I principi della fisica – nello specifico, del galleggiamento – applicati al salvataggio di un animale. È successo in India, nel distretto di Midnapore, nel Bengala occidentale, dove un gruppo di ranger si è ingegnato per salvare un cucciolo di elefante caduto in una buca e rimasto bloccato.
Il video del salvataggio dell’elefantino nelle ultime ore ha catalizzato l’attenzione su Twitter proprio per la tecnica usata dai ranger: riempire la buca, molto profonda, con l’acqua, e sfruttare il principio di Archimede, secondo cui “ogni corpo immerso in un fluido subisce una forza diretta dal basso verso l'alto di intensità equiparabile alla forza-peso del fluido spostato”. L’obiettivo insomma era far galleggiare l’elefante sino alla sommità della buca, e poi aiutarlo con funi e bastoni per farlo uscire.
La scelta si è rivelata azzeccata: bypassando complesse operazioni di sollevamento che avrebbero richiesto mezzi appositi – un cucciolo alla nascita può superare i 100 kg di peso – i ranger sono riusciti a sollevare l’elefantino sino ai bordi della buca e a ricondurlo poi verso la foresta, incolume.
L’intervento è durato circa tre ore, come confermato da Sandeep Berwal, ranger dell’India Forest Service: «Abbiamo ricevuto la segnalazione all’una – ha spiegato – Alle 4 l’elefante è tornato nella foresta». Interventi di questo genere per i ranger sono quasi all’ordine del giorno: capita di frequente che gli elefanti, nei loro spostamenti, cadano in buche o fossi del terreno e non riescano più a uscire.
In alcuni casi vengono mobilitati ruspe ed escavatori per allargare la buca e consentire loro di uscire, per altri a vincere sulla forza bruta è l’ingegno, come accaduto nel caso dell’elefantino: «Un altro pachiderma salvato – ha detto Berwal – la raccomandazione per gli umani è di stare sempre molto attenti e mantenere una distanza di sicurezza dagli animali».