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7 Novembre 2022
17:52

Da poche centinaia a 30 milioni di persone: la misteriosa esplosione demografica che causò l’estinzione della megafauna in Madagascar

Un recente studio ha preso in analisi l'incredibile crescita demografica avvenuta in 1000 anni in Madagascar analizzando il DNA dei suoi abitanti e scoprendo che non è possibile sia avvenuta per semplice immigrazione ma è necessario che ci siano stati dei cambiamenti di usi e costumi nuovi.

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1000 anni fa tutta la megafauna, ovvero gli animali di grossa taglia, sparirono dal Madagascar. Non si tratta di una misteriosa scomparsa da show televisivo, ma purtroppo dell'ennesimo esempio negativo dell'effetto dell'espansione incontrollata dell'uomo sugli ecosistemi. Circa 1000 anni fa, infatti, ci fu un'incredibile esplosione demografica dei popoli malgasci che causò l'estinzione della megafauna dell'Isola e, secondo un nuovo studio, le cause di tale crescita non sono da ricercarsi nell'immigrazione africana avvenuta proprio 1000 anni fa, ma nella formazione di misteriosi nuovi usi e costumi che hanno reso l'espansione esplosiva.

Nonostante possa sembrare un periodo lontano, 1000 anni per la storia dell'uomo sulla Terra sono una bazzecola. Nel 1000 d. C., infatti, l'Italia era all'inizio del basso Medioevo e in tutto lo Stivale si parlava un conglomerato di lingue diverse, un vero e proprio crogiolo di culture accomunate dal timore divino e da un'estetica architettonica fatta di guglie appuntite e palazzi signorili. In Europa si girava a cavallo o in carrozza e al proprio fianco i cavalieri spesso avevano la loro fidata spada, pronta a essere sguainata per difendere se stessi o il proprio onore. Proprio nello stesso periodo in Madagascar vi era un popolo originario del sud est asiatico rimasto isolato lì per moltissimo tempo che per la prima volta incontrò dei viaggiatori Bantu provenienti dall'Africa continentale con i quali si fusero.

Proprio quel fatidico incontro, per motivi ad oggi ancora sconosciuti, portò a un incremento demografico eccezionale che decretò la fine della megafauna malgascia. A scoprirlo è stato un team di ricercatori della Université Toulouse III, in Francia, con uno studio genetico i cui risultati sono stati pubblicati sulla rivista Current Biology.

La storia del Madagascar e l'avvento dell'uomo sull'isola

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Aepyornis, l’uccello elefante estinto in Madagascar

Osservando l'Africa e il Madagascar su una cartina geografica si può notare come siano molto simili a due pezzi di una puzzle che si incastrano alla perfezione. Gli studi più accreditati sull'origine del Madagascar, infatti, ritengono che si sia staccato dal supercontinente di Gondwana, e quindi da quella che successivamente sarà considerata in parte Africa, circa 140 milioni di anni fa. Gli ecosistemi di quell'Isola a 400 chilometri a largo della costa africana rimasero isolati per moltissimo tempo, motivo per cui il Paese è ricco di endemismi, ovvero animali e piante presenti soltanto in quella regione.

Da sempre sull'Isola è considerata, quindi, una gemma preziosa di biodiversità, incastonata in una delle più belle corone ecosistemiche del Pianeta. Se fossimo stati lì 1000 anni fa, fra le foreste piovose orientali e l'area semi-desertica della regione centrale, avremmo potuto ammirare molti grandi vertebrati. Ad esempio ippopotami pigmei che sguazzano nel fiume Betsiboka, testuggini di terra giganti e, con un po' di fortuna, persino un lemure gigante delle dimensioni di un gorilla e il così detto "uccello elefante", simile allo struzzo che poteva raggiungere 3 metri di altezza. Una volta giunto l'uomo sull'Isola, però, questi grandi animali iniziarono a sparire, utilizzati come fonte di cibo o perché in competizione per territori e risorse alimentari.

I primi uomini a giungere sull'isola, fra 2000 e 1500 anni fa, erano probabilmente di origine indonesiana e malese. Una volta avvenuto l'incontro con i popoli Bantu, le etnie dell'isola si sono moltiplicate e oggi ne possiamo riconoscere diciotto con tradizioni molto diverse. Un esempio sono i Merina che abitano l'altopiano centrale, un popolo dai tratti somatici e culturali più evidentemente asiatico-indonesiani, e i Sakalava nell'ovest e i Bara nel sud discendenti dei primi Bantu.

Il progetto Madagascar Genetic and Ethnolinguistic e la scomparsa della megafauna

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Contadini degli altopiani di Fianarantsoa, via Wikimedia Commons

Per ripercorrere la storia e capire meglio l'origine del popolo malgascio e la sua influenza sugli ecosistemi dell'Isola, un consorzio multidisciplinare con a capo la Université Toulouse III ha lanciato nel 2007 un progetto noto come Madagascar Genetic and Ethnolinguistic (MAGE). Per 10 anni ricercatori malgasci e internazionali hanno visitato più di 250 villaggi in tutto il Paese per ottenere informazioni sulle diversità culturali e genetiche delle diverse etnie.

A raccontare la storia della diffusione dell'uomo sull'Isola sono stati in particolare i segmenti di cromosomi in comune fra gli uomini. Questi frammenti di DNA hanno rivelato che è vero che originariamente sul territorio vi erano popoli provenienti dal sud est asiatico, ma erano poche centinaia di individui. Questo ha fatto pensare gli studiosi che, nonostante l'immigrazione dall'Africa, il numero di persone presenti sull'Isola non era comunque sufficiente per giustificare il grande rimodellamento degli ecosistemi della regione e l'estinzione di tutta la megafauna.

I ricercatori ipotizzano, dunque, che nella formazione delle diverse etnie devono essersi instaurati nuovi usi e costumi che hanno portato gli esseri umani a espandersi molto velocemente in tutta l'Isola accrescendo il proprio numero. Quali possano essere queste nuove abitudini non è ancora noto, ma per adesso è l'unico motivo che potrebbe spiegare come mai in così breve tempo la popolazione malgascia da poche centinaia di individui sia passata all'odierna situazione di sovrappopolamento con circa 30 milioni di persone.

Una ricerca, dunque, che lascia l'amaro in bocca e ancora tanta curiosità. Non sapere cosa sia accaduto nello specifico, infatti, lascia al contempo perplessi ed estremamente desiderosi di scoprire quali abitudini il popolo malgascio abbia sviluppato per far si che in 1000 anni la popolazione si sia moltiplicata in questo modo. Intanto, però, il progetto MAGE fornisce un ottimo esempio di come analisi genetiche di popolazione possano essere un valido strumento per comprendere in che modo l'espansione umana sia collegata ai cambiamenti ecosistemici e alle grandi estinzioni moderne.

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