Tra Covid e influenza Australiana, in questi ultimi giorni si risente di nuovo parlare di contagi e ricoveri, ma si sente parlare molto anche di un’altra influenza: quella del cammello.
In realtà si tratta della Mers-CoV, un coronavirus per nulla nuovo ma ritornato alla ribalta per via dei Mondiali in Qatar, Paese dove si sono riscontrati diversi casi e dal quale stanno rientrando i tifosi che hanno seguito le loro squadre.
Esperti e medici hanno posto l'attenzione su questo tipo di influenza perché la Sindrome respiratoria mediorientale, come è anche definita, può essere pericolosa. L’infezione provocata dal virus, infatti, che si prende stando a contatto con i cammelli ma anche mangiando prodotti derivati da questi animali, colpisce le vie respiratorie.
Si può manifestare sia con i classici sintomi lievi ma si manifesta in maniera più grave sconfinando in polmoniti gravi e anche decessi. Quando la malattia degenera le persone accusano problemi gastrointestinali e insufficienza renale.
Secondo l’Oms, l'Organizzazione Mondiale per la Sanità, il tasso di mortalità legato al contagio con questo virus è del 36% circa.
Allo stesso tempo, però, Mers è molto meno contagiosa: sempre l’Oms riporta nell’ultimo aggiornamento su questa patologia che da aprile 2012, anno in cui sono stati registrati i primi casi, a ottobre 2022 in tutto il mondo sono stati segnalati e verificati in laboratorio 2600 contagi.
Vaccini o cure specifiche per questa patologia non esistono ancora. Pertanto l'unica cosa che si può fare è tenere sotto controllo i sintomi specifici caso per caso.
Le autorità sanitarie di tutta Europa conoscono già le dinamiche di questa malattia e stanno attuando piani di monitoraggio. Più incerto cosa farà l’Italia dove, come con il Covid, iniziano a sentirsi pareri discordanti tra coloro che sono molto preoccupati e coloro che lo ritengono un allarme ingiustificato.
C’è da dire che su The Lancet Global Health è stato pubblicato un intervento di un gruppo di esperti di diversi centri mondiali secondo cui non è proprio il caso di sottovalutare questo virus, perché in Qatar sono in corso due maxi-eventi.
Infatti, oltre al Mondiale c’è il concorso di bellezza dei cammelli che sta attirando centinaia di migliaia di persone. Durante questo evento il contatto con i cammelli è costante e crea, come spiegano gli esperti, «le condizioni ideali per la trasmissione di agenti patogeni zoonotici».
In Qatar il concorso di bellezza dei cammelli è una tradizione che si ripete più volte l’anno. Durante questo triste show sfilano animali divisi in categorie. I giudici valutano, fotografano e votano: naso, labbra, lunghezza del collo, testa, zampe, curvatura e posizione della gobba.
Per i controlli, a detta del presidente della commissione tecnica, vengono richiesti «certificati di laboratorio, esami del sangue, raggi X, antidoping, elenco dei cosmetici usati». E sì, perché i cammelli vengono truccati e qualcuno ha anche cercato di sistemare le loro rughe con il botox.
È capitato a marzo quando al King Abdulaziz Camel Festival, il concorso di questo genere più importante del mondo, 43 cammelli sono stati squalificati per interventi estetici tra i quali c'erano parti del corpo allungate e appunto iniezioni di botulino su labbra, naso e mascelle. Come se non bastasse, vengono usati anche degli elastici per ingrandire alcune parti del corpo.