Balene e delfini fanno entrambi parte del gruppo dei cetacei, ma presentano caratteristiche fisiche diverse e appartengono a sottordini e famiglie completamente differenti.
I cetacei sono dei mammiferi marini placentati, che a loro volta appartengono all'infraordine dell'ordine Cetartiodactyla, il grande gruppo di mammiferi che racchiude sia gli artiodattili terrestri, come suini e bovini, che i delfini e le balene. Le ragioni storiche di questo raggruppamento derivano dall'evoluzione dei grandi mammiferi marini, che in principio non assumevano le forme che dispongono oggi. Questi animali infatti provengono dalla terra ferma e da antichi animali dotati di zoccoli (come Pakicetus) che erano imparentati con gli ippopotami, gli artiodattili e alcuni ungulati carnivori come Andrewsarchus. Nel corso del tempo, l'adattamento alle condizioni marine ha completamente trasformato la loro morfologia e il loro metabolismo, fino a diventare fra i più agili e grandi predatori degli oceani.
I cetacei sono suddivisi in due gruppi: i Mysticeti e gli Odontoceti. In passato è esistito un terzo gruppo, quello degli Archaeoceti, a cui appartenevano solo alcune specie estinte. La principale differenza fra misticeti e odontoceti si osserva al livello della bocca e dei denti: i primi infatti sono dotati di speciali lamelle chiamate fanoni, con cui filtrano il plancton dall'acqua del mare, mentre gli odontoceti hanno dei veri e propri denti, che ricordano quelli dei loro antichi parenti terrestri.
In generale, tra i misticeti possiamo riconoscere fra i più grandi animali mai evolutisi del pianeta, come la balenottera azzurra (Balaenoptera musculus) e altre balene, mentre fra gli odontoceti ci sono i delfini, le orche (Orcinus orca) e i capodogli (Physeter macrocephalus), gli unici grandi cetacei paragonabili alle balene che non presentano fanoni.
Altre differenze che è possibile notare fra balene e delfini sono le dimensioni, la struttura e morfologia delle vertebre, gli sfiatatoi, la dieta e la longevità.
Le differenze morfologiche fra balene e delfini
Balene e delfini presentano dimensioni molto differenti, un dato che ci permette subito di discriminare gli uni dagli altri. Per esempio, la balenottera azzurra – l'animale più grande ad essersi mai evoluto sul pianeta – può raggiungere la lunghezza di 30 m e le 150-177 tonnellate di peso, mentre le dimensioni dei delfini variano da 1,2 m e 40 kg del delfino più piccolo al mondo, il Cephalorhynchus hectori maui, ai 9,5 m e alle 6 tonnellate dell'orca.
Un'altra grande differenza morfologica che si può osservare è la forma del corpo e più in generale del capo. Spesso infatti i delfini hanno il muso allungato, chiamato in inglese "bottlenose" ovvero muso simile a un collo di bottiglia, e presentano una struttura detta melone sulla sommità del capo, che utilizzano per comunicare. Le balene invece o presentano una testa molto grossa e squadrata, o più in generale dispongono di mascelle e mandibole molto lunghe, che gli consentono di incamerare moltissima acqua durante la caccia, da cui filtrano il plancton.
Bisogna tuttavia ricordare che anche alcune tipologie di delfini come i grampi e i globicefali, possono assumere dimensioni importanti, ma per inserire questi animali nel gruppo giusto basta ricordare che i delfini hanno bocche più piccole e che la posizione della loro pinna dorsale è più centrale lungo la colonna vertebrale, rispetto a quella delle balene. Queste ultime infatti presentano la pinna dorsale più vicino la coda, che tra l'altro risulta anche più piccola in proporzione al loro corpo.
Inoltre, a differenza dei delfini, che presentano un unico foro come sfiatatoio, posto al centro del capo, le balene posseggono due cavità, separate da una membrana, le quali non presentano una posizione specifica lungo la superficie dorsale degli animali. Il capodoglio per esempio possiede uno sfiatatoio situato sul lato sinistro della punta del capo, mentre alcune balenottere dispongono lo sfiatatoio molto più indietro.
Le vertebre dei delfini invece risultano molto più leggere e meno corazzate rispetto alle vertebre possedute dalle balene, ma ciò è anche logico. I delfini infatti, anche nelle loro versioni più grandi, ovvero le orche, non devono supportare l'enorme peso e le sollecitazioni che devono invece sopportare le vertebre delle balene ed è per questo che, anche se resistenti, assumono dimensioni minori.
Questa diversità si nota anche andando a contare il numero delle vertebre che possiedono i due gruppi. Nei tursiopi il numero totale di vertebre può infatti oscillare fra 59-62, mentre nelle balene può arrivare fino a 98.
Le differenze comportamentali fra balene e delfini
I delfini, rispetto alle balene, risultano molto più sociali, socievoli e giocherelloni, ma ciò deriva anche dal fatto che le loro minori dimensioni gli permettono di formare gruppi anche più folti. Anche le balene infatti presentano una grande socialità, talmente forte che talvolta interi gruppi possono lasciarsi morire di fame, di seguito ad un incidente che ha colpito la loro comunità. Questo permette anche di spiegare il tragico fenomeno degli spiaggiamenti, che colpisce tutte le tipologie di delfini, comportamento noto in inglese come cetacean stranding.
Andando ad effettuare inoltre un confronto diretto fra il comportamento dei delfini e quello delle balene, si potrebbe notare come i primi risultano anche molto più curiosi e dediti alla violenza. Infatti, spesso sono i delfini ad importunare gli altri gruppi familiari e sono sempre loro a poter disturbare le altre specie, andando anche ad effettuare degli attacchi preventivi per allontanare le balene che, per quanto più grosse, sono in genere molto più mansuete.
Le famiglie di balene infine sono quasi sempre costituite da femmine, che vengono seguite dai loro figli e dagli adolescenti, mentre i maschi adulti solitamente sono autonomi e seguono da lontano le femmine. I delfini invece hanno gruppi molto più eterogenei, seppur in alcuni casi i giovani maschi adolescenti spesso formano dei gruppi a sé stanti. Gli scienziati credono che la formazione di tali gruppi sia una forma di alleanza sessuale, che spinge i giovani maschi ad avvicinarsi per risultare più potenti e baldanzosi rispetto ai maschi più adulti.
Per quanto riguarda invece la caccia, delfini e balene hanno atteggiamenti completamente differenti. Le balene, nutrendosi di plancton e di piccoli pesci, principalmente si avvicinano a quelle zone dell'oceano in cui c'è una risalita di nutrienti e di microrganismi, per poi aprire la bocca e ingurgitare l'intero volume dell'acqua, che verrà filtrata attraverso i fanoni e la lingua, che fa da pressa idraulica.
I delfini invece catturano le loro prede (calamari, pesci, o altri piccoli delfini nel caso delle orche) afferrandole con la bocca come fanno tanti altri animali marini. Raggiungono una velocità di crociera superiore alla velocità della loro preda, per poi sbilanciarla con la punta del muso e ghermirla con i denti. Per velocizzare il processo e aumentare il numero di prede disponibili, i delfini inoltre lavorano in gruppo e cercano di attuare delle strategie che portano le loro prede a raggiungere la superficie, in quanto vero e proprio limite per la fuga, raggrupparsi e risultare indifesi nei confronti degli attacchi a sorpresa.
Le somiglianze fra balene e delfini
Balene e delfini presentano comunque molte caratteristiche comuni. In primis, entrambi queste tipologie di animali sono in grado di effettuare l'ecolocalizzazione, tramite due sistemi però leggermente differenti. I delfini producono uno speciale olio all'interno del melone, un organo specializzato per la comunicazione che si trova sulla loro testa, mentre le balene sono in grado di produrre e percepire suoni molto intensi che possiedono però frequenze molto basse. Tali suoni permettono alle balene di individuare i grandi ammassi delle loro prede microscopiche e di effettuare la comunicazione anche se gli esemplari sono distanti diverse centinaia di chilometri.
Essendo mammiferi, balene e delfini sono costretti a partorire e ad allattare i loro piccoli in acqua, tramite degli stratagemmi che li aiutano soprattutto nei momenti delicati della nascita. Per esempio, tutti i cetacei partoriscono facendo uscire per prima la punta della coda del loro piccolo, così da non farlo annegare nei momenti culminati del parto. Inoltre, dopo essere partoriti, tutti i cetacei vengono spinti dalla loro madre verso la superficie, per effettuare il loro primo respiro.
Il latte delle balene e dei delfini risulta invece molto grasso, così che possa galleggiare nell'acqua salata ed essere "divorato" più che succhiato dal capezzolo materno. I cetacei infatti non disponendo di labbra non possono succhiare dal capezzolo come noi esseri umani e molti altri mammiferi terrestri. Per prendere il latte perciò i cuccioli devono stimolare il capezzolo della madre e aspettare che il latte fuoriesca.
A differenza inoltre di tutti gli altri mammiferi, che effettuano la respirazione polmonare, le vie respiratorie di balene e delfini non sono mai sovrapposte all'esofago, come invece accade negli animali terrestri, per l'esistenza della faringe. Questo deriva dall'evoluzione degli sfiatatoi, che spesso si trovano anche molto lontano dalla punta del capo, e dalla diversa dislocazione interna della trachea. Balene e delfini quindi non rischiano mai di soffocarsi per un boccone che va di traverso.