È dal 2000 che gli scienziati non avvistano un dugongo (Dugong dugon) in Cina e per questo motivo l'animale è stato dichiarato funzionalmente estinto.
Le "mucche di mare", così vengono chiamati i dugonghi, sono diffuse solamente su alcune isole in zone tropicali dell'Oceano Indiano, in Australia, in Indonesia, in Thailandia, nello Sri Lanka e anche nel Mar Rosso, mentre le popolazione cinesi hanno subito un drastico declino per tutto il ventesimo secolo.
La dichiarazione è stata fatta da un gruppo di scienziati della Chinese Academy of Sciences pubblicando uno studio su The Royal Society. Sulla questione, però, c'è bisogno di fare chiarezza: dichiarare funzionalmente estinto un animale non significa che sia sparito per sempre dalla Terra. Ma non per questo è da considerarsi un evento poco rilevante. Dunque, che valenza ha questa situazione e quali sono le sue conseguenze sulla natura e sull'uomo?
Chi sono i dugonghi
«Ferma la nave, ascolta la nostra voce. Nessuno è mai passato di qui con la sua nave senza ascoltare il nostro canto dolcissimo: ed è poi ritornato più lieto e più saggio», dicevano le sirene a Ulisse per attirare la sua nave sugli scogli. Pensare che queste parole scritte da da Omero nell'Odissea possano essere state dette da questi placidi mammiferi marini, però, non può che far sorridere.
I resti delle ossa di questi animali ritrovati sulle coste della Grecia, infatti, hanno ispirato a lungo miti e leggende per via della loro pinna caudale orizzontale, simile a quella di molti cetacei e, sopratutto, delle sirene. Non a caso degli scienziati con un buon senso dell'umorismo e una grande cultura dei poemi greci hanno proprio deciso di chiamare l'ordine in cui sono presenti questi animali "sirenia".
Il dugongo è un grande mammifero marino che può arrivare a pesare anche 500 chili. Si ciba principalmente di piante marine e per questo motivo è anche chiamato "mucca di mare", un calmo brucatore dei fondali marini. I dugonghi potrebbero sembrare animali pigri poiché amano galleggiare nell'acqua circondati dai loro simili, ma in realtà sono animali estremamente sociali e quelle lunghe ore passate in compagnia degli altri sono indispensabili per la coesione dei gruppi che possono essere composti da tre o quattro esemplari.
Sebbene esistano diverse popolazioni nei mari tropicali, fra queste da molto tempo mancava all'appello un piccolo gruppo che viveva nei mari del sud-est della Cina e gli studiosi hanno deciso di confermare la sua estinzione funzionale in quei luoghi proprio quest'anno.
L'estinzione funzionale dei dugonghi
Dopo secoli di caccia le popolazioni di dugonghi si sono assottigliate sempre più. L'uomo da sempre ha approfittato della placida natura dell'animale per sfruttarlo come risorsa alimentare fino a quando non è stato dichiarato dall'Unione internazionale per la conservazione della natura (IUCN) vulnerabile e inserito, dunque, in diversi progetti di conservazione.
Sfortunatamente, però, dopo la caccia è subentrato la distruzione del suo habitat naturale tramite la pesca, il turismo di massa, la cementificazione costiera e l'inquinamento e per lungo tempo lo stato di conservazione della specie, sopratutto in Cina, non era ben conosciuta. Per questo motivo i ricercatori della Chinese Academy of Sciences hanno condotto un'indagine su larga scala visionando i registri delle riserve marine in quattro province cinesi, esaminando tutti i dati storici disponibili e intervistando gli addetti ai lavori che quotidianamente frequentano quei luoghi.
Solo il 5% dei 788 intervistati ha riferito di precedenti avvistamenti di dugonghi, con una data media dell'ultimo avvistamento risalente a 23 anni fa. Le registrazioni storiche dei dugonghi, invece, raggiungono il picco di avvistamenti intorno al 1960 e poi diminuiscono rapidamente a partire dal 1975, fino ad arrivare al 2000 dove non vi è nessuna documentazione della presenza di questi animali in campo.
Sulla base di questi risultati, dunque, gli studiosi hanno deciso amaramente di decretare la specie funzionalmente estinti in Cina, la prima riportata per un grande vertebrato nelle acque cinesi.
Cosa significa funzionalmente estinto
Questo non significa che non potremo più vedere un dugongo nuotare tranquillo in acqua brucando e socializzando con gli altri della stessa specie. Tecnicamente parlando l'espressione funzionalmente estinto può essere applicata in diverse situazioni. Innanzitutto, può significare che le popolazioni di una determinata specie in un luogo ha dei numeri troppo bassi e, per questo, non svolge più un ruolo significativo per l'ecosistema.
Questo è proprio il caso dei dugonghi poiché, proprio come altri grandi erbivori, la loro presenza è fondamentale per l'ecosistema in cui vivono. Ad esempio, tengono sotto controllo le popolazioni di piante di cui si nutrono, immettono nutrienti con i propri escrementi e assicurano una fonte di cibo per i predatori della zona.
Una specie funzionalmente estinta, però, può avere anche un altro significato: se un animale non è più in grado di riprodursi in maniera efficace la specie è destinata a declinare sempre di più. Questo può avvenire perché gli individui sono talmente pochi che maschi e femmine non riescono più fisicamente a trovare un partner per l'accoppiamento o che gli individui sono troppo imparentati fra loro, mettendo a rischio la variabilità genetica della specie.
Il futuro dei dugonghi
Il futuro della specie, dunque, non è fra i più rosei, ma i ricercatori hanno iniziato già a rimboccarsi le maniche per scoprire come poter conservare correttamente questi animali in altre regioni. Innanzitutto saranno necessarie ulteriori indagini nelle regioni limitrofe per confermare se l'estensione degli animali è anche geografica, ovvero se i dugonghi sono scomparsi fisicamente proprio in tutta la Cina.
Importante, poi, è il messaggio d'allarme che a gran voce gli studiosi dichiarano: una gestione efficace della popolazione e dell'habitat è fondamentale non solo per i dugonghi, ma per tutti gli animali a rischio. Inoltre, sono necessarie misure immediate ed estreme per prevenire estinzioni di altre specie e gli studiosi suggeriscono una migliore sorveglianza per identificare le specie ad alto rischio che necessitano azioni di conservazione.