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26 Febbraio 2024
18:04

Da dove escono le fusa dei gatti

Gli scienziati si sono interrogati per lungo tempo sul meccanismo alla base delle fusa e studi recenti sembrano confermare che questo suono arrivi dalla laringe. Ma le fusa sono volontarie oppure no?

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Validato da Sonia Campa
Membro del comitato scientifico di Kodami
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Le fusa sono con tutta probabilità uno dei suoni che, insieme al miagolio, fanno subito pensare al gatto. Questo “ronzio” basso e ritmico che il micio emette molto spesso in situazioni di confort e benessere (anche se alcuni tendono a emetterle anche in situazioni di stress) per molti anni è rimasto una sorta di mistero, con gli scienziati che si sono dati da fare per capire come venisse emesso. Ma di recente è arrivata una risposta che sembra confermare le ipotesi: il gatto fa le fusa attraverso la laringe, e in un modo differente rispetto a quanto si riteneva in precedenza.

Il meccanismo delle fusa del gatto

Gli scienziati si sono interrogati per lungo tempo sul meccanismo alla base delle fusa. In passato è stato ipotizzato che potesse dipendere dalla vibrazione del vaso sanguigno più grande, chiamato vena cava, amplificato poi dalla cassa toracica, o ancora dalla vibrazione dello ioide, l'osso che si trova alla base della lingua.

Alla fine si è capito che la “responsabile” delle fusa è la laringe. Sino a qualche tempo fa si riteneva che le fusa venissero prodotte dalle contrazioni rapide dei muscoli della laringe, appunto, che alternando compressione e dilatazione della glottide, grazie al passaggio dell'aria durante la respirazione, causerebbero il caratteristico suono a bassa frequenza (quella media oscilla tra 21,98 Hz e 23,24 Hz) che viene percepito anche al tatto attraverso la vibrazione.

Un recente studio pubblicato su Current Biology e condotto da un team internazionale di esperti guidato da Christian Herbs dell'Università di Vienna è andato ulteriormente in profondità, ipotizzando che le fusa non necessitino di una contrazione muscolare attiva e volontaria, ma sia sufficiente l’input da parte del cervello.

Secondo i ricercatori, che hanno analizzato la laringe di otto gatti domestici deceduti, la laringe è sì responsabile delle fusa, ma compressione e dilatazione non sarebbero necessarie. Gli scienziati per dimostrarlo hanno compresso le corde vocali dei gatti e insinuato al loro interno aria calda e umidificata, notando come venissero prodotte fusa attraverso l’oscillazione in automatico.

Dalle indagini anatomiche, inoltre, il team di ricercatori ha individuato delle piccole masse di tessuto connettivo incorporate nelle corde vocali, una sorta di cuscinetti, che potrebbero spiegare come un animale così piccolo possa produrre un suono a frequenze così basse, tipico di animali più grandi con corde vocali più lunghe.

Le fusa dei gatti sono volontarie o involontarie?

Lo studio pubblicato su Current Biology non chiarisce del tutto se le fusa siano volontarie o involontarie. Se i risultati del test hanno infatti dimostrato che non servirebbe una contrazione attiva dei muscoli da parte del gatto per produrle, resta comunque necessario l’input del cervello per “attivare” questo riflesso.

Si può dunque dire che il gatto, almeno stando a quanto riscontrato dai ricercatori, non debba necessariamente attivare specifici muscoli o movimenti per produrre le fusa, ma che è comunque necessario che a livello neurale questa reazione venga stimolata.

Cosa stimola le fusa

La carezza non attiva necessariamente le fusa, ma può provocare uno stato di benessere nel gatto che lo spinge a emettere questo suono. Le fusa infatti sono una reazione a specifici stati d’animo, anche se la maggior parte degli studi hanno ipotizzato che abbiano diverse funzioni.

Le fusa vengono emesse dai gattini sin dai primissimi giorni di vita, e si ritiene che svolgano un ruolo importante nella comunicazione tra madre e cuccioli. Vengono emesse, per esempio, durante l'allattamento, o in diverse altre circostanze che esprimono relazione e socialità. Possono quindi comunicare sia uno stato di benessere e rilassamento sia un bisogno di rassicurazione, sia essere usate per rafforzare i legami sociali o segnalare una richiesta di attenzione e cibo. Nel corso del tempo, questo comportamento, nato per la comunicazione intraspecifica, è stato poi trasferito anche sull'uomo, che con la domesticazione ne ha accentuato l'intensità e la permanenza anche nella vita adulta.

Ci sono poi gatti che emettono le fusa in altre circostanze diametralmente opposte: non quando stanno bene o si sentono tranquilli e a loro agio, ma quando sono angosciati, stressati o sentono sofferenza psicofisica. Le fusa hanno infatti un effetto benefico anche su ossa e muscoli, e con la vibrazione avrebbero la capacità di lenire il dolore, stimolando il cervello a rilasciare ormoni antidolorifici che aiuterebbero i felini a rilassarsi e ad affrontare al meglio una ferita o un trauma.

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Andrea Barsanti
Giornalista
Sono nata in Liguria nel 1984, da qualche anno vivo a Roma. Giornalista dal 2012, grazie a Kodami l'amore per gli animali è diventato un lavoro attraverso cui provo a fare la differenza. A ricordarmelo anche Supplì, il gatto con cui condivido la vita. Nel tempo libero tanti libri, qualche viaggio e una continua scoperta di ciò che mi circonda.
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