video suggerito
video suggerito
22 Agosto 2024
17:17

Cosa puoi (e devi) fare se vedi un cane maltrattato

Se assisti a un caso di maltrattamento è tuo dovere intervenire contattando le autorità competenti. Ecco quindi a chi rivolgersi caso per caso.

109 condivisioni
Immagine

Devi chiamare le Forze dell’Ordine ogni volta che assisti al maltrattamento di un cane, che sia vagante o di famiglia. Il maltrattamento di un animale è un reato e la legge italiana lo considera un crimine contro il quale le autorità possono intervenire anche d'ufficio.

Per questo motivo, la prima azione da intraprendere è contattare il 112, il numero unico di emergenza italiano. Il centralino indirizzerà poi la richiesta di intervento al reparto specifico, come Carabinieri, Polizia e tutti gli altri organi competenti. In alternativa, è possibile anche rivolgersi alle Guardie zoofile, volontari del territorio che operano come pubblici ufficiali collaborando con le Forze dell’Ordine. In altri casi ancora può essere utile rivolgersi direttamente all'Asl veterinaria del proprio territorio, la quale in caso di maltrattamento attiva automaticamente le Forze dell'Ordine.

L'importante è non voltare mai lo sguardo davanti a qualsiasi situazione di abuso sugli animali.

Cosa fare se vedi un cane tenuto male o maltrattato

Tutti i delitti contro gli animali sono procedibili d’ufficio. Significa che l'autorità giudiziaria, una volta acquisita la notizia di reato, può procedere a perseguire il reato senza denuncia. Se ti trovi di fronte a un caso di maltrattamento o abbandono, devi per prima cosa  acquisire le prove come foto e video, ovviamente senza mettere in pericolo la propria incolumità.

Il passo successivo è inviare il tutto alle Forze dell’Ordine e, preferibilmente, presentare una denuncia formale. Puoi sporgere denuncia presso qualsiasi organo di Polizia Giudiziaria, come Carabinieri, Polizia di Stato o Polizia locale. In pratica, tutte le autorità preposte alla tutela dell’ordine pubblico sono in grado di ricevere la segnalazione. La denuncia può anche essere presentata direttamente alla cancelleria del Procuratore della Repubblica.

Esistono situazioni in cui è possibile rivolgersi anche ad altri soggetti. Ad esempio, se noti un animale abbandonato all'interno di un appartamento o su un balcone, o se sospetti un accumulo di animali in condizioni precarie, puoi allertare i Servizi Veterinari dell’ASL territorialmente competente. Saranno poi i dipendenti di quest’ultima a monitorare la situazione e segnalare l’abbandono o il maltrattamento alle autorità competenti.

Inoltre, ci sono altri organismi specializzati nella protezione degli animali come le associazioni che possono essere contattati in caso di maltrattamento. Molte di queste hanno all'interno del loro gruppo delle Guardie zoofile, persone formate per intervenire in casi di abusi sugli animali che spesso agiscono in collaborazione con le autorità.

Quali casi rientrano nel maltrattamento di animali

I casi che rientrano nel maltrattamento di animali sono molti più di quanti si creda. Il maltrattamento infatti non si limita ai casi di violenza fisica, ma comprende anche episodi di negligenza che possono causare gravi danni, talvolta mortali, all'animale.

Ad esempio, lasciare un cane su un balcone esposto alle intemperie per lungo tempo senza dargli possibilità di riparo, non fornirgli cure veterinarie adeguate, o non dargli da mangiare sono tutte casistiche che in particolari casi rientrano nei casi di maltrattamento. Anche condizioni igieniche inadeguate o la mancanza di interazione e stimolazione possono essere considerate forme di abuso, poiché compromettono seriamente la salute fisica e psicologica dell'animale.

Lo stesso Codice penale al titolo IX bis sui “delitti contro il sentimento per gli animali” stabilisce all'art. 544 ter, relativo proprio al maltrattamento di animali, che:

Chiunque, per crudeltà o senza necessità, cagiona una lesione ad un animale ovvero lo sottopone a sevizie o a comportamenti o a fatiche o a lavori insopportabili per le sue caratteristiche etologiche e' punito con la reclusione da tre a diciotto mesi o con la multa da 5.000 a 30.000 euro.

Come comportarci invece quando vediamo un cane alla catena? Purtroppo non esiste una legge nazionale in merito e le regioni italiane vanno in ordine sparso: alcune hanno vietato questa pratica e altre no. Anche laddove è sanzionata, però, potrebbe non rientrare direttamente nella categoria del maltrattamento. Tuttavia, la segnalazione è comunque necessaria perché potrebbe essere un indicatore di altre forme di abuso o negligenza.

Chi chiamare e come fare la denuncia

Se assisti a un caso di maltrattamento, puoi contattare diversi enti per segnalare il reato e far intervenire le autorità competenti:

  • Il 112, oppure direttamente i Carabinieri o la Polizia Locale;
  • I servizi veterinari dell’ASL
  • Le Guardie zoofile

Si può fare una denuncia anonima per il maltrattamento di animali?

Le Guardie zoofile raccolgono le segnalazioni in modo anonimo, e la confermano recandosi sul posto per poi avvertire le autorità. Questo può essere particolarmente utile se hai timore di ritorsioni da parte dell’umano di riferimento dell’animale maltrattato.

Tuttavia, una denuncia firmata è sempre preferibile poiché fornisce maggiori garanzie di intervento tempestivo e di successo. In ogni caso, le autorità sono tenute a prendere in considerazione anche le denunce anonime e a condurre le indagini necessarie.

Quando interviene l'ENPA?

L'Ente Nazionale Protezione Animali (ENPA) interviene nei casi di maltrattamento segnalati da cittadini o da altre associazioni. Può agire direttamente, qualora disponga delle risorse necessarie, come ad esempio un proprio corpo di Guardie zoofile sul territorio, oppure può  collaborare con altre autorità per garantire la protezione dell'animale.

Questo ente, insieme alle altre associazioni di tutela animale, svolge un ruolo fondamentale nella sensibilizzazione e nell'intervento, fornendo anche supporto legale per le denunce di maltrattamento e partecipando attivamente alle campagne contro l’abuso degli animali.

Giornalista per formazione e attivista per indole. Lavoro da sempre nella comunicazione digitale con incursioni nel mondo della carta stampata, dove mi sono occupata regolarmente di salute ambientale e innovazione. Leggo molto, possibilmente all’aria aperta, e appena posso mi cimento in percorsi di trekking nella natura. Nella filosofia di Kodami ho ritrovato i miei valori e un approccio consapevole ma agile ai problemi del mondo.
Sfondo autopromo
Segui Kodami sui canali social
api url views