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22 Agosto 2023
11:05

Cubomeduse avvistate nel porto di Siracusa. Gli esperti chiedono di far attenzione

Tornano le cubo meduse nel Porto Grande di Siracusa: a testimoniarlo diversi contenuti multimediali che circolano in queste ore sui social.

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Nuovi avvistamenti di cubomeduse nel Grande Porto di Siracusa, in Sicilia, dopo le segnalazioni arrivate durante lo scorso Ferragosto. Diversi cittadini hanno infatti fatto scattare nelle ultime ore l'allarme, condividendo diverse immagini e video degli animali sui social, testimoniando così come questa tipologia di meduse sta raggiungendo numeri preoccupanti, vicino alle banchine affacciate al mare.

Gli esperti commentano la comparsa chiedendo alle persone di fare attenzione, visto che questi animali appartengono alla specie Carybdea marsupialis, ritenuta pericolosa per via del dolore che possono provocare i loro tentacoli urticanti, di circa 30 cm di lunghezza: il contatto può provocare serie ustioni.

Questa specie è maggiormente nota in Sicilia come medusa scatola, per via della forma della sua cupola, ed è stata facilmente riconosciuta dai bagnanti e dai diportisti che stanno chiamando in tanti al Comune di Siracusa per chiedere informazioni al riguardo.

Sicuramente il consiglio è quello di stare attenti e di conoscere, appunto, quali sono gli effetti quando si entra in contatto con i loro tentacoli che sono ricchi di cnidocisti (gli arpioni che agganciano la carne della vittima) che provocano uno dei dolori più intensi che è in grado di sopportare un uomo: tale sofferenza è in grado di provocare anche lo svenimento del malcapitato. Essendo molto piccole rispetto alla media delle altre specie, le cubomeduse sono più difficili da individuare all'occhio umano e perciò possono spingersi pericolosamente più vicino alla nostra pelle, prima che ce ne accorgiamo.

I loro fragili tentacoli inoltre sono in grado di avvolgere un arto, andando a provocare delle ustioni che si diffondono in un'area molto estesa della vittima. L'unica nota positiva è che il loro veleno è termoregolabile, dunque risulta meno efficace con le elevate temperature.

Essendo poi una delle specie che si sta adattando meglio alle nuove condizioni climatiche del Mediterraneo, sottoposto al surriscaldamento globale, risulta inoltre anche tra le più invasive. Per contrastarla, quindi, gli zoologi del mare stanno cercando di rintracciare un loro predatore naturale (in particolar modo fra le tartarughe), così da limitarne il numero nei pressi delle coste e di limitare anche il numero delle vittime.

Sono laureato in Scienze Naturali e in Biologia e Biodiversità Ambientale, con due tesi su argomenti ornitologici. Sono un grande appassionato di escursionismo e di scienze e per questo ho deciso di frequentare un master in comunicazione scientifica. La scrittura è la mia più grande passione.
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