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4 Maggio 2022
16:30

Cuterebra nel gatto: cos’è, sintomi e terapia

La cuterebra è una malattia parassitaria cutanea poco conosciuta che può colpire accidentalmente i gatti. Ecco quali sono i sintomi e la terapia da seguire.

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Professore universitario di Fisiopatologia veterinaria
Articolo a cura del Dott. Giuseppe Borzacchiello
Medico Veterinario e Professore universitario, esperto di patologia animale
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La cuterebra è una malattia parassitaria cutanea causata da larve (miasi) che può colpire accidentalmente i gatti. È diffusa negli Stati Uniti e in alcune aree tropicali mentre è rara in Europa. Le larve di questo insetto possono incistarsi nel tessuto sottocutaneo dei gatti e svolgere una parte del loro ciclo vitale in questa sede. Più rara l’infestione viscerale con sintomi respiratori e/o neurologici. La presenza di larve nel tessuto sottocutaneo spesso è indicativa ai fini diagnostici. La terapia consiste nella rimozione di queste larve o in una terapia farmacologica in caso di sintomatologia da migrazione viscerale.

Che cos'è la cuterebra nel gatto

Il termine cuterebra fa riferimento ad un’infestione parassitaria causata da mosche del genere Cuterebra di cui sono note diverse specie diffuse soprattutto negli Stati Uniti e in Canada sebbene la presenza di Cuterebra è stata segnalata anche in Messico e nelle regioni neotropicali.

I soggetti adulti depongono le uova vicino o in prossimità di tane di roditori e conigli. Dopo la schiusa, le larve entrano nel corpo dell'ospite (lepri, conigli e roditori) attraverso orifizi naturali (es. naso o bocca) oppure una ferita cutanea. Se penetrano dalla bocca o dal naso le larve compiono un tragitto migratorio fino al tessuto sottocutaneo. In questa sede le larve si incistano continuando il loro sviluppo che può durare diversi giorni. Dopo aver lasciato l'ospite, la larva si trasforma in pupa (stadio immobile simile a un bozzolo) cade al suolo o comunque rimane dispersa nel terreno. Lo stadio di pupa varia in dipendenza della temperatura ambientale fino allo sviluppo in mosche adulte.

Il gatto può essere ospite accidentale delle larve nel tessuto sottocutaneo. Ciò succede più frequentemente se l’animale si trova in prossimità di tane di roditori o conigli.

Sintomi

Le prime fasi della miasi sono raramente visibili ad occhio nudo. La maggior parte dei casi non diventa evidente fino a quando la larva non determina un rigonfiamento che si vede o si percepisce al tatto sotto la pelle. Talvolta, è presente un piccolo foro sull’epidermide. Questo si allarga quando la larva è maturata e sta per lasciare l'ospite. A volte, non si nota nulla di anormale fino a quando la larva non ha lasciato l'ospite e la cisti si infetta o forma un ascesso cutaneo. In molti casi, l'infezione batterica secondaria e l’ascesso che si sviluppa nella cisti vuota determina conseguenze più importanti della semplice presenza della larva stessa.

Esistono poi delle forme cliniche neurologiche o polmonari rapportabili alla migrazione delle larve. L’animale può manifestare sintomi quali inclinazione della testa, movimenti non coordinati oppure tosse, starnuti e sintomatologia respiratoria non specifica. Talvolta, le larve possono introdursi nel corpo animale tramite l’occhio e dunque il gatto può manifestare segni quali scolo e disturbi visivi fino alla cecità.

Diagnosi

La diagnosi della malattia si effettua mediante identificazione delle larve nelle lesioni sottocutanee. Risulta più impegnativo fare una diagnosi eziologica in presenza di una sintomatologia respiratoria e/o neurologica che non è specifica.

Terapia

Il medico veterinario potrà procedere alla rimozione manuale delle larve dalle cisti. Se l’infestione è viscerale allora si potrà procedere con una terapia farmacologica.

Le informazioni fornite su www.kodami.it sono progettate per integrare, non sostituire, la relazione tra il paziente ed il proprio veterinario.
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Giuseppe Borzacchiello
Professore universitario di Fisiopatologia veterinaria
Sono professore universitario di ruolo presso il Dipartimento di Medicina veterinaria e Produzioni animali dell’Università degli studi di Napoli Federico II e titolare della cattedra di Fisiopatologia degli animali domestici. Ho insegnato in diverse Università italiane, corsi di perfezionamento e master universitari. Appassionato di animali e di cani in particolare, mi occupo da oltre vent’anni di ricerca scientifica nel campo della patologia spontanea degli animali domestici e di tematiche inerenti l’oncologia comparata.
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