Il bracconaggio legato all’attività venatoria non accenna a diminuire e i dati giunti del CRAS WWF di Valpredina, nelle prealpi bergamasche, possono testimoniarlo: tra settembre e dicembre 2023, sono arrivati al centro quasi 600 animali, tra cui circa 500 piccoli uccelli utilizzati come richiami vivi, sequestrati per irregolarità o maltrattamenti e gli animali feriti da bracconaggio o caccia illegale. Molte le specie protette e non cacciabili, come i rapaci. E nella sola provincia di Brescia, nell’anno 2023 le Guardie giurate volontarie del WWF hanno trasmesso alle autorità competenti ben 73 violazioni penali: 45 sequestri messi in atto, 38 penali e 7 amministrativi, più 55 violazioni amministrative elevate, per un totale di oltre 12 mila euro che verranno incassati dalle amministrazioni locali.
È lo stesso Wwf a tracciare il triste bilancio in occasione della conclusione della stagione della caccia: «Il 31 gennaio si chiude il periodo venatorio ma, nonostante le storiche modifiche costituzionali del febbraio 2022, Governo e Parlamento sembrano vivere su un altro pianeta – spiegano dall’organizzazione – Mentre l’Europa chiede maggiori controlli e sanzioni efficaci, la politica è impegnata da mesi a eliminare ogni misura di tutela degli animali selvatici: dopo avere depotenziato ISPRA e aver modificato il codice del processo amministrativo per impedire ai giudici di sospendere la caccia anche nei casi più urgenti, ora è pronta a fare approvare una proposta di legge che apre alla caccia 7 giorni su 7 ed elimina le più importanti sanzioni contro i bracconieri».
Secondo il WWF, però, la caccia continua a rappresentare un pericolo anche per la sicurezza pubblica: «Nella stagione che sta per concludersi, sono decine le persone rimaste ferite o decedute a causa degli spari, da ultimo un uomo, ucciso in Sardegna da un compagno di caccia che lo ha scambiato per un cinghiale». Ma i feriti non sono mancati anche tra i non cacciatori, come la bambina di 3 anni ferita al volto vicino Arezzo, il giovane agricoltore ferito al volto, al torace e alla spalla, dai pallini esplosi da un fucile da caccia in Abruzzo e il ciclista ferito da una fucilata vicino Alessandria.
Non solo il WWF è in campo contro la caccia, anche Gaia Animali&Ambiente OdV è scesa in piazza proprio questa mattina insieme ad altre associazioni ambientaliste davanti alla Regione Lombardia: «Bisogna provare a fare argine all’arroganza delle lobby delle armi e della caccia. In soli 5 mesi nell’ultima ultima stagione sono 22 i morti e 57 i feriti per armi da caccia. Un prezzo in termini di vite umane e sicurezza che non è più tollerabile. Per quanto si dovranno ancora contare morti e feriti?».
Gli attivisti se la prendono col Governo, ma anche con la Regione Lombardia: «È incredibile: lo 0,5% dei cittadini lombardi condiziona la politica regionale. L’illegalità è diffusa. I dati della sola “Operazione pettirosso” dei Carabinieri Forestali in Lombardia sono impressionanti: nel 2023 l’attività operativa ha portato alla denuncia di 123 persone per reati contro l’avifauna selvatica e al sequestro di 3564 uccelli, di cui 1433 esemplari vivi e 2131 esemplari morti, tutti catturati o abbattuti in modo illecito – sottolinea Edgar Meyer, presidente di Gaia che aggiunge – La caccia è un’attività contro tutti: uomini, animali e Natura. Ed eliminare le deboli sanzioni esistenti non vuol dire difendere i cacciatori, ma solo stimolare i criminali come bracconieri e trafficanti, a violare la legge nella consapevolezza di non rischiare nulla».