Un cucciolo di circa tre mesi è morto in seguito ad avvelenamento in contrada Renella, a Sciacca, nell'agrigentino. Nonostante le cure di primo soccorso, prestate tempestivamente dal servizio veterinario pubblico intervenuto sul posto, il povero animale è deceduto a causa del potente veleno ingerito che non gli ha lasciato scampo.
Il Partito Animalista Italiano ha denunciato l'accaduto in Procura: «Quello che è successo a Sciacca ci lascia a dir poco sgomenti. Non è possibile che qualcuno, impunemente, continui a commettere atti violenti nei confronti di poveri animali indifesi».
Già nelle settimane precedenti, sempre nella provincia di Agrigento, si erano verificati diversi episodi di avvelenamento di cani sia liberi che cosiddetti “padronali”.
I veterinari e le associazioni animaliste intervenute nel recupero degli animali avvelenati, avevano lanciato diversi appelli ai concittadini, invitandoli a prestare attenzione al pericolosissimo veleno metalteide lumachida, utilizzato nei campi per allontanare le lumache, ma che può essere fatale per tutti gli animali, domestici e selvatici, che entrano in contatto con la pericolosa sostanza.
La prima a lanciare l’allarme era stata Francesca Orsini, volontaria dell’associazione “Anime del Sud” operante a Menfi, in provincia di Agrigento. La volontaria, il 4 di gennaio, aveva infatti soccorso un cane che gli era stato segnalato dai concittadini in gravi condizioni, perché purtroppo vittima di avvelenamento.
Poi è stato il turno dell’associazione “Amici di Olivia”, operante sempre a Menfi, che aveva indicato la cosiddetta “zona Pip” come pericolosa, perché nei paraggi era stato trovato del metaldeide, dunque sempre il veleno lumachida, pericoloso e nella maggior parte dei casi addirittura mortale per cani e gatti che lo ingeriscono.
Ora i membri del Partito Animalista, si rivolgono al Primo Cittadino di Sciacca, affinchè si possa procedere ad una bonifica della zona in cui il povero cucciolo è stato intossicato dal veleno, di cui la sua natura rimane comunque incerta. Saranno gli inquirenti infatti a risalire alla natura del composto chimico utilizzato, per verificare se possa trattarsi di un boccone avvelenato, consapevolmente preparato da qualcuno per attirare i quattro zampe e condurli alla morte, o se possa anche trattarsi di un “incidente” causato da un pesticida come il lumachida, disseminato nelle aree per proteggere i campi.
Se i veleni, venduti regolarmente dai negozi autorizzati, vengono utilizzati in zone delimitate e recintate, in cui gli animali non hanno accesso, il problema non si pone. Ma se, al contrario vengono disseminati dagli agricoltori in zone libere, in cui molti animali liberi sostano, si pone il problema della loro incolumità e si potrebbe incorrere in sanzioni previste dalla legge. Di norma, infatti se viene utilizzato un fertilizzante o un pesticida di natura velenosa, dovrebbe essere dato un avviso ai residenti della zona interessata che potrebbero così prendere delle precauzioni per salvaguardare i propri animali.
«Chiediamo al sindaco di Sciacca di adempiere immediatamente alle sue responsabilità – prosegue il dirigente del Partito Animalista Italiano– quindi, bonificare immediatamente l’intera area oggetto delle esche avvelenate e allo stesso tempo fare tutto il possibile, mediante anche l’intervento della polizia locale, per assicurare il prima possibile alla giustizia, chi si sta macchiando di una azione così meschina e crudele. Noi del Partito chiediamo aiuto ai residenti della zona affinché ci aiutino a trovare i responsabili di questo crimine Chi avesse visto qualcosa e vuole aiutarci a trovare il responsabile può farlo, anche in forma anonima, contattandoci telefonicamente al numero: 3471440434».