È stato Claudio Vernier, presidente dell’Associazione dei commercianti di piazza San Marco, a dare l’allarme: pesci morti a Fondamenta Cà Balà. Un fenomeno conosciuto a Venezia, soprattutto quando c’è bassa marea. E nelle ultime settimane di bassa marea ce ne è stata moltissima, con i canali quasi prosciugati che lasciano vedere con chiarezza il fondo. Ed è proprio in fondo al canale che Vernier ha visto i pesci morti e, non riuscendo a darsi una spiegazione, ha avvisato le autorità competenti.
«Si vedevano molti pesciolini morti lungo il canale, mentre a 30-40 centimetri di profondità si notavano anche alcuni agonizzanti – ha spiegato – La cosa mi ha stupito e preoccupato, perché sebbene ci sia bassa marea, ho pensato di avvisare le forze dell’ordine affinché verificassero che non ci fossero questioni ambientali».
Una moria di pesci senza spiegazione evidente
La corrente, ha fatto sapere l’esercente lagunare, proveniva dal Canal Grande verso il canale della Giudecca ma la preoccupazione maggiore veniva dal fatto che non si tratta di un fenomeno isolato: nei giorni scorsi, infatti, centinaia di pesci morti erano stati rinvenuti anche nel fiume Lemene, a Concordia Sagittaria (Venezia) e in aree attigue a Portogruaro.
Anche in questo caso non si erano riscontati evidenti segni di inquinamento ambientale che spiegassero l’improvvisa moria. Anche la polizia di Portogruaro si era attivata per verificarne le cause, ma senza particolari risultati. «Tre settimane fa si sono registrate le prime segnalazioni di pochi esemplari di cefali che morivano in zona Sant’Angelo – ha commentato il biologo del museo di Storia Naturale, Luca Mizzan – sarebbe da capire quali specie ci sono, perché in laguna se ne trovano di 5-6 tipologie; una delle quali è soprannominata"magna giasso" (ghiaccio) perché vive sotto il ghiaccio a temperature rigide. Altre invece soffrono di più la laguna».
Le specie ittiche della Laguna di Venezia
Ma non ci sono solo cefali nelle acque di Venezia e dintorni. La laguna è ricchissima di storioni, anguille, latterini. Branzini, acciughe, cavallucci marini vivono e si moltiplicano nell'ambiente lagunare veneto: un territorio umido di grande interesse naturalistico, ecologico e commerciale che, malgrado il fondale sabbioso, presenta un alto numero di specie ittiche dovuto proprio alla sua complessità. Foci fluviali, bassi fondali, barene, isole, canali artificiali e bocche di porto, infatti, creano un ambiente vario che ha alimentato la presenza di tante e diverse specie viventi marine, non ultimi sgombri, sogliole e orate.
D’altronde è la stessa Venezia, come vuole tradizione vuole, ad avere la forma di un pesce, tanto che il veneziano Tiziano Scarpa le ha dedicato un piccolo e divertente libro, “Venezia è un pesce. Una guida” che inizia proprio con questa immagine «Venezia è un pesce. Guardala su una carta geografica. Assomiglia a una sogliola colossale distesa sul fondo. Come mai questo animale prodigioso ha risalito l’Adriatico ed è venuto a rintanarsi proprio qui?».