Sei cuccioli di Amstaff di appena 45 giorni e la madre sono stati sequestrati dalle guardie zoofile dell’Organizzazione internazionale protezione animali (Oipa) del Nucleo di Milano in un’operazione contro il traffico illegale di cuccioli svolta in collaborazione con i Carabinieri della Stazione del Comune di Pioltello. Multato l’umano di riferimento, un allevatore abusivo che aveva sfruttato i portali di annunci online per offrire gli animali.
L’indagine è partita da Alessandria, in Piemonte, dove le guardie Oipa del Nucleo locale stavano svolgendo accertamenti su alcuni annunci online. In Italia la legge prevede che la cessione di cuccioli debba avvenire esclusivamente dopo 60 giorni dalla nascita, per consentirne lo svezzamento. L’allevatore di Pioltello, Comune alle porte di Milano, li aveva invece messi in vendita al compimento del mese e mezzo d’età, quando i piccoli ancora non sono svezzati, e li offriva privi di microchip e dunque non registrati all'Anagrafe Canina.
Le guardie zoofile si sono quindi finte interessate all’acquisto di uno dei cuccioli e hanno fissato un appuntamento con il venditore: «Il finto acquirente si è recato da chi li deteneva – ha spiegato il coordinatore delle guardie zoofile Oipa di Milano – Monza Brianza, Fabio D’Aquila – che era pronto a consegnargli un cane al prezzo di 250 euro, quindi è scattata la trappola, siamo entrati in casa e abbiamo verificato le irregolarità».
Il blitz è stato condotto con la collaborazione dei Carabinieri. I sei cuccioli sono stati sequestrati insieme con la mamma, per l’allattamento, e trasferiti al canile sanitario di Vignate, in provincia di Milano, dove verranno affidati temporaneamente in attesa della confisca. Al venditore è stata invece staccata una sanzione di tremila euro ai sensi dell’articolo 105 della legge della Regione Lombardia n. 33/2009. La legge, il Testo unico delle leggi regionali in materia di sanità, cl comma e) dell’articolo 105 prevede il divieto di «vendere o cedere, a qualsiasi titolo, cani e gatti destinati al commercio non identificati e non registrati in anagrafe, nonché cani e gatti di età inferiore a sessanta giorni ed esporre nelle vetrine degli esercizi commerciali o all'esterno degli stessi tutti gli animali d'affezione».
Alla legge regionale si aggiunge quanto stabilito a livello nazionale dalla Legge n. 349 del 1993, “Norme in materia di attività cinotecnica”, dove l’attività cinotecnica è definita come “l'attività volta all'allevamento, alla selezione e all'addestramento delle razze canine”. L’allevamento di cani è considerato a tutti gli effetti un’attività imprenditoriale agricola quando i redditi che ne derivano sono prevalenti rispetto a quelli di altre attività economiche non agricole svolte dallo stesso soggetto, e quando l’allevamento comprenda almeno 5 fattrici, che annualmente producono non meno di 30 cuccioli.
Allevatore imprenditore agricolo corrisponde quindi ad “allevatore professionale”, mentre si definisce “allevamento amatoriale” l’allevamento che comprende meno di 5 fattrici e/o meno di 30 cuccioli nati annualmente. I controlli sanitari svolti dalle autorità competenti e la legislazione che regola l’attività di allevamento, specialmente quello amatoriale, sono però ancora scarsi, e capita con frequenza, anche grazie alla possibilità di portare avanti il traffico online, che pseudo-allevatori trasformino strutture non a norma in allevamenti abusivi del tutto sconosciuti al Fisco e in molti casi anche in netto contrasto con il benessere animale.