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26 Settembre 2024
20:00

Cosa vuol dire “gatto tabby”? No, non è una razza felina

Questa parola, contrariamente a quanto si pensi, non identifica una specifica razza ma definisce il disegno a striature che si presenta sul mantello dei gatti. Vediamo come si differenzia.

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Validato da Sonia Campa
Membro del comitato scientifico di Kodami
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Quando si parla di “gatti tabby”, contrariamente a quanto si potrebbe pensare, non si parla di una particolare razza ma di una classificazione che riguarda il mantello del gatto, nello specifico il suo disegno. Si tratta dunque di una caratteristica estetica che contraddistingue un particolare tipo di aspetto del pelo del gatto che ha un particolare disegno a strisce e tigrature. È uno dei pattern più diffusi nei felini domestici e deriva da antiche specie selvatiche. Un ulteriore segno caratteristico dei gatti tabby è, poi, il segno a forma di “M” che hanno sulla fronte.

Cosa vuol dire tabby

La parola “tabby” deriva dalla parola araba "attabiya" che faceva riferimento a un tipo di seta pregiata con striature prodotta in un quartiere di Baghdad chiamato Al-Attabiyah. In seguito, il termine passò al francese come "tabis" e poi all'inglese come "tabby". Originariamente indicava un tessuto striato di seta o cotone con un motivo cangiante, e visto che ricordava il disegno del mantello di alcuni gatti questa parola ha iniziato a essere usata per descriverlo.

Le diverse tipologie di mantello dei gatti vengono classificate proprio in base al tipo di colore, che può essere solido o agouti, e al disegno nelle sue varietà tabby. I mantelli solidi sono quelli in cui ogni pelo si presenta di un colore uniforme, senza bande. Sono solidi i grigi o i neri integrali, ma anche i bicolore bianco/nero o le squama di tartaruga a chiazze nere e rosse distribuite in modo irregolare su tutto il mantello. Lo sono anche alcuni gatti rossi che mostrano disegni “fantasma” sul mantello, ma non le marcature tipiche del gatto tabby attorno agli occhi e al naso.

I mantelli agouti sono tutti quelli non solidi, e dunque tutti quelli in cui il pelo si presenta, per qualche proporzione, a bande di colori diversi, conferendo uno sfondo giallo-grigiastro. È il colore primordiale del gatto domestico, quello ereditato dai progenitori selvatici e quello da cui tutti gli altri, per mutazione, si sono sviluppati.

Il gene agouti, combinato con gli alleli del gene tabby responsabile per i disegni, permette il manifestarsi di quattro tipi di tigrature: ticket tabby, mackerel tabby, spotted o blotched.

Quali razze possono essere tabby?

La caratteristica tabby riguarda il disegno che compare sul mantello del gatto, quindi non appartiene necessariamente a gatti di razza. Il disegno più comune è il tabby tigrato o mackerel, quello del classico gatto “tigrato”, che presenta striature a lisca di pesce sui fianchi e sul dorso mentre le zampe, la coda e il collo sono inanellati. Le linee su cranio, collo e colonna vertebrale sono continue. A seconda del colore del mantello, la tigratura può apparire nera, blu, rossa, crema, ecc. Sono moltissime le razze che presentano questa colorazione.

I mantelli Ticked Tabby, invece, sono tipici dell’Abissino e del Somalo: in questi mantelli ogni pelo presenta bande di colore diverso regolarmente alternato. La radice è color albicocca mentre la punta del pelo presenta il colore di base che può essere nero, chocolate, blu, cinnamon, fawn o di altri colori.

Il Mau egiziano e il Bengala sono invece un esempio di Spotted Tabby: sul mantello sono presenti “rosette” circolari che sembrano spirali, tendenzialmente nette e ben distanziate.

I Maine Coon e i British Shorthair invece sono il perfetto esempio di mantello Blotched Tabby (o “marmorizzati”), in cui il disegno è caratterizzato da linee curve “a farfalla” sui fianchi e le spalle, una grossa linea dorsale e due laterali, zampe, coda e collo inanellati.

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Andrea Barsanti
Giornalista
Sono nata in Liguria nel 1984, da qualche anno vivo a Roma. Giornalista dal 2012, grazie a Kodami l'amore per gli animali è diventato un lavoro attraverso cui provo a fare la differenza. A ricordarmelo anche Supplì, il gatto con cui condivido la vita. Nel tempo libero tanti libri, qualche viaggio e una continua scoperta di ciò che mi circonda.
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