L'avvelenamento causato dall'ingestione delle munizioni a base di piombo è una delle principali cause di morte di origine antropica per molti rapaci europei. Aquile, falchi e avvoltoi mangiano spesso animali feriti o uccisi dai cacciatori, in questo modo ingeriscono il piombo, restano avvelenati e muoiono lentamente tra atroci sofferenze. Da tempo associazioni e ornitologi chiedono che vengano quantomeno vietate le munizioni al piombo, e anche qui in Italia sono stati lanciati numerosi appelli e petizioni.
Ora però un importante studio condotto dall'Università di Cambridge ha calcolato per la prima volta l'impatto dell'intossicazione da piombo sulle popolazioni di rapaci di tutta Europa, e i risultati sono piuttosto allarmanti. Complessivamente la popolazione europea per dieci specie di rapaci è del 6% più piccola di quanto dovrebbe essere, esclusivamente per colpa dell'avvelenamento da munizioni di piombo.
Per calcolare l'impatto del piombo sulle popolazioni europee, i ricercatori hanno analizzato i livelli di intossicazione nel fegato in oltre 3000 rapaci appartenenti a 22 specie diverse, tutti trovati morti a partire dagli anni 70 in 13 Paesi europei. Hanno poi incrociato questi dati sulla mortalità col numero di cacciatori presenti per chilometro quadrato in ciascun Paese. Le zone in cui i rapaci muoiono più spesso intossicati sono, ovviamente, quelle a maggiore densità di cacciatori, ma l'aspetto più interessante di questo studio è che gli scienziati hanno anche calcolando quanto sarebbero grandi le popolazioni di rapaci se non venissero usate munizioni al piombo.
Secondo gli autori, nei cieli europei ci sono almeno 55mila rapaci in meno esclusivamente per colpa del piombo. E questo calcolo è stato possibile effettuarlo solamente sulle dieci specie per cui c'erano dati a sufficienza. Gli uccelli più colpiti più colpite sono, prevedibilmente, quelli che si nutrono prevalentemente o esclusivamente di cadaveri, come gli avvoltoi. Ma anche quelle più longeve e che impiegano parecchio tempo per raggiungere la maturità sessuale, che quindi muoiono avvelenate prima ancora di riuscire a riprodursi.
L'aquila di mare codabianca (Haliaeetus albicilla), per esempio, è tra le specie più colpite dall'intossicazione da piombo. La popolazione europea di questo maestoso rapace è del 14% più piccola di quanto sarebbe stata senza più di un secolo di esposizione a livelli letali di piombo. Anche l'aquila reale (Aquila chrysaetos) e il grifone (Gyps fulvus) sono tra le specie più colpite, con popolazioni stimate più piccole rispettivamente del 13% e del 12%. Le stime per l'astore (Accipiter gentilis), invece, raggiungono una percentuale del 6%, mentre per il falco di palude (Circus aeruginosus) e il nibbio reale (Milvus milvus) le popolazioni sono più piccole del 3%.
Se alcune di queste percentuali possono sembrare piccole, basta pensare che per la comunissima poiana (Buteo buteo), per cui è stato stimata una percentuale di appena 1,5%, questo dato si traduce con circa 22mila adulti in meno che volano nei cieli europei. Da questo studio, quindi, emerge chiaramente che le munizioni a base di piombo utilizzate per la caccia non sono più sostenibili. Tra l'altro esistono da tempo munizioni alternative non tossiche (a base di rame o acciaio) e che potrebbero risolvere piuttosto rapidamente questo problema, ma evidentemente tutti gli sforzi messi in campo fino ad ora per convincere i cacciatori e le istituzioni non sono stati efficaci.
Attualmente solo Danimarca e Paesi Bassi hanno vietato i pallini di piombo, e presto saranno vietati anche i proiettili per fucili. Anche l'Unione Europea e il Regno Unito stanno lentamente prendendo in considerazione di vietare tutte le munizioni al piombo, sia per l'impatto che hanno sulla fauna selvatica che per la salute umana, ma purtroppo molti gruppi e associazioni di cacciatori si oppongono fermamente.
Gl autori di questo studio affermano inoltre che le loro stime sono decisamente prudenti, anche perché i dati disponibili sui rapaci avvelenati sono pochi, limitati solo ad alcune specie ed estremamente difficili da raccogliere. Per molti altri rapaci europei, quelli più rari e minacciati, non è stato possibile infatti calcolare l'impatto dell'avvelenamento da piombo. Questo significa che, con tutta probabilità, l'intossicazione causata dal piombo è una minaccia ancora più grave di quello che possiamo calcolare. Un motivo in più per dire finalmente basta al piombo per la caccia.