Aveva solo pochi giorni di vita ed era l'unica sopravvissuta di una cucciolata lasciata a morire in una scatola, ma alla fine anche lei non ce l'ha fatta.
A denunciare l'accaduto è Chiara Calasanzio, fondatrice dell'Oasi Ohana, un rifugio per cani abbandonati a Santa Margherita di Belice, in Sicilia. I piccoli erano stati ritrovati a Sciacca in una scatola abbandonata in campagna, e in quattro erano già deceduti. La scena che si è presentata davanti agli occhi dei volontari dell'associazione Balzoo Sciacca era terribile: i piccoli erano ricoperti dai vermi e dalle mosche che ronzavano e si poggiavano sui loro corpicini senza vita.
Tuttavia, uno dei cuccioli respirava ancora e a quel punto la presidente dell'associazione, Adriana Montalbano, seppur al collasso, non si è girata dall'altra parte e ha immediatamente contattato l'Oasi per chiedere supporto.
Qualche giorno fa Chiara aveva scritto sulla sua pagina Facebook:
"Buongiorno a tutti. La piccola, una femminuccia, è ancora viva. E questo è già un mezzo miracolo. Questa notte, insieme ad #Hola e alla gattina, ha dormito dalla preziosa Francesca Orsini che non smetterò mai di ringraziare. Non si attacca ancora a nessun tipo di biberon, ma ce lo aspettavamo perché il suo corpo era ormai freddo e per prendere una temperatura normale e costante ci ha messo quasi 12 ore".
Purtroppo, nonostante i tentativi disperati di strappare la cucciola allo stesso atroce destino riservato ai suoi fratellini, non c'è stato nulla da fare.
"È spirata poco fa, tra le mie braccia. Volevo informarvi con il cuore che sanguina", ha scritto Chiara su Facebook il 25 aprile. Così la rabbia della volontaria è esplosa.
Chiara ha deciso di scrivere una lettera aperta ai Sindaci siciliani che vi riportiamo integralmente:
"Gentili Sindaci, mi chiamo Chiara Calasanzio, sono la fondatrice del rifugio Oasi Ohana che attualmente ospita circa 100 cani provenienti da abbandoni, maltrattamenti e randagismo. Posso dire di ospitare almeno un cane di ogni vostro comune, e li ho accolti senza proclami e, soprattutto, senza richieste di rimborsi, senza proteste, senza lamentarmi, nonostante, oltre a questi, io vi abbia privato, riuscendo a farli adottare, di circa 100 randagi all'anno, e anche se solo la metà fossero state femmine, provate a immaginare cosa, oggi, avreste nelle vostre strade.
E l'ho fatto, chiaramente, non per fare un favore alle vostre amministrazioni, ma perché per me è un dovere morale e una missione quella di salvare quanti più cani possibili dal randagismo, dai sadici, dalla morte. Vi scrivo perché questo weekend siamo arrivati ad un punto di non ritorno. Perché l'ultima mattanza a cui ho assistito deve essere l'ultima, deve essere utile a mettere un punto e a ripartire.
Ho visto con i miei occhi, nella civilissima Sciacca, baluardo di cultura e arte, cinque cuccioli di cane abbandonati a morire per strada, appena nati, lasciati come pasto per mosche e tafani. Sono morti lentamente mentre le mosche li scavavano sempre di più, sempre di più. Io non dormo da un paio di giorni. Anche perché una loro sorellina speravo di salvarla, ma invece mi è morta tra le braccia, l'ho sentita esalare l'ultimo respiro.
Avete idea di cosa si provi? Questi cinque cuccioli uccisi non saranno alcuni tra tanti. Questi sono i cuccioli che vi spingeranno a prendere una decisione storica: io oggi vi chiedo di provvedere allo stanziamento di fondi destinati alla sterilizzazione gratuita e volontaria dei cani padronali e di quartiere. Il nostro progetto prevede un censimento, quartiere per quartiere, di questa tipologia di cane, da effettuarsi con l'aiuto delle forze civiche a sostegno di quelle municipali, e mi riferisco alle associazioni di protezione civile, a quelle di protezione degli animali e dei boschi ecc.
Si dovrà provvedere, chiaramente, ad una convenzione con i veterinari per abbassare il prezzo di ogni singolo intervento perché si parla di centinaia di cani per ogni comune. Io non voglio accusare nessuno, e so bene cosa voglia dire amministrare un comune a fronte di tagli, emergenze e follie burocratiche. Però so anche che se si vuole si può. E che se non farete nulla in questa direzione ogni altro cane ucciso sarà sulla vostra coscienza, così come sulla mia, perché vorrà dire che non ho fatto abbastanza per salvarli e per convincervi. Io credo che il momento sia arrivato. E conto che sia arrivato anche per voi. Con speranza, Chiara Calasanzio – Rifugio Oasi Ohana"
Fonte: Oasi Ohana