È stato trovato a terra su una pista ciclabile, quasi in fin di vita, ma fortunatamente qualcuno non troppo distratto ha deciso di chiamare i volontari dell’Enpa Milano per sapere se lo avrebbero potuto soccorrere. E ovviamente la risposta è stata positiva: «Siamo rimasti molto sorpresi quando abbiamo visto di che animale si trattava, perché lo scoiattolo rosso (lo scoiattolo comune europeo) che è arrivato qui da noi in non buone condizioni, è una vera e propria rarità per la nostra sezione. Infatti, è una specie che ama la tranquillità dei boschi e non il caos cittadino».
Lo scoiattolino, giunto in realtà da fuori Milano, precisamente da Lazzate comune della Brianza e per questo soccorso e portato nel centro Enpa, è stato messo subito sotto osservazione e in terapia per contrastare il deperimento e la sintomatologia neurologica ma per fortuna, dopo i primi giorni di grande incertezza, ha iniziato a dare segni di ripresa. Nelle foto pubblicate nel post, lo si vede «in una bella progressione da scoiattolo “stropicciato” a scoiattolo famelico» come scrivono i volontari che ci tengono a sottolineare ancora una volta che «agli animali non deve essere mai somministrato latte vaccino, ma occorre latte specifico che non si trova generalmente in commercio nei canali tradizionali». Venerdì mattina scorso il piccolo animale è stato trasferito al CRAS di Vanzago, dove se ne occuperanno fino al suo completo svezzamento, per poi ridargli la libertà al momento opportuno.
La presenza dello scoiattolo rosso (Sciurus vulgaris) nei boschi è essenziale per il loro rinnovamento, perché questi animaletti immagazzinando i semi e poi disperdendoli aiutano la diffusione di molte specie di piante. Nel Parco del Ticino, l’area naturale protetta in Lombardia, la specie è presente in gran parte dei boschi, ma la sua sopravvivenza è minacciata anche dalla presenza dello scoiattolo grigio (Sciurus carolinensis) che, dal momento in cui ha messo piede in Europa, ha sperimentato un successo riproduttivo sorprendente, invadendo l’habitat del cugino e rubando, spesso, anche le sue scorte di cibo.
In Italia lo scoiattolo grigio ha già colonizzato Piemonte, Liguria e Lombardia ma non ci vorrà molto perché si diffonda ancora di più. Per tale motivo diversi organismi nazionali e internazionali hanno più volte richiesto che ci si attivasse per l’eradicazione di questo invasore, come imposto dalla Convenzione di Berna sulla biodiversità. A seguito di queste considerazioni è stato elaborato un piano d’intervento per contenere lo scoiattolo grigio, ma purtroppo, il piano prevedeva la cattura e la soppressione degli animali tramite eutanasia. La notizia, però, ha creato una dura reazione da parte dei gruppi animalisti e di conseguenza il progetto in fase di sperimentazione ha fatto marcia indietro non prevedendo più l’uccisione dei poveri animali ma la loro sterilizzazione.
Gli ambientalisti chiaramente criticano il passaggio che ritiene la morte degli scoiattoli grigi l’unico metodo di contenimento quando il fenomeno delle specie alloctone si può risolvere anche senza ricorrere a metodologie violente, ma con per esempio le sterilizzazioni. Del resto, senza negare che la decrescita del numero degli scoiattoli rossi dipenda in parte da quelli grigi, è vero anche che la loro estinzione è provocata molto di più dalla continua diminuzione delle aree boschive e dalle sostanze chimiche usate in agricoltura. Forse sarebbe un buon inizio un provvedimento che blocchi definitivamente l’importazione di tutti gli animali esotici, vista la quantità di persone che, una volta che ritengono i loro ospiti ingombranti, altro non fanno che liberarli in natura senza pensare minimamente alle conseguenze.