Un gruppo di ragazzini del rione Don Bosco di Bolzano, in Trentino, ha usato un piccolo di riccio come un pallone per giocare a calcio.
Un gesto orribile, successo a inizio luglio e reso noto dal Südtirol Exotic Vets su Facebook. Unica cosa positiva della storia il lieto fine per l'animale grazie ai volontari del Crab, il centro di recupero fauna selvatica, e dei medici veterinari dello studio che si spendono quotidianamente per cercare di salvare gli animali selvatici.
Davanti a quei ragazzini che si lanciavano tra di loro il riccio di poche settimane qualcuno, per fortuna, non ha lasciato correre e ha fermato la barbarie recuperando Johnny, così è stato chiamato, e portandolo alla clinica, di fatto salvandolo, e avviando il suo percorso di rinascita.
«Quando è arrivato Johnny era piccolissimo – spiega il dottor Stefano Capodanno – quindi abbiamo predisposto un piano di alimentazione ogni quattro ore, anche di notte, per fargli raggiungere un peso soddisfacente. Quindi lo abbiamo sverminato con trattamenti antiparassitari. Grazie, poi, al fondamentale aiuto dei volontari siamo riusciti a portarlo ad un buono stato di salute permettendogli di procedere al passaggio successivo prima dell’immissione in natura».
Il passo avanti ruota attorno alla disponibilità di Alessio Leonardi, volontario del Crab, che ha messo a disposizione un piccolo angolo di giardino in un terreno privato, un po’ più fuori città, a ridosso della montagna e a due passi dal bosco, e qui ha allestito un piccolo recinto dove Johnny rimarrà per una decina di giorni prima di essere liberato in natura.
«Ora passiamo alla fase successiva che significa che lo abituerò ad alimentarsi anche con i vermi e le prede naturali in modo che possa lentamente adattarsi a un contesto più selvatico quale sarà il suo habitat non appena pronto ad affrontarlo». Un futuro, quindi, che a differenza di quello che sarebbe potuto succedere, è diventato decisamente più roseo.
La storia di Johnny mette in luce i problemi che si vivono quotidianamente in città per l’assenza di un centro di recupero degli animali selvatici: «Quello che i veterinari della nostra equipe e i volontari hanno fatto è straordinario – dice il dottor Vincenzo Mulè che coordina la clinica e le attività – Chiaro è che se ci fossero degli spazi per un centro di recupero sarebbe diverso. Siamo contenti che il progetto per Castel Firmiano sia stato approvato e sostenuto dal Comune di Bolzano ma siamo ancora in attesa del via libera ufficiale della Provincia e dell’assessorato competente. Sarebbe quantomai necessario averlo per procedere con i lavori il prima possibile».