Chi desidera far arrivare un cucciolo di cane nella propria famiglia ha probabilmente provato a digitare almeno una volta su Internet alcune parole chiave come “cerco cucciolo di cane”, “cuccioli di cane in vendita” o “si regala cucciolo di cane”. Ed eccoci immediatamente catapultati in decine e decine di pagine: siti di vendita online, social network o siti privati con foto di cuccioli di simil-razza e un breve annuncio. Insomma, ogni giorno centinaia di cuccioli sono merce per una compravendita a prezzi competitivi, indisturbata e senza scrupoli. Ma da dove provengono questi animali? E quante garanzie offre un acquisto di questo tipo?
Le garanzie sono davvero poche, praticamente nulle, perché dietro questi annunci si nascondono spesso persone che guadagnano sulla pelle di animali vittime di traffici illeciti internazionali, e nati da cucciolate casalinghe, con fini discutibili in termini legali, fiscali e soprattutto etici.
Non è quindi necessario andare troppo lontano, fino all’Europa dell’Est, per veder calpestati i diritti e il benessere del cane; il commercio illecito di cuccioli è proprio sotto i nostri occhi e a portata di un click.
Cosa sono le cucciolate casalinghe?
Proviamo a semplificare le motivazioni per cui esistono le cucciolate casalinghe in tre situazioni distinte, per poi focalizzarci sulle cucciolate che generano una compravendita.
Le tre diverse situazioni sono quindi:
- Le cucciolate di cani senza pedigree, venduti come di razza, pianificate e con scopo di lucro;
- Le cucciolate pianificate senza specifico scopo di lucro. Queste cucciolate nascono solitamente dall’affermazione “il mio cane deve accoppiarsi almeno una volta” o “la mia cagnolina deve provare l’emozione di essere madre”. I cuccioli in questo contesto vengono solitamente regalati anche se non ne è esclusa la vendita. Il limite tra il desiderio di fare “qualcosa di positivo” per il proprio cane (da un punto di vista antropocentrico) e lo scopo di lucro è quindi davvero sottile, celandosi dietro queste affermazioni il desiderio di intascare qualche soldo;
- Le cucciolate inaspettate o indesiderate. Sottolineiamo questa differenza semantica proprio perché la condotta che ne consegue è drasticamente diversa: nel primo caso i cuccioli vengono di solito regalati, mentre nel secondo caso ne deriva un tragico finale: l’abbandono o la soppressione dei cuccioli.
Ciò che vi è di diverso in questi tre scenari è il fine ma il risultato è sempre lo stesso: una quantità incalcolabile di cuccioli. I tre scenari sono ugualmente insostenibile se consideriamo la sovrappopolazione di cani senza una famiglia che esiste nel nostro Paese.
Soffermiamoci però sulle cucciolate casalinghe a scopo di lucro. È interessante analizzare questo fenomeno in quanto le aspettative del “consumatore” sono spesso tradite, il benessere degli animali è dubbio e l’etica della condotta è realmente discutibile.
Perché il mercato delle cucciolate casalinghe è così vivo?
Nonostante le aspettative ampiamente tradite, questo mercato si espande sotto gli occhi di tutti. Si tratta di un commercio vivo ed attivo perché alimentato da chi ancora acquista tramite questa strada. Una famiglia alla ricerca di un cucciolo ha come principali alternative:
- L’adozione dal canile;
- L’acquisto in allevamento;
- L’illegalità dell’acquisto da una cucciolata casalinga.
Mentre nei canili è possibile trovare adulti di razza (anche a seconda delle aree territoriali), è meno probabile incontrare cuccioli di razza. Inoltre, l’adozione di un cucciolo di canile viene a volte scartata perché il processo di adozione è giudicato “troppo lungo” (è invece una garanzia di un'adozione responsabile) o perché vige l’incertezza e il timore rispetto alla futura taglia dell’animale.
Gli allevamenti vengono spesso scartati perché alla fine dei conti non si è disposti a spendere tanto per un cane con pedigree. Si inizia, allora, a navigare su Internet e si viene catapultati in questo mondo di cuccioli, con caratteristiche fisiche riconducibili a una razza, ma non di razza, per poche centinaia di euro.
In Italia la razza di un cane è attestata solo ed esclusivamente dal pedigree. Ogni cane, anche morfologicamente identico ad un cane di razza, che non ne possiede uno è considerato un meticcio di fronte alla legge italiana e alle regole dettate dall’ENCI (Ente Nazionale Cinofilia Italiana). La vendita di cani proposti come “di razza” senza che questa qualità sia attestata dal pedigree è vietata dal Decreto Legislativo n. 529 del 30 dicembre 1992.
Possiamo riassumere dicendo che la scelta di chi compra in questo mercato di venditori (che non possono essere definiti allevatori) è solitamente il risparmio e la via più facile perché con meno burocrazia. I cani vengono di solito venduti senza microchip, senza garanzie sanitarie e di benessere animale.
Perché non bisogna acquistare da cucciolate casalinghe?
Negli allevamenti autorizzati ritroviamo, o dovremmo ritrovare, alcune caratteristiche che le cucciolate casalinghe non garantiscono. Di grande importanza sono:
- Un programma di nascite specifico, che mira al benessere, sia psichico-emozionale che fisico tanto della madre come dei cuccioli, dove vengono rispettati i tempi di ripresa della cagna tra una cucciolata e l’altra, e gli stessi cuccioli sono affidati alle future famiglie nel periodo sensibile più adatto, che si inserisce tra la fase di distacco dalla madre e la fase di socializzazione verso il mondo esterno;
- Il mantenimento di una buona linea genetica degli animali, soprattutto nella prevenzione della trasmissione e nel diagnostico precoce di malattie genetiche specifiche della razza;
- La regolarità nella compravendita, nell’identificazione del cane mediante microchip, nel passaggio di proprietà certificato in Anagrafe canina e in tutte le certificazioni sanitarie che devono accompagnare l’animale;
- La garanzia rispetto alla salute dell’individuo e alla sua reale appartenenza ad una razza;
- Un processo di pre-affido e una corretta informazione sulle caratteristiche di temperamento della razza;
- Una comunicazione aperta nelle prime fasi del post-affido.
Nelle cucciolate casalinghe a stento viene data la possibilità di osservare le condizioni di detenzione degli animali e di conoscere la madre, ancor meno il padre e nulla si sa dei nonni del cucciolo che si sta acquistando. Vige quindi un velo di incognita rispetto al loro stato di salute e, da non sottovalutare, rispetto al loro comportamento. La scienza ha ormai confermato che la genetica porta dietro con sé anche le caratteristiche di temperamento.
Come saranno quindi i figli di due animali paurosi o aggressivi? Di che salute godranno i figli di due cani portatori di malattie genetiche? Le cucciolata casalinghe vengono gestite da persone che non hanno nozioni specifiche di genetica, di salute o di comportamento animale e che sono solitamente spinte dall’interesse di cavalcare l'onda della moda della razza ricevendo denaro facile, sulle spalle degli animali.
Non importa se poi il cane, da adulto, avrà problemi comportamentali, di salute o se più banalmente non rispecchierà minimamente le caratteristiche morfologiche che le persone cercano. Saranno problemi della famiglia acquirente, che probabilmente spenderà in spese veterinarie cliniche o di medicina comportamentale ciò che ha risparmiato nel momento dell’acquisto del cucciolo.
Certamente non tutti gli allevatori – professionali o amatoriali che siano – lavorano in modo sempre etico e professionale, tuttavia sappiamo invece che le cucciolate casalinghe sono sempre e comunque da evitare.
Come si collegano le cucciolate casalinghe agli abbandoni e al sovraffollamento dei canili?
Se un cane proveniente da una cucciolata casalinga presenta problemi di salute o comportamentali oppure non corrispondere allo standard morfologico per il quale la famiglia ha speso del denaro, questa può arrivare ad abbandonarlo o a cederlo ad altre persone o a un rifugio. Non tutte le famiglie optano per una di queste decisioni, ma sappiamo perfettamente che sono fenomeni ancora diffusi e frequenti.
Le cucciolate casalinghe possono quindi finire per alimentare l’abbandono di cani da un lato e, seppur indirettamente, favorire l’affollamento dei cani di canile dall’altro, sia attraverso l’aumento degli ingressi sia togliendo loro la possibilità di trovare una nuova dimora.
Per coloro che vogliono condividere la propria vita con un cane è d’obbligo il passaggio in uno dei numerosi canili italiani, dove sono ospitati migliaia di individui in attesa di essere integrati in una famiglia, e che non se la passano poi così bene.
Se proprio si desidera un animale “di razza”, lo si può adottare nei numerosi rescue – presenti su tutto il territorio nazionale – che si dedicano al recupero di cani di razze specifiche, spesso con alle spalle storie di abbandono o sofferenza.
Insomma, le opzioni ci sono, e alla fine dei conti non importa che il cane sia di razza o no, l’importante è adottare e farlo consapevolmente!