclami, visto l'elevato numero di morti provocati dalle recinzioni. Mentre nella vicina Svizzera qualche anno fa la Protezione Svizzera degli Animali aveva indicato le percentuali degli animali morti per colpa di questo fenomeno.

Secondo i loro dati, delle centinaia di animali morti a causa delle recinzioni circa il 74% moriva per colpa della recinzione flessibile (flexinet). Il 12% invece muore per colpa di reti a nodi o per le recinzioni con cavi di rame. Circa l'1% muore invece in maniera tragica per colpa del filo spinato mentre il restante 13% muore con recinzioni fatte di diversi materiali.

Molti ambientalisti, considerando questi dati, hanno quindi chiesto al parlamento di Berna di vietare del tutto l'uso del filo spinato e dei cavi di rame nelle recinzioni presenti sul territorio svizzero, con l'avvallo dei movimenti europei che stanno cercando di promuovere la stessa iniziativa a Bruxelles come a Londra, così da limitare o eradicare del tutto (quantomeno in Europa) il problema delle morti accidentali causati da recinzione abbandonate.

Sono laureato in Scienze Naturali e in Biologia e Biodiversità Ambientale, con due tesi su argomenti ornitologici. Sono un grande appassionato di escursionismo e di scienze e per questo ho deciso di frequentare un master in comunicazione scientifica. La scrittura è la mia più grande passione.
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