Cucciolo spinto sott’acqua più volte da due ragazzini in spiaggia a Genova

Due ragazzini hanno maltrattato un cucciolo meticcio in spiaggia a Bogliasco, nel levante genovese. I due hanno spinto sott'acqua un cucciolo di poche settimane più volte, senza dargli tempo di riprendere fiato e se lo passavano come un pallone.

Alcuni bagnanti, assistendo alla scena e alla sofferenza del cane che guaiva, hanno chiamato il 112. Quando i Carabinieri hanno raggiunto il bagnasciuga, però, i responsabili si erano già dati alla macchia, non prima di aver lanciato il meticcio a terra. Il cagnolino è stato preso in braccio da una militare e con l'ausilio della polizia locale è stata chiamata l'ambulanza veterinaria. Il milite della Croce Gialla di Genova lo ha prelevato e portato in una clinica del centro dove l'animale ha passato la notte in osservazione: avendo bevuto molta acqua di mare, rischiava un avvelenamento da iodio, cosa che può essere molto pericolosa e può portare ad uno stato patologico che favorisce la disidratazione.

I militari, in queste ore, stanno analizzando le registrazioni di alcune telecamere di video sorveglianza cittadina e, secondo fonti investigative, i due ragazzini sarebbero anche gli autori di uno scippo con strappo avvenuto domenica in stazione a Pieve Ligure ai danni di un anziano. Non curanti dei diritti umani e degli animali sono dunque ricercati dalle forze dell'ordine.

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di Andrea Barsanti

Il cucciolo che non ha microchip e non risulta registrato all'anagrafe canina, dopo il ricovero sarà portato al canile municipale Monte Contessa in sequestro esecutivo.

Nel 2004, la legge n. 189 “Disposizioni concernenti il divieto di maltrattamento degli animali, nonché di impiego degli stessi in combattimenti clandestini o competizioni non autorizzate"” inserisce all'interno del Codice penale il titolo IX bis sui “delitti contro il sentimento per gli animali”.

Il maltrattamento a danno di un animale è un reato penale, che la legge 189 del 2004 ha elevato da semplice contravvenzione a delitto, prevedendo la reclusione per i reati più gravi e la confisca degli animali oggetto di maltrattamento, prima non prevista. Inoltre, la legge italiana condanna non solo coloro che uccidono senza necessità gli animali ma anche chi li fa soffrire inutilmente, costringendoli ad esempio a vivere in condizioni degradanti.