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9 Novembre 2023
9:00

Cosa significa quando il gatto ringhia e sibila verso di te, ma non verso gli estranei?

Se il gatto ringhia o soffia verso di voi sta cercando di dirvi di restare a distanza e non avvicinarvi. Vediamo perché e in quali circostanze il gatto si comporta così.

Membro del comitato scientifico di Kodami
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Il ringhio e il sibilo rivolti nella vostra direzione sono strumenti comunicativi con cui il gatto segnala la sua preoccupazione e la sua richiesta che gli restiate a distanza. Potreste avergli fatto male, averlo spaventato oppure ingaggiato in una interazione che sta interpretando come minacciosa o incomprensibile. Vediamo quindi più nel dettaglio in quali circostanze il gatto si comporta così e cosa sta cercando di comunicarci.

Il significato di ringhio e soffio

Il ringhio e il sibilo (o soffio) sono due segnali inequivocabili con i quali il gatto cerca di tenere a distanza una presunta minaccia o un competitore. Questo significa che quando è rivolto nei vostri confronti, qualunque sia la ragione, quello che il gatto vi sta dicendo è di non avvicinarvi ulteriormente perché è molto spaventato, è preoccupato e, a seconda del carattere del gatto, non può escludere che un ulteriore avvicinamento potrebbe convincerlo ad aggredirvi.

Si tratta di una comunicazione piuttosto comune nel linguaggio felino: è il modo con cui il gatto cerca di modulare le distanze quando qualcosa nell'ambiente lo preoccupa. Ecco perché può essere rivolta anche verso un pet mate attento, se questi ha fatto qualcosa che ha messo il gatto in difficoltà emotive e pratiche.

Mi hai fatto male!

Un classico motivo per cui un gatto potrebbe ringhiare o sibilare nella vostra direzione è legata al la sensazione di dolore. Magari lo avete toccato in una zona sensibile oppure è accaduto che abbiate inavvertitamente pestato la sua coda. In questi casi è abbastanza comune che il gatto soffi nella vostra direzione e poi magari si allontani ringhiando.

Non voglio!

Un altro motivo che potrebbe portarlo a ringhiare verso di voi è quando percepisce o anticipa che state per compiere una manovra a lui particolarmente sgradita. Ad esempio, potreste aver bisogno di somministrare dei farmaci, oppure l'antiparassitario, oppure potreste avvicinarvi con una spazzola o un pettine che lui francamente detesta. In tutte queste situazioni il gatto cerca di tenervi a distanza e di farvelo capire prima di arrivare ad un confronto fisico.

Basta toccarmi!

Un'altra situazione tipica che potrebbe verificarsi in casa è legata alla intolleranza verso il contatto fisico. Magari è da un po' che state accarezzando il gatto oppure che lo state contenendo, sordi al suo crescente nervosismo. Il ringhio potrebbe arrivare come segnale di esasperazione: il gatto vi sta chiedendo di lasciarlo in pace.

Cosa è successo in casa mia?

Il gatto potrebbe ringhiare nella vostra direzione anche quando avete appena portato un nuovo animale in casa, che sia un cane o che sia un altro gatto, e questa cosa non lo ha reso per nulla felice. Ringhia nella vostra direzione perché in quel momento si sente insicuro, si sente minacciato e ha bisogno di tempo e di spazio per capire quello che sta succedendo.

La stessa cosa potrebbe accadere con uno stimolo insolito e che il gatto non riesce a comprendere come un rumore o persino un odore.

Mai sgridare né minacciare un gatto

Urlare, inveire, sgridare un gatto non è mai una buona strategia da utilizzare, nemmeno a scopo educativo. Puntargli il dito addosso e sanzionarlo a voce, apparire minacciosi nei suoi confronti oppure incombere su di lui invadendo il suo spazio fisico o avanzando nella loro direzione può farlo sentire minacciato al punto da iniziare a ringhiare e a soffiare in risposta alla minaccia che voi state opponendo. Appena vi rendete conto di essere caduti in questa dinamica è fondamentale fare dietrofront e iniziare ad interrogarvi su nuove modalità di comunicazione e di convivenza con questo sensibile animale.

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Sonia Campa
Consulente per la relazione uomo-gatto
Sono diplomata al Master in Etologia degli Animali d'Affezione dell'Università di Pisa, educatrice ed istruttrice cinofila formata in SIUA. Lavoro come consulente della relazione uomo-gatto e uomo-cane con un approccio relazionale e sono autrice del libro "L'insostenibile tenerezza del gatto".
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