La pandemia di Covid-19 ha aumentato la voglia di portare un animale in casa: sono 3,5 milioni in più gli italiani che nel 2020 rispetto all'anno precedente hanno deciso di aprire le porte a cani e gatti. Ad aver dato l’accelerata sembra ci sia la voglia di superare lo stress derivato dal lockdown. A dirlo è uno studio della Coldiretti che ha firmato un accordo con l'Enci, l’Ente nazionale della cinofilia italiana, che prevede anche forme per il contrasto del traffico illegale di cani di razza. Proprio su questo argomento si focalizza la battaglia delle due associazioni: il business criminale che viene soprattutto dai paesi extra Unione Europea e che vale un affare di circa 300 milioni di euro l’anno. Si tratta, in particolar modo, di cuccioli senza svezzamento e senza microchip.
Il traffico dei cuccioli di razza dai paesi che non fanno parte dell'Unione europea
«Sono cani che non hanno un’identità e non hanno subito le procedure sanitarie previste per la vaccinazione. Molto spesso, tra l’altro, hanno avuto trattamenti farmacologici per dare loro un aspetto migliore. E’ una condotta da bloccare sul nascere», spiega a Kodami Lorenzo Bazzana, responsabile economico di Coldiretti. «Il danno che viene fatto è incredibile ed è legato soprattutto a nazioni che non fanno parte dell'Unione europea», aggiunge. Secondo il sesto Rapporto Agromafie condotto dall'Istituto di ricerca Eurispes e dalla stessa associazione di agricoltori, sarebbero circa 8 mila gli animali importati illegalmente ogni settimana in Italia, venduti a un prezzo tra i 60 e i 1.200 euro.
Il 2020, l’anno del Covid, ha comunque registrato un aumento delle iscrizioni di esemplari nel libro genealogico italiano dei cani di razza dell'Enci: gli allevatori regolari hanno fatto registrare un aumento del 6%.
Ma come si può fare per evitare il commercio illegale dei cuccioli di razza? «Il suggerimento è di seguire canali commerciali trasparenti e autorizzati – prosegue Bazzana – Cercare l’identità degli animali con il microchip e vedere i certificati sanitari può permettere di evitare di cadere in queste trappole». Le mafie puntano i loro sguardi anche sul traffico degli animali. Per l’adescamento, prosegue ancora il responsabile di Coldiretti, «Internet può essere uno strumento come lo sono del resto altri canali, come il conoscente che dice ‘ti trovo io un animale’ e magari con il passaparola va a finire in circuiti non autorizzati. Tutte le volte che c’è la possibilità di poter spacciare qualcosa ci sono sempre le mafie dentro, che ne approfittano per riciclare denaro sporco».
Non si parte se non c'è un posto adatto anche per il cane di famiglia
Il 28% delle case degli italiani ospita almeno un cane. L'affetto per gli ospiti di casa sta mutando i comportamenti delle persone, tanto che secondo un'indagine Ixè per Coldiretti, una famiglia su 5 (il 22%) non si priva dai propri animali domestici neppure se deve partire per un viaggio. L’intesa firmata con Enci punta a incentivare negli agriturismi di Campagna Amica l’ospitalità agli amici a quattro zampe e la realizzazione di aree dedicate alle attività cinofile, con percorsi di formazione per gli operatori e attività che permettano di avvicinare i bambini agli animali domestici.