Dopo la morte del cane Aron, il Pitbull che è stato legato ad un palo stradale e dato alle fiamme a Palermo,si è aperta una vera e propria caccia al suo assassino. E ultimamente si stanno moltiplicando le segnalazioni sui social media riguardo ad un presunto coinvolgimento dello stesso individuo in ulteriori atti di violenza verso altri animali.
La comunità palermitana e non solo, colpita dalla crudeltà inflitta ad Aron, ha espresso sentimenti di disprezzo nei confronti del suo assassino, che ricordiamo esser stato l’umano di riferimento dell’animale fino alla sua morte. Questo profondo dolore si è tradotto in una serie di manifestazioni organizzate nella città di Palermo per chiedere giustizia per la morte di Aron. Proprio alcune di queste manifestazioni, guidate da attivisti animalisti, hanno anche preso purtroppo una piega negativa, trasformandosi in espressioni di odio non solo verso l'assassino ma anche verso rappresentanti dell'amministrazione com’è successo al Consigliere Nicola Glorioso, che è stato vittima di un’aggressione verbale durante l’evento svoltosi a Palermo nella giornata del 13 gennaio.
Nell'ultima settimana si sono moltiplicate le segnalazioni relative a un presunto episodio di maltrattamento verso un gatto, attribuito allo stesso individuo responsabile della morte di Aron. Tuttavia, al momento, non esistono conferme definitive su tali accuse.
La percezione che si ha di tali eventi è che si stia sviluppando una sorta di rabbia collettiva, alimentata da quanto purtroppo accaduto e che va oltre la assolutamente corretta richiesta di ottenere una pena esemplare per l’assassino di Aron. E' nato, dunque, un desiderio di vendetta contro l'aggressore che scaturisce però sicuramente da quella che rimane una concerta necessità: imporre pene più severe per gli atti di maltrattamento e uccisione contro gli animali, poiché le sanzioni attualmente previste risultano insufficienti rispetto alla gravità di reati similari ma anche percorsi educativi rivolti alle nuove generazioni che continuano a essere inesistenti o del tutto carenti.
Il problema, però, è che l'assenza di una cultura e di leggi che davvero aiutino l'intera società umana a cambiare prospettiva nei confronti degli animali si sta traducendo anche in segnalazioni non verificate di presunte altre uccisioni di animali riconducibili alla persona accusata di aver ucciso Aron. In questo modo l'odio viene alimentato sempre di più attraverso la condivisione di un post dopo l’altro sulle varie piattaforme social che in alcuni casi diventano dei veri e propri tribunali virtuali, in cui i giudici sono gli utenti e dove spesso non esiste la possibilità di un dibattito o di difesa.
Giorni fa, attraverso dei post creati dagli utenti, venivano addirittura registrati gli spostamenti dell’assassino, con la foto di riconoscimento del suo viso, affinchè potesse essere raggiunto.
«In questo momento difficile, è fondamentale unire le forze per garantire che mai più nessun animale possa provare la terribile sofferenza che è stata inflitta ad Aron e per questo ognuno di noi può fare nel suo piccolo una grande cosa: firmare la petizione Lav che si trova online per chiedere pene più severe per chi si macchia di tali reati – dichiara a Kodami la responsabile di Palermo, Giorgia Matesi – continuiamo in generale ad invitare le persone che assistono a maltrattamenti nei confronti degli animali a rivolgersi alle Forze dell’Ordine per sporgere denuncia. Ogni segnalazione su reati contro gli animali, anche quelli riconducibili all’assassino di Aron, devono essere accompagnate da una denuncia presso le autorità preposte».
Proprio la Lav si è occupata sin dal primo momento di Aron, seguendo la sua storia sotto l’aspetto medico e legale e facendo anche istanza al Primo cittadino di Palermo, Lagalla, affinchè possa emettere un’ordinanza che vieti all’assassino di Aron di detenere animali in futuro.
È comprensibile che l'indignazione abbia spinto molte persone a esprimere la propria delusione nelle istituzioni che prevedono attualmente sanzioni di poco conto per chi commette reati contro gli animali, nonché la propria rabbia nei confronti dell’assassino, ma è fondamentale mantenere la calma, al fine di ottenere il sostegno necessario per far sì che Aron possa davvero ottenere giustizia secondo quanto previsto dalla legge.
«Nonostante tutto la nostra comunità deve essere una comunità educante, tutta. Deve assolutamente portare e trasmettere quell’amore che molti hanno perso o non hanno mai avuto. Io penso che solo in questo modo, solo così riusciamo a cambiare nel nostro piccolo ognuno di noi qualcosa. Noi non possiamo cambiare tutto, non abbiamo il potere di cambiare il mondo, però ognuno di noi può fare nel proprio piccolo qualcosa, col proprio esempio – aveva dichiarato Matesi durante la commemorazione di Aron svolta a Palermo il 14 gennaio – Non è inseguendo qualcuno, urlandogli addosso o spingendolo che siamo esempio. Noi dobbiamo saper essere tutti, dobbiamo evolverci, dobbiamo essere più forti e non c’è niente di più forte che trasmettere amore».