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10 Febbraio 2023
15:28

Cosa propongono per il benessere degli animali i programmi dei candidati alle elezioni regionali nel Lazio

Dove sono gli animali nei programmi dei candidati alle elezioni regionali del Lazio. Per le associazioni di tutela animale Enpa, Io Libero-Avcpp, Lav, Lndc e Oipa è necessario che «la nuova Giunta e il nuovo Consiglio lavorino per cambiare rotta scegliendo di costruire una Regione più giusta e più vicina agli animali e alle persone».

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I candidati Donatella Bianchi, Alessio D’Amato e Francesco Rocca

Le elezioni regionali che si terranno nel Lazio il 12 e 13 febbraio 2023 si preparano ad essere un momento spartiacque fondamentale per la gestione dei dossier più delicati legati alla tutela degli animali.

Al primo importante appuntamento elettorale dopo le politiche di questo autunno, che hanno sancito il trionfo della coalizione di destra, il centrosinistra ha scelto di presentarsi divisa. Da una parte ci sarà la giornalista già presidente del Wwf Donatella Bianchi, sostenuta da Movimento 5 Stelle e Sinistra Italiana, dall'altra l'assessore uscente Alessio D'Amato, per il Partito Democratico. Fratelli d'Italia, Lega e Forza Italia hanno invece scelto di compattarsi ancora una volta e convergere su Francesco Rocca, avvocato ed esperto di sanità pubblica.

Tra loro, solo Bianchi ha dedicato una parte del suo programma agli animali. Nel primo capitolo "Ambiente, transizione ecologica, rifiuti, difesa del suolo, beni comuni, tutela degli animali" si fa esplicito riferimento al complesso fenomeno del randagismo:

La disciplina regionale in materia di tutela degli animali e prevenzione del randagismo necessita di essere aggiornata e soprattutto applicata. Gli animali vengono tuttora ceduti senza il microchip e senza l’iscrizione alla relativa anagrafe, in violazione della legge.

Che la Legge quadro 281 del 1991 sia ormai un testo superato è ben noto, tanto che nel 2021 proprio il Movimento 5 Stelle si era fatto portavoce delle istanze di cambiamento con una proposta di revisione. Il testo però si è arenato nel suo iter in Parlamento.

Bianchi nel suo programma prosegue poi sottolineando le frequenti problematiche incontrate dai canili comunali. Caso emblematico è quello della Muratella, al centro di critiche e veementi proteste da parte delle associazioni.

Le strutture comunali sono sovraffollate e in situazioni igienico sanitarie inadeguate; mancano verifiche e controlli. A causa della carenza di canili e rifugi comunali è molto frequente il ricorso a convenzioni con strutture private di rifugio canile, che non sempre facilitano affidi/adozioni responsabili da parte di specifiche figure professionali. È quindi necessario che tutti i soggetti coinvolti (veterinari, ASL, Comuni, Sindaci, Regione e Associazioni) agiscano in sinergia per contrastare l’abbandono e il maltrattamento degli animali.

Gli animali domestici non sono gli unici ad essere oggetto dell'agenda programmatica di Bianchi, un paragrafo è dedicato alle "Azioni per la tutela degli animali selvatici e attività venatoria" in cui si enumerano proposte che vanno dall'implementazione dei Centri di Recupero di Animali Selvatici (Cras), fino alla modifica del calendario venatorio e all'abolizione delle pre-aperture.

Bianchi ha accolto le istanze della coalizione europea End The Cage Age per «la transizione ad allevamenti senza gabbie, coinvolgendo e sostenendo gli allevatori del Lazio in questa transizione; sensibilizzando ed educando i consumatori a comportamenti più consapevoli». Il programma della candidata di M5s e progressisti prevede anche la «riconversione sociale delle imprese e dei lavoratori nel settore circhi e spettacoli viaggianti con animali, verso attività circensi senza utilizzo di animali o in altri settori occupazionali, attraverso formazione professionale mirata».

Bianchi ha dedicato uno spazio importante ai parchi e alle arre protette. Una scelta non casuale per la giornalista che ha ricoperto la carica di presidente del Parco nazionale delle Cinque Terre.

Le Aree Protette devono rappresentare uno strumento di crescita culturale ed economica di un territorio, un’occasione unica per sollecitare un modello alternativo ai territori urbanizzati, basato sulle attività compatibili, sull’agricoltura condotta in forme sostenibili come fattore di arricchimento e di diversità biologica, sulla tipicità dei prodotti e sulle attività più tradizionali. Tali obiettivi possono essere raggiunti attraverso l’adeguata integrazione con le realtà locali, mediante l’inserimento nei circuiti economici, sociali e culturali del territorio.

Si tratta di proposte che le associazioni di tutela animale in una nota congiunta hanno, nel complesso, promosso, sottolineando che quello di Bianchi è l’unico programma «ad avere un capitolo dedicato agli animali». Enpa, Io Libero-Avcpp, Lav, Lndc e Oipa hanno però anche qui sottolineato alcune criticità accanto agli elementi positivi: «Tra i punti positivi “l’impegno per la promozione, sviluppo e sostegno di metodi alternativi alla sperimentazione su animali “ e “l’istituzione di un Osservatorio Regionale per l’identificazione degli interventi necessari da attuare, per la riconversione sociale delle imprese e dei lavoratori nel settore circhi e spettacoli viaggianti con animali, verso attività circensi senza utilizzo di animali”. Negativo invece il suo impegno per la “valorizzazione della pesca con investimenti dedicati anche alle attività a essa connesse come la pescaturismo”».

Per le associazioni congiunte, accanto alla nuova legge sul randagismo, sono improrogabili punti fermi come l'istituzione di un Garante regionale dei Diritti Animali, il supporto a famiglie con cani e gatti che vivono in contesti socialmente fragili, tutela degli animali selvatici attraverso l’adozione di piani regionali esclusivamente incruenti.

Tutti punti assenti all'interno dei programmi di sia di D'Amato che di Rocca. Il disinteresse di molti soggetti politici era già emersa nella giungla delle elezioni nazionali di questa estate, quando Partito Democratico e coalizione di Centrodestra erano caduti nella trappola della distinzione tra i domestici e i selvatici e nell'antropocentrismo.

Uno schema riproposto oggi dall'assessore uscente alla Salute nella giunta di Roberto Gualtieri. Alessio D'Amato ha infatti visto realizzarsi il protocollo d’intesa con Roma Capitale per l’uccisione dei cinghiali e non ha dato nel suo mandato alcun impulso alla tutela degli animali da parte delle Asl veterinarie. «Gli animali sono citati in negativo – spiegano ancora Enpa, Io Libero-Avcpp, Lav, Lndc e Oipa – il suo programma assicura sostegno alla filiera del latte e dice "no" alla carne sintetica che non è affatto sintetica ma coltivata e rappresenterà un alimento che potrà risparmiare la vita a centinaia di milioni di animali. Altri temi sono il contrasto della peste suina e all’influenza aviaria da attuarsi rafforzando “le misure di biosicurezza negli allevamenti, aumentando i controlli dell’applicazione delle regole di biosicurezza, formando gli allevatori e la cittadinanza con l’obiettivo prioritario di evitare gli abbattimenti di massa” degli animali allevati».

Positivamente sono invece citate nel programma di D'Amato le «azioni di tutela dell’habitat per uccelli e altri animali» e la creazione di nuove aree protette.

Silenzio assoluto invece nel programma del candidato unitario del Centrodestra, Francesco Rocca. Nel suo programma gli animali esistono come alimento, infatti è prevista «una speciale attenzione alla preservazione e alla crescita della filiera ittica». Inoltre, nei giorni scorsi si è pronunciato pubblicamente a favore dell’abbattimento dei cinghiali. Una gestione che il responsabile Fauna selvatica dell’Oipa, Alessandro Piacenza aveva fortemente criticato: «Negli anni Cinquante le Amministrazioni locali avviarono pratiche di ripopolamento a uso e consumo dei cacciatori che lamentavano la mancanza di selvaggina», spiega il  «Furono immessi cinghiali provenienti da Ungheria, Cecoslovacchia e Polonia, esemplari di grosse dimensioni e molto prolifici. Se non fossero stati introdotti allora e nei decenni successivi, non assisteremmo ora a questa sorta di caccia alle streghe. Quindi, ci stupisce quanto affermato dal candidato Rocca. Il cinghiale autoctono era meno fecondo e meno vorace di quanto lo sia oggi, e il suo impatto sull’ambiente minimo. L’avere riesumato il concetto di “ripopolamento” preoccupa e inquieta».

Si tratta però di un indirizzo approvato e prevalente anche a livello nazionale, come emerge dalle dichiarazioni del ministro dell'Agricoltura Francesco Lollobrigida, il quale recentemente aveva segnalato quanto fosse sbagliato «guardare alle specie animali con sentimento».

Mai come questa volta i diritti degli animali sono a un bivio, e per alcune specie, anche a un punto di non ritorno.

Giornalista per formazione e attivista per indole. Lavoro da sempre nella comunicazione digitale con incursioni nel mondo della carta stampata, dove mi sono occupata regolarmente di salute ambientale e innovazione. Leggo molto, possibilmente all’aria aperta, e appena posso mi cimento in percorsi di trekking nella natura. Nella filosofia di Kodami ho ritrovato i miei valori e un approccio consapevole ma agile ai problemi del mondo.
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