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17 Febbraio 2023
17:24

Crescono i casi di influenza aviaria tra gli uccelli selvatici

Dopo gli eventi di spillover negli allevamenti di visoni cresce l’attenzione delle autorità sanitarie verso mutazioni del virus H5N1 che potrebbero favorirne il passaggio ai mammiferi e all’uomo. In Italia sono a rischio i pennuti degli allevamenti.

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anatra alzavola

Aumentano i casi di influenza aviaria H5N1 ad alta patogenicità negli uccelli selvatici, e cresce l’attenzione anche verso i mammiferi alla luce dei casi di trasmissione del virus dagli uccelli in alcune specie di mammiferi.

A gennaio 2023, infatti, si è verificata la trasmissione del virus dai volatili a un intero allevamento di visoni nel nord-est della Spagna, in Galizia. Dopo questi eventi di spillover nei visoni allevati, è cresciuta in maniera esponenziale l’attenzione delle autorità sanitarie verso le mutazioni del virus H5N1 che potrebbero favorirne il passaggio ai mammiferi e all’uomo. Sono state l’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) e l’Organizzazione Mondiale della Sanità Animale (Woah) a invitare tutti i paesi ad innalzare il livello di allerta sull’arrivo di una nuova pandemia di influenza nella popolazione umana sostenuta da un virus di origine aviare.

Purtroppo, come aveva spiegato a Kodami lo scrittore e giornalista David Quammen, il termine “spillover” significa infatti proprio il momento in cui un virus, o altre forme portatrici di malattie, passano da un ospite non umano a noi. Uno scenario che abbiamo vissuto molto da vicino con la recente pandemia di Covid-19.

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In Italia non sono stati registrati casi tra i mammiferi. Tuttavia secondo i dati epidemiologici del Centro di referenza nazionale ed europeo per l’influenza aviaria presso l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie (IZSVe), in Italia la circolazione del virus H5N1 fra gli uccelli selvatici è in aumento, con il rischio che questi possano trasmettere il virus agli allevamenti avicoli. Il Ministero della Salute ha diramato pochi giorni fa una nota, indirizzata a tutti i Servizi veterinari regionali e agli Istituti Zooprofilattici italiani, in cui sottolinea la necessità di rafforzare la sorveglianza dei volatili selvatici e l’applicazione delle misure di biosicurezza negli allevamenti avicoli.

«La diffusione del ceppo H5N1 HPAI fra gli uccelli selvatici è in aumento, in Italia come nel resto del mondo – ha dichiarato Calogero Terregino, direttore del Centro di referenza per l’influenza aviaria – Nel nostro paese, i casi di H5N1 HPAI nell’avifauna interessano principalmente Veneto, Lombardia, Emilia Romagna e Friuli Venezia Giulia. Il Ministero della Salute ha evidenziato come tale situazione costituisca un rischio costante per gli allevamenti di volatili domestici, considerato che alcune zone ad elevata densità avicola coincidono con le aree dove attualmente si rilevano casi di HPAI nei selvatici. Come Centro di referenza stiamo monitorando l’evoluzione dell’epidemia su tutto il territorio nazionale con estrema attenzione, per evitare che si verifichi una situazione come nell’inverno 2021-2022».

Osservando anche l'Avian Flu Data Portal, il portale con i dati aggiornati sull’influenza aviaria, è possibile conoscere i dati in tempo reale. Sa settembre 2022 sono stati ufficialmente confermati 79 casi di positività fra gabbiani (19), alzavole (13), germani (10) e in altri esemplari di rapaci e anatidi.

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Situazione aviaria registrata dall’Avian Flu Data Portal

Inoltre,nuovi  sospetti nei gabbiani sono in corso di conferma presso l’IZSVe. «Il persistere di casi nei selvatici evidenzia la continua circolazione di H5N1 sul territorio italiano in linea con quanto sta avvenendo in altri paesi europei ed extra europei in cui si registra un aumento di casi anche nel pollame e nei mammiferi selvatici, e in cui sono stati segnalati anche sporadici casi in mammiferi domestici», hanno commentato dall'Istituto.

Negli uccelli domestici la situazione è più favorevole. L’ultimo focolaio nel pollame risale infatti al 23 dicembre 2022, portando a 30 il numero dei casi confermati da settembre 2022. I focolai sono stati riscontrati principalmente in Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna. «La situazione negli allevamenti è migliorata rispetto a un anno fa – ha aggiunto Terregino – grazie anche all’intenso lavoro portato avanti dal ministero della Salute in collaborazione con le Regioni e le Asl coinvolte, il Centro di referenza nazionale per l’influenza aviaria e i rappresentanti del mondo produttivo. La collaborazione fra le parti ha permesso di affrontare e migliorare le principali criticità riscontrate, rafforzando in particolare la sorveglianza negli uccelli selvatici e rendendo più efficaci le strategie di prevenzione e la gestione dei focolai negli allevamenti».

Anche se alcuni ceppi del virus H5N1 hanno mostrato mutazioni considerate segni di adattamento ai mammiferi. Gli studi finora condotti dall’IZSVe indicano un’evoluzione solo parziale del virus che, per il momento, non è in grado di causare un contagio inter-umano. «Non si può escludere però che il virus in futuro possa acquisire caratteristiche tali da renderlo trasmissibile da uomo a uomo – hanno sottolineato dall'IZSV – Una delle armi più efficaci per individuare tempestivamente questa eventualità è la condivisione delle sequenze genetiche fra i membri della comunità scientifica, in modo da seguire l’evoluzione del virus nel tempo e nello spazio e capire se si verificano mutazioni che favoriscono la replicazione nei mammiferi».

Ad aprile 2022 in Cina era stato registrato il primo caso di influenza aviaria in un essere umano, si trattava però del ceppo H3N8, mentre casi di trasmissione inter-umana del virus H5N1 ad oggi non sono stati rilevati.

Giornalista per formazione e attivista per indole. Lavoro da sempre nella comunicazione digitale con incursioni nel mondo della carta stampata, dove mi sono occupata regolarmente di salute ambientale e innovazione. Leggo molto, possibilmente all’aria aperta, e appena posso mi cimento in percorsi di trekking nella natura. Nella filosofia di Kodami ho ritrovato i miei valori e un approccio consapevole ma agile ai problemi del mondo.
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