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10 Marzo 2021
14:51

Da Hachiko al piccolo Fulmine in Sardegna, perché i cani tornano sulle tombe dei loro umani?

Dalla leggenda giapponese del cane Hachiko ai racconti di cronaca, sono diversi i casi in cui i cani vanno a trovare i loro umani al cimitero, ma è difficile dire se questi siano esempi autentici di lutto e se percepiscano la morte, poiché è impossibile sapere cosa pensano e provano effettivamente i cani. Quello che è certo è che danno importanza alla relazione intesa come stare insieme.

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È un film che dura un'ora e mezza ma che fa male per tutta la vita. "Hachiko – Il tuo migliore amico", la storia di un cane Akita che aspetta fino alla morte il ritorno del suo umano nell'ultimo posto in cui lo aveva visto, alla fermata del treno in stazione.

Anche la cronaca ciclicamente propone storie di cani che dopo la morte dell'umano di riferimento sembrano manifestare cordoglio e tristezza o si recano sulla tomba del defunto. Ultimo, in ordine di tempo, il cane Fulmine in Sardegna, ribattezzato l' "Hachicko italiano", che ogni giorno esce dal suo recinto, percorre due chilometri nella campagna ed entra nel cimitero di Badesi, un paese in provincia di Sassari, per andare alla tomba del signor Leonardo.

I cani comprendono la morte?

La scienza dimostra che i cani sono in grado di instaurare connessioni molto profonde con gli esseri umani e provano molte emozioni in modo simile al nostro. In uno studio pubblicato su Behavioral Processes, i ricercatori hanno scoperto che la parte del cervello dei cani che si illumina quando rilevano i profumi dei loro compagni è la stessa parte del cervello umano che reagisce alla bellezza visiva ed è associata alle prime fasi dell'innamoramento.

Inoltre, Stanley Coren, professore di psicologia presso l'Università della British Columbia, ha reso noto, in base alle sue ricerche scientifiche, che i cani hanno le capacità mentali di un bambino di due o tre anni. Quindi, chiaramente, i cani sono in grado di sentire il dolore della perdita molto profondamente e hanno anche una certa capacità di elaborare mentalmente e reagire alla scomparsa di qualcuno. Ma non si sa se comprendano il significato della morte.

L'olfatto dei cani nel valutare la "lunghezza di un'assenza"

Con 220 milioni di cellule recettive, i cani possono distinguere anche 12 odori diversi contemporaneamente e fiutare sostanze anche molto diluite. Conoscono molto bene, quindi, l'odore di chi vive con loro e possono capire che c'è una differenza tra un corpo vivente e uno che si sta decomponendo ma, sebbene sia molto suggestivo, non è stato ancora dimostrato che comprendano che il loro umano, una volta morto, non tornerà più nel suo corpo.

Molto probabilmente, i cani che aspettano sulle tombe dei loro umani potrebbero essere in attesa nell'ultimo posto in cui hanno rilevato i loro umani dall'odore, perché hanno la capacità di sentirlo anche dopo che i corpi sono stati sepolti grazie ai loro super nasi.

Cosa succede quando l'umano di riferimento muore

«Il cane è un essere sociale principalmente perché è in grado di leggere i processi sociali», spiega David Morettini educatore e membro del comitato scientifico di Kodami. «Riesce cioè a capire ciò che accade non solo a se stesso in relazione alla persona o agli altri cani, ma anche tra persone e tra cani». Il cane dimostra, quindi, capacità sociali anche quando non è direttamente coinvolto in un'interazione: «Osserva dei meccanismi ed entra immediatamente dalla porta giusta nei rapporti di affiliazione e affettività tra i membri di una famiglia, ad esempio, e ci riesce esaminando la comunicazione non verbale, le dinamiche tra le persone e traducendole».

«Quando la persona muore, in realtà, il cane legge tutto quello che accade intorno al corpo del defunto. Ad esempio durante l'accompagnamento al cimitero il cane percepisce una certa "energia sociale" che convoglia nel punto della sepoltura ed è chiaro che poi l'animale ha una memoria delle relazioni e continua a cercarla ma, diversamente da noi che andiamo sulla tomba per commemorare, il cane va sulla tomba per stare».

Cosa aspetta in realtà il cane?

«Il cane non torna sulla tomba per piangere ma per passare ancora del tempo accanto alla persona», continua David Morettini. «La cooperazione con il cane non deve sempre essere produttivista cioè misurata sul fare qualcosa, perché lui la cooperazione la intende anche come il rinsaldamento del legame e non dipende necessariamente da una performance ma dallo stare insieme, soprattutto nei tempi di riposo. E quel poter vivere una relazione di vicinanza genera profondo appagamento nel cane».

Accade dunque anche quando il corpo dell'umano è stato sepolto, perché il cane ricorda il luogo in cui lo ha visto o percepito per l'ultima volta: «Il cane quindi torna alla tomba perché ha voglia di riposarsi e di ricongiungersi alla persona con cui condivideva la vita nel luogo dove quest'ultima è per "l'ultima volta"», conclude Morettini.

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Annissa Defilippi
Giornalista
Racconto storie di umani e animali perché ogni individuo possa sentirsi compreso e inserito nella società di cui fa parte a pieno diritto. Scrivo articoli e realizzo video mettendomi in ascolto dei protagonisti; nascono così relazioni che, grazie a Kodami, possono continuare a vivere.
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