Dalle alture di Genova arriva l’ennesima conferma di quanto sia necessaria la massima accortezza nel taglio dell’erba. Un’operazione apparentemente priva di potenziali pericoli, ma che per la fauna selvatica può essere letale. Così una cucciola di capriolo è rimasta gravemente ferita e ora lotta per la vita dopo essere stata colpita da una falciatrice mentre si era acquattata tra l’erba alta.
Tra la primavera e l’estate, stagioni di nuove nascite, le mamme capriolo lasciano i cuccioli appena nati nell’erba per nasconderli dai predatori, un comportamento chiamato “pronazione”. I piccoli, infatti, non hanno ancora le capacità per seguire la madre o difendersi dai pericoli. Nascondersi è la loro unica strategia di sopravvivenza e rimangono immobili anche con una falciatrice in azione. Se l’erba è molto alta diventa impossibile vederli e, quindi, serve la massima attenzione prima di iniziare le operazioni di sfalcio, tanto che ultimamente si è passati anche all’utilizzo dei droni per monitorare al meglio le aree sulle quali si sta lavorando e individuare così eventuali cuccioli nascosti tra la vegetazione.
La piccola capriola colpita nell’entroterra genovese ha riportato una profonda lacerazione alla schiena con raschiamento della colonna vertebrale. Una ferita che le rende difficile la deambulazione e le inibisce l’evacuazione, tanto che la vescica le deve essere svuotata manualmente dagli operatori del Centro Recupero Animali Selvatici di Campomorone che si stanno prendendo cura di lei.
«Cogliamo l’occasione per rinnovare l’appello – dicono dal CRAS – se proprio dovete tagliare l’erba, vi chiediamo di dare almeno una controllata per verificare se siano presenti piccoli caprioli acquattati. Questa accortezza potrebbe ridurre il più possibile eventi spiacevoli, salvando così molte vite ed evitando atroci sofferenze». «La situazione non è per niente facile – concludono in merito alle condizioni della piccola capriola – me noi non ci facciamo scoraggiare e continuiamo a lottare con lei».
Oltre a falciatrici e tosaerba, per i cuccioli si aggiunge anche la minaccia rappresentata dall’azione dell’uomo che, in buona fede, vedendoli accucciati in un prato, potrebbe essere portato a pensare che sia necessario prestare soccorso. Il loro comportamento, invece, è del tutto naturale e, anzi, il contatto con l’uomo potrebbe portare alla contaminazione dell’odore rendendoli irriconoscibili alla madre che, quindi, potrebbe decidere di abbandonarli.