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3 Maggio 2023
9:00

Cosa sono i sottoprodotti nel cibo per gatti

Molte persone hanno timore dei sottoprodotti nel cibo per gatti, ma di cosa si tratta esattamente e perché vengono inseriti nel pet food?

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Membro del comitato scientifico di Kodami
gatti cibo

Sono sempre contenta quando i miei clienti mi dicono che hanno letto l’etichetta del cibo del loro gatto. In generale infatti la trovo una buona abitudine, che può aiutare a capire tanto della reale qualità di quel che andiamo a mettere in ciotola. Quando si comincia a leggere le etichette però, spesso saltano agli occhi i sottoprodotti e questo generalmente viene letto in modo negativo. Molte persone hanno timore dei sottoprodotti nel cibo per gatti, ma di cosa si tratta esattamente e perché vengono inseriti nel pet food?

Effettivamente la categoria sottoprodotti può nascondere alcune “trappole” per il nostro gatto, ed è bene saperlo, ma credo anche che si abbia spesso un’idea molto peggiore della realtà. Vediamo quindi in poche parole cosa sono i sottoprodotti nell’industria alimentare del gatto e perché alcuni sono da evitare

Cosa sono i sottoprodotti?

Prima di tutto, dobbiamo chiarire di quali sottoprodotti stiamo parlando. Da definizione, infatti, i sottoprodotti sono semplicemente un prodotto secondario di un’industria, che produce primariamente altro. In generale i sottoprodotti sono economicamente meno importanti dei prodotti primari di quell’azienda in particolare, ne rappresentano insomma uno scarto, che viene in qualche modo riciclato.

Partendo da questa definizione, possiamo avere quindi nel cibo per gatti:

  • Sottoprodotti di origine animale
  • Sottoprodotti di origine vegetale
  • Altre varie categorie ad esempio “sottoprodotti della panificazione”, che ci indicano da quale industria in particolare provengono.

Dire sottoprodotti, quindi, sta ad indicare una categoria, più o meno ampia, dentro alla quale possono ricadere, di volta in volta, diversi specifici alimenti. Ad esempio, fra i sottoprodotti di origine animale potremmo avere carne (inteso come muscolo), ma anche uova, pesce, o scarti della lavorazione di questi alimenti. L’unico aspetto che hanno in comune i sottoprodotti, quindi è la loro eventuale origine (animale, vegetale etc.) e il fatto di non essere destinati ad arrivare alla nostra tavola, per svariate ragioni, magari anche semplicemente perché non li vogliamo/non ci piacciono (es. polmone bovino).

La normativa per il gatto (e il cane) prevede in sostanza che siano riciclati e classificati come sottoprodotti tutti gli ingredienti di origine animale che vengono inseriti nel cibo industriale. Non esiste in buona sostanza un allevamento di polli ad esempio che siano destinati fin dall’inizio a terminare nella ciotola del nostro gatto, prima di tutto vengono pensati per l’alimentazione umana.

Insomma, per riassumere, qualsiasi cibo per gatti contiene comunque un sottoprodotto, ovvero un cibo che non è stato destinato all’alimentazione umana! Questa è la definizione normativa, ma andiamo un po’ più avanti.

Quali sono i sottoprodotti presenti nel cibo del gatto

Nell’industria del pet food (alimenti commerciali per gatti), sono tanti e diversi i sottoprodotti che vengono utilizzati, perché sono diverse le motivazioni per cui un cibo può non essere destinato al consumo umano. Mi focalizzo un attimo su quelli di origine animale, perché sono quelli più discussi. Fra i sottoprodotti di origine animale presenti nelle crocchette del nostro gatto, abbiamo i sottoprodotti definiti di categoria 3 secondo la normativa, ovvero:

  • Carne e polpa, senza particolari problemi di salubrità, ma che per alcune ragioni vengono escluse dal consumo umano (ad esempio, ha una macchia o un ematoma).
  • Organi e frattaglie che non vengono venduti in macelleria perché poco graditi. Ad esempio potrebbero essere un sottoprodotto il fegato, il cuore o altri organi con valori nutrizionali importanti per il gatto, ma che non hanno un valore commerciale e quindi diventa sottoprodotto.
  • Carcasse o corpi interi di animali, inclusi pelli, piume, lana, ritagli etc.
  • Sangue, latte, gusci d’uovo e altri prodotti di origine animale che derivano da animali sani e controllati
  • Scarti e rifiuti di cucina e ristorazione che siano sicuri comunque una volta trattati non solo per il gatto ma anche per le persone conviventi
  • Sottoprodotti derivanti dall’industria di cibo per esseri umani come ad esempio i ciccioli e le ossa sgrassate

Non sono sottoprodotti utilizzabili nell’alimentazione del gatto invece prodotti ad esempio che sono derivati da animali malati o peggio ad esempio altri gatti, come alcune leggende metropolitane vogliono.

In sostanza, la categoria sottoprodotti è ampia tanto quanto lo è la nutrizione del gatto e potrebbe includere prodotti di altissima qualità o… schifezze di basso valore nutrizionale.

Perché vengono inseriti i sottoprodotti nel cibo per gatti

Come abbiamo visto, da un punto di vista normativo, in realtà qualsiasi ingrediente che viene avviato all’industria del pet food è un sottoprodotto, per legge. Ma cosa vuol dire se vediamo la categoria sottoprodotti di origine animale nella lista degli ingredienti? In generale, infatti non tutti i cibi per gatti contengono la parola sottoprodotti nella lista degli ingredienti.

Quando leggiamo questa parola siamo di fronte ad una così detta formula aperta o classificazione degli ingredienti per categoria. Per legge infatti vuol dire semplicemente che il produttore ha deciso di lasciarsi le porte aperte a inserire diversi prodotti di origine animale nella formula. Quando leggiamo sottoprodotti quindi, a seconda della eventuale convenienza del momento, in quel cibo potrebbe essere presente petto di pollo oppure delle zampe di pollo; delle setole di suini così come della carne di suino; un organo di bovino oppure delle corna. Tutto e nulla, insomma!

Ovviamente è facoltà del produttore dirci o non dirci cosa inserisce nel cibo del nostro gatto, ma il fatto di lasciarsi le porte aperte tramite una formula che possa contenere tanti e diversi ingredienti in generale apre alla possibilità che siano presenti sottoprodotti di bassa qualità nutrizionale.

I sottoprodotti sono dannosi per il gatto?

In generale, come abbiamo visto, no, i sottoprodotti non solo non possiamo dire che siano dannosi per il gatto, ma sono necessariamente parte del cibo industriale. Anzi, se vogliamo dirlo, dal punto di vista etico e filosofico, amo l’idea che si possano riciclare alcuni “scarti” dell’industria alimentare umana, invece di buttarli, mi sembra più ecosostenibile. I sottoprodotti di origine animale vengono normalmente inseriti infatti come categoria nella lista ingredienti per abbassare il prezzo. Dove sta quindi il problema di leggere questa parola nel cibo del nostro gatto? Il problema è che purtroppo non abbiamo informazioni riguardo agli ingredienti realmente presenti. Non possiamo essere certi quindi se sono presenti determinate proteine che possono dare allergia o intolleranza al nostro gatto e questo è spesso un grande problema. Inoltre, abbiamo anche meno certezze dal punto di vista nutrizionale, anche se ovviamente il produttore si deve impegnare a rispettare alcuni valori nutrizionali indicati in etichetta. Insomma, non sono il male assoluto, ma se li troviamo come categoria nella lista ingredienti, potremmo voler scegliere un altro cibo per il nostro gatto.

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Maria Mayer
Veterinaria esperta in nutrizione del cane e del gatto
Sono laureata in Medicina Veterinaria ed ho conseguito un dottorato di ricerca riguardo l’utilizzo delle medicine non convenzionali negli allevamenti biologici. Il mio percorso di studi comprende, fra l’altro, un Master di II livello in Nutrizione del Cane e del Gatto e un secondi in PNEI e Scienze dalla Cura Integrata.
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