È scomparsa dai radar nel giro di poche ore, dopo essere diventata “virale” sui social per un presunto abbandono. Ed ecco che da Roma arriva l’ennesimo caso che dimostra come procedere in totale autonomia con appelli su Facebook e chat e informazioni imprecise, senza mettersi in contatto con le forze dell’ordine o almeno con associazioni specializzate, finisce per danneggiare gli animali.
La protagonista della vicenda è una cucciola di pochi mesi trovata legata a un carrello fuori da un supermercato nel quartiere Monteverde, a poche centinaia di metri da Villa Pamphilj. E sin da subito intorno al caso di è creata confusione. Inizialmente sembrava che la cucciola fosse stata trovata a Villa Pamphilj, legata a un albero, e che qualcuno l’avesse poi portata al supermercato e legata all’esterno, lasciandola lì. Poi che «una signora, una volontaria», l’avesse presa, senza però specificare dove l’avrebbe portata. Infine che fosse stata avvistata portata al guinzaglio da un uomo «che la tirava» in un’altra via del quartiere.
Kodami ha provato a ricostruire cosa sia effettivamente accaduto e l’unica cosa che è stato possibile accertare è che la cucciola è stata ritrovata legata a un carrello fuori da un supermercato in via Ozanam. Dopo questo nulla si sa di preciso, mentre sui gruppi di quartiere e sui social continuano a rimbalzare appelli chiedendo di segnalarla in caso di avvistamento.
Non è chiaro dunque se il cane sia stato abbandonato, chi l’abbia trovato e soprattutto che fine abbia fatto dopo essere stato portato al supermercato. Ne abbiamo parlato con Maurilia Amoroso, referente Enpa di Roma, che si è detta estremamente preoccupata dalla tendenza sempre più diffusa a gestire casi come questi senza seguire la corretta procedura.
«A oggi non sappiamo dove sia la cagnolina, ho contattato i veterinari di zona e nessuno, giovedì, l’ha vista in clinica – spiega Amoroso – Adesso non sappiamo se sta bene, se è stata abbandonata o se è stata rubata a qualcuno. Tutto questo perché non è stata seguito l’iter previsto per legge: ci sono leggi specifiche a tutela degli animali, che servono anche per evitare che scivolino fuori dal sistema e se ne perda traccia. Il problema è che non vengono rispettate, un po’ perché le persone non si vogliono prendere la responsabilità di denunciare, un po’ perché c’è questa credenza che finire in canile significa per un cane la condanna a morte. Ma è meglio non sapere dove finisca?».
«A Roma – prosegue Amoroso – ci sono i canili comunali. Se un cittadino trova un cane vagante sul territorio può, anzi deve, contattare la Polizia Locale e denunciare, così che venga recuperato. Una volta recuperato, il cane viene portato da un veterinario per controllare che abbia il chip. Se non ce l’ha viene portato in canile, dove viene creata una scheda. Così può partire l’iter di affido e adozione regolare. Se invece è un cane smarrito o rubato, dal chip si può risalire al legittimo proprietario. Se non si agisce in questo modo si perdono le tracce del cane». Che è quanto accaduto alla cagnolina protagonista di questa vicenda, di cui è molto probabile si siano definitivamente perse le tracce.