Le meduse sono animali marini planctonici, che fanno parte del phylum degli Cnidari o Celenterati. Si tratta di creature antichissime, presenti nei nostri mari da un periodo che va dai 500 ai 700 milioni di anni. Dall'esplosione cambriana, avvenuta circa 530 milioni di anni fa, il loro aspetto non è cambiato molto. Il loro corpo è costituito al 98% di acqua e si muovono in mare grazie al moto ondoso. Alcune specie hanno colori sgargianti, come il rosa, l'azzurro e l'arancione, che, grazie alla trasparenza del loro corpo, creano in acqua meravigliosi giochi di luce. Sono facilmente riconoscibili per la tipica forma a polipo rovesciato, con una parte superiore convessa, chiamata esombrella, e parte inferiore concava, chiamata subombrella. Al centro di questa parte c'è la bocca e dal margine si diramano generalmente dei lunghi tentacoli urticanti.
Sono proprio questi tentacoli urticanti a rendere la medusa uno degli animali più famosi, ma anche più temuti in estate. Un contatto con loro, comunemente detto "puntura", provoca infatti forte bruciore, dolore e prurito. Ma perché le meduse pungono? Cosa fare (e non fare) in caso di puntura? Scopriamolo, insieme ad altre curiosità su questi affascinanti animali.
Come vivono le meduse?
Le meduse vivono in tutti i mari del Pianeta, dal Polo Nord al Polo Sud. In Italia, gli avvistamenti sono frequenti soprattutto in Sicilia e in Puglia, ma sono diffuse in tutto il Mediterraneo. Alcune specie prediligono le acque calde, altre quelle fredde, proprio come i pesci. Si spostano in senso verticale, guidate dalle correnti, quindi si possono trovare sia in superficie che sul fondo.
Le meduse compaiono soprattutto in estate, dopo la fioritura del fitoplancton a febbraio-marzo e quella dei crostacei a marzo-aprile. In ogni caso, quando ci sono si vedono, quindi evitarle è semplice: basta non fare il bagno! Ricordate che le meduse non attaccano l'uomo, siamo noi che andiamo loro addosso.
Cosa indica la presenza di meduse?
Sfatiamo anche un altro mito: la presenza di meduse in mare non è generalmente indice di acqua pulita. Rispetto ai pesci e ad altre creature marine, le meduse si stanno adattando meglio all'inquinamento e alle sue conseguenze, come l'aumento della temperatura e l'acidificazione delle acque. Anzi, l'aumento della temperatura dei mari, insieme alla diminuzione dei pesci che si ciba di meduse a causa della pesca intensiva, ne stanno provocando un continuo aumento.
Perché le meduse pungono?
Le meduse sono famose e temute soprattutto per la loro "puntura". Ma perché le meduse pungono? In realtà, la sensazione di bruciore e dolore che si prova quando ci si scontra con una di loro, di solito accompagnata da eritema, gonfiore e vesciche, è dovuta al contatto con i tentacoli urticanti. Le cellule che rivestono i tentacoli, dette cnidociti, si attivano in caso di contatto con un corpo estraneo, con funzione difensiva e offensiva nei confronti delle prede.
Queste cellule estroflettono dei filamenti urticanti, le cnidae, che sono a loro volta collegate a degli organuli, i cnidoblasti, che contengono un liquido urticante. A seconda della specie colpita, il liquido può causarne la morte per shock anafilattico. Per l'uomo di solito la "puntura" di medusa non è mortale, a meno che non si tratti di una specie particolarmente velenosa.
Cosa fare (e non fare) dopo una puntura di medusa
In caso di "puntura" di medusa, la prima cosa da fare è non lasciarsi prendere dal panico e uscire dall'acqua lentamente, per evitare che il movimento dell'acqua la faccia avvicinare di nuovo. La zona colpita dai tentacoli va poi sciacquata più volte con acqua di mare, per eliminare le tossine non ancora penetrate nella pelle. Meglio evitare l'acqua dolce, che potrebbe causare la rottura delle cnidocisti e peggiorare la situazione.
Bisogna poi eliminare le parti dei tentacoli rimaste attaccate alla pelle, utilizzando una tessera di plastica, ad esempio un bancomat, o la parte non affilata di un coltello. Nel caso di presentassero sintomi gravi, come reazione cutanea diffusa, difficoltà respiratorie, mal di testa, pallore, nausea, vomito e vertigini, è bene recarsi subito al pronto soccorso o chiamare il 118, perché in alcuni casi si potrebbe avere una reazione allergica o uno shock anafilattico.
Non bisogna, invece, ricorrere ai "rimedi della nonna", come l'applicazione sulla puntura di urina, ammoniaca, aceto, limone, alcol o oggetti caldi, che potrebbero peggiorare l'infiammazione. Potrebbe essere utile usare una crema a base di cloruro di alluminio, mentre cortisone e antistaminici vanno assunti solo se prescritti dal medico. Infine, è importante non grattarsi e, nelle settimane successive, evitare di esporre al sole la zona colpita.
Meduse giganti e meduse letali
Abbiamo detto, quindi, che l'attacco delle meduse non è letale per l'uomo, con un'eccezione: la Chironex fleckeri, detta anche cubomedusa, vespa di mare o medusa scatola. Questa specie è stata definita la medusa più urticante, o velenosa, del mondo, perché il contatto con i suoi tentacoli può provocare, nel giro di pochi minuti, forte infiammazione, dolore, necrosi, ipotensione e ipertensione, aritmia cardiaca e tachicardia. Spesso è necessaria l'ospedalizzazione e, in alcuni casi, la "puntura" può causare addirittura la morte. Spaventati? Non temete, difficilmente la incontrerete questa estate, a meno che non vi facciate un bagno nei mari del nord dell'Australia e del Sudest asiatico.
Tra le meduse più velenose presenti invece nei nostri mari, ci sono la Pelagia noctiluca (detta anche medusa luminosa), la Physalia physalis, la Chrysaora hysoscella, la Carybdea marsupialis (unica cubomedusa presente nel Mediterraneo, probabilmente una specie aliena) e la Drymonema dalmatinum. Nessuna, però, è letale, se non in rarissimi casi.
La Chironex fleckeri ha dimensioni notevoli, con tentacoli che possono superare i due metri e mezzo di lunghezza, ma non tutte le meduse giganti sono pericolose. Ad esempio, il Rhizostoma pulmo, comunemente detto polmone di mare o medusa barile, è una scifomedusa che può raggiungere i 10 kg di peso e i 60 cm di diametro, ma è tanto grande quanto innocua. I suoi tentacoli, infatti, non sono fortemente urticanti, ma provocano nelle persone particolarmente sensibili una leggera irritazione, dolore e prurito, che di solito scompaiono in poco tempo.
Turritopsis nutricula, la medusa immortale
Tra le centinaia di specie di meduse, ce n'è un'altra degna di nota: la Turritopsis nutricula, la medusa "immortale", che vive nell'Atlantico occidentale e nel mare dei Caraibi. A differenza delle altre specie, il cui ciclo vitale si conclude con la riproduzione sessuata e la formazione di un polipo, che poi si evolverà in medusa, la Turritopsis nutricula, dopo aver raggiunto la maturità sessuale, riesce a tornare alla fase sessualmente immatura, con un meccanismo che potrebbe ripetersi all'infinito. Questo processo, però, per ora è stato documentato solo in laboratorio e non in natura.
Come muore una medusa?
Quello della Turritopsis nutricula è un caso particolare, ovviamente anche le meduse muoiono e lo fanno per senescenza, dopo essersi riprodotte. Inoltre, possono essere attaccate da predatori che se ne nutrono, tra cui i cetacei, le tartarughe marine, i pesci palla e gli esseri umani.
Come si riproducono le meduse?
La riproduzione delle meduse è di tipo sessuale e si divide in due fasi. Nella prima fase, le femmine depongono le uova in mare, mentre i maschi liberano gli spermatozoi che le fecondano. A questo punto si forma uno zigote, da cui nasce la planula, una larva che si fissa sul fondale marino e, successivamente, prende la forma di un polipo, detto scifistoma. Nella seconda fase, lo scifistoma si divide in efire, piccole meduse che poi diventeranno adulte.
Come respirano?
Forse a causa del loro aspetto particolare, molti si chiedono se le meduse respirino e come facciano. Ovviamente, come tutti gli animali, anche le meduse respirano e lo fanno per via cutanea. Come gli altri Celenterati, non hanno un apparato respiratorio, ma assorbono l'ossigeno direttamente dall'acqua, attraverso la superficie corporea, diffondendolo poi a tutte le cellule.
Cosa mangiano le meduse?
Le meduse mangiano principalmente zooplancton, cioè plancton composto da organismi animali, ma si nutrono anche, in misura minore, di fitoplancton, cioè plancton composto da organismi vegetali acquatici, e larve di meduse.
La loro bocca è posta al centro della subombrella ed è collegata alla cavità gastrovascolare attraverso il manubrio, una struttura tubulare. In genere, la quantità di cibo che ingeriscono è pari al loro stesso peso.
Le meduse si possono mangiare?
Le meduse non solo si possono mangiare, ma in alcuni paesi asiatici, come Cina, Corea e Giappone, sono considerate addirittura una prelibatezza. Non tutte le specie, però, solo poco più di una decina tra tutte quelle dell'ordine delle Rhizostomeae, che vivono nei mari asiatici. Sono consumate soprattutto essiccate, spesso come antipasto o all'insalata insieme a delle verdure, condite con salsa di soia o aceto.
Non fatevi strane idee, però: se questa estate doveste incappare in delle meduse, meglio stare lontani e lasciarle libere di nuotare!