Nella nottata tra mercoledì 31 agosto e giovedì primo settembre, è stato investito e ucciso un cucciolo di orso (Ursus arctos) del peso di circa 20 chilogrammi e circa 7 mesi di età. Il fatto, che ha causato probabilmente la morte improvvisa, è avvenuto nei pressi di Vermiglio, a pochi chilometri dal confine tra il Trentino e la Lombardia, sul finire della Val di Sole. Nessun autista ha segnalato l'accaduto alla Polizia locale e, infatti, a individuare l'animale senza vita sul ciglio della strada sono stati alcuni passanti nelle prime ore della mattinata, i quali hanno richiesto l'intervento del corpo dei Vigili del Fuoco volontari per la rimozione del corpo dell'animale, che verrà sottoposto ad analisi del DNA.
«Impossibile risalire all'orario e alla dinamica dell'evento – spiega a Kodami Ivana Sandri, presidentessa della sezione trentina dell'Enpa (Ente Nazionale Protezione Animali) – Può accadere a chiunque di investire un animale e, spesso, non è affatto un atto commesso intenzionalmente. Lasciarlo morire senza avvisare le autorità, però, è a tutti gli effetti un reato penale e rappresenta forse il più grave tra i delitti di maltrattamento. Per questo chiediamo a chiunque abbia visto qualcosa di farcelo sapere immediatamente e inoltriamo, inoltre, alla Polizia la richiesta di intervenire con un'indagine giudiziaria che non si limiti a individuare il DNA dell'orso, ma indaghi sugli indizi che possono aiutare a individuare il colpevole».
Un fatto simile era avvenuto anche lo scorso mese di maggio, quando ad essere investito era stato M78, un orso di due anni di età, in località Crescino, in Val di Non.
«Impossibile non accorgersi dell'impatto con un animale di queste dimensioni – commenta Sandri – Per questo motivo, abbiamo il dubbio che possa trattarsi di qualcuno che, infastidito dalla presenza dell'animale, si rende protagonista di inseguimenti pericolosi e potenzialmente letali, come abbiamo visto accadere altre volte in Trentino».
«Non siamo solo delinquenti, molti trentini amano gli orsi»
Saranno le indagini a stabilire come si sono svolti i fatti legati all'impatto che ha causato la morte dell'orsetto, ma secondo la presidentessa di Enpa Trentino, il fatto che sia stato lasciato lungo la strada rappresenta un elemento chiave: «Ci chiediamo perché bisognerebbe sentire il desiderio di scappare se non si ha la coscienza sporca? Proprio questo è il fattore che ci fa credere nella possibilità di avere a che fare con qualcuno che ha agito in maniera consapevole e volontaria», commenta Sandri.
Ciò nonostante, Enpa ci tiene a sottolineare che non tutti gli abitanti del Trentino mostrano questo comportamento nei confronti degli orsi, una specie reinserita sul territorio più di 20 anni fa, attraverso il progetto europeo Life Ursus in collaborazione con il Parco Naturale Adamello Brenta.
«Purtroppo i fatti di attualità fanno pensare che gli incontri con gli orsi siano sempre legati ad eventi come questo. Spesso, però, sappiamo dimostrare anche rispetto e amore per la fauna selvatica e molti trentini sono orgogliosi di vivere accanto all'orso in un ambiente famoso per la sua diversità – conclude Sandri – Non siamo solo delinquenti: negli anni siamo stati in grado di compiere anche gesti straordinari nei confronti degli animali, è proprio per questo motivo che confidiamo nell'aiuto di possibili testimoni dell'incidente di Vermiglio».
Gli investimenti in Trentino: un fenomeno in continuo aumento
La questione degli investimenti della fauna selvatica in Trentino rappresenta da tempo un importante argomento di dibattito. Le associazioni attive sul territorio chiedono alle amministrazioni locali di intervenire con la messa in sicurezza dei tratti stradali più interessati da questi eventi, ma la Provincia Autonoma ha risposto nel 2021 annullando l'indennizzo per chi rimane coinvolto negli investimenti di ogni specie, orsi compresi.
Il consigliere provinciale di Onda Civica Filippo Degasperi, aveva commentato la decisione affermando che: «Senza un'assicurazione, i cittadini si troveranno ad essere vittime degli scontri e, da soli con la propria emotività, saranno pronti a scaricare la rabbia sugli animali».
Giovanni Giovannini, responsabile del Servizio Faunistico provinciale del Trentino, intervistato alcuni mesi fa da Kodami proprio per parlare di questo argomento, aveva risposto alle critiche affermando che: «Non rischiamo assolutamente di peggiorare il rapporto tra le persone e gli animali e, anzi, credo che stiamo già intervenendo a sufficienza per favorire la convivenza. Sulle nostre strade bisognerebbe guidare più lentamente ed attentamente, questa sarebbe la soluzione più adeguata».