Cosa pensa un cane, in generale, è qualcosa che ad oggi nessuno può affermare di sapere ma non vi è più alcun dubbio sulle capacità cognitive e sulla gamma di emozioni (primarie e complesse) che ha e che prova. Riuscire a comprendere, poi, cosa pensa un cane quando lo rimproveriamo è qualcosa di non non noto a livello scientifico, cosa che servirebbe per non basarsi sul dato empirico della nostra osservazione e, soprattutto, sull'interpretazione umana delle emozioni di un soggetto che appartiene a un'altra specie. Ciò che si può supporre però, grazie appunto ad alcuni studi, è che il cane comprende quello che gli diciamo e prova emozioni che derivano dalle nostre azioni attraverso quell'osmosi emozionale che si crea tra noi e loro ma grazie anche appunto alla sua capacità di elaborare pensieri e di provare – come minimo – rabbia, disgusto, gioia e paura ovvero le emozioni primarie.
Negli ultimi vent'anni circa, però, la scienza si è finalmente interessata al "miglior amico dell'uomo" che fino alla fine del secolo scorso e in parte anche dell'attuale era l'animale meno studiato dai ricercatori. Sembra assurdo ma proprio la vicinanza che caratterizza il legame atavico tra cane e umano ha fatto sì che si dessero per scontate molte cose e che non fosse appunto un soggetto interessante da studiare con ricerche specifiche.
Per fortuna il concetto di cane è cambiato, si è compreso quanto sia uno degli animali più sorprendenti e più vicini a noi in termini anche di co evoluzione ed è proprio la scienza che oggi può aiutarci a fare delle ipotesi su cosa i cani possono pensare in base ai nostri comportamenti, tra cui appunto che effetto possa avere su di loro un nostro rimprovero.
Cosa prova il cane quando lo rimproveri
I cani provano una vasta gamma di emozioni. Uno studio italiano del 2022, condotto dalla professoressa Paola Valsecchi, ha ipotizzato anche la presenza di emozioni complesse come la gelosia, ad esempio, che necessita di una capacità cognitiva elaborata che a sua volta è stata dimostrata da un altro studio che ha attestato che i nostri compagni di vita hanno una vera e propria teoria della mente come noi umani.
Mark Bekoff, biologo e esperto di etologia canina, da molti anni studia le emozioni dei cani e durante una puntata di MeetKodami ha sottolineato proprio che: «Gli animali provano emozioni e, una volta che accetteremo questo dato di fatto, questa verità assoluta aprirà davvero la porta a studi migliori e più ampi su di loro e su di noi».
È dunque molto importante quando rimproveriamo il nostro cane per un comportamento a noi non gradito tenere presente che il nostro atteggiamento comporterà delle reazioni emotive in lui. Come ha scritto l'istruttore cinofilo David Morettini su Kodami: «Sgridarlo può compromettere la nostra relazione con lui? Il problema non sta tanto nel fatto se è possibile, quanto piuttosto nel quando e come farlo in modo opportuno. Per percorrere il crinale di questo spigoloso argomento, dobbiamo affidarci a dei parametri di adeguatezza: tempismo della comunicazione; profondità di relazione; età del cane».
Cosa proverà dunque il nostro cane quando lo rimproveriamo? Viene da concludere che dipende molto da come noi ci siamo posti nei suoi confronti ma ciò che possiamo dire con certezza scientifica è che punirlo non solo non serve a nulla ma peggiora anche proprio la percezione che ha di noi e crea profonde fratture alla relazione.
I cani capiscono i rimproveri?
Al di là dunque della comprovata esistenza di emozioni primarie come paura, disgusto, gioia e tristezza nei cani, Fido mette anche insieme i messaggi che noi gli mandiamo perché ha una grande capacità di tradurre la nostra comunicazione.
Un cane, inoltre, comprende il nostro stato d'animo e lo fa percependolo attraverso gli odori che emaniamo, dal nostro tono di voce e osservando la nostra postura. Entriamo infatti nel campo della comunicazione verbale e para verbale e proprio per quel legame che ci unisce dalla notte dei tempi a questo meraviglioso compagno di vita che nessun altro animale ci conosce così bene come un cane.
Dal punto di vista strettamente legato dunque al lato cognitivo e alla elaborazione dei pensieri è stato dimostrato che i cani riescono anche a comprendere se le nostre azioni sono intenzionali o meno. Uno studio, pubblicato su Scientific Reports nel 2021, ha messo in chiaro che è vero che quando i cani interagiscono con gli esseri umani hanno reazioni appropriate all’azione intenzionale della persona.
Inoltre, come ha scritto Luca Spennacchio, istruttore cinofilo e membro del comitato scientifico di Kodami: «A parte la grande abilità di comprendere il linguaggio para-verbale, i cani sono molto abili anche nel comprendere i significati delle singole parole. O meglio, forse sarebbe più appropriato dire che sono in grado di attribuire significati alle parole che pronunciamo. Questo è possibile grazie a diversi fattori che comprendono le facoltà cognitive del cane e la sua natura di animale sociale, ma anche qualcosa che pare essere proprio solo del cane nel regno animale: l’interesse nei nostri confronti.
Come far capire al cane che non deve fare una cosa
È stato dimostrato in uno studio del 2021 che «i cani sono più pessimisti se i loro umani di riferimento utilizzano due o più metodi di addestramento avversivi». Sì, questo è proprio il titolo della ricerca in cui i ricercatori hanno proprio messo nero su bianco la parola "pessimismo" legata a un animale diverso da noi e che si abbatte, psicologicamente, quando viene trattato in maniera coercitiva e punitiva.
«I cani vengono addestrati utilizzando una serie di metodi diversi, generalmente classificati come basati sulla ricompensa (rinforzo positivo/punizione negativa) e basati sull'avversione (punizione positiva/rinforzo negativo) – scrivono gli esperti nell'abstract – Precedenti ricerche hanno suggerito associazioni tra l’uso di tecniche positive basate sulla punizione e comportamenti indesiderati, ma c’è poca ricerca che indaga le relative conseguenze sul benessere di questi diversi approcci».
Nello studio così i ricercatori ha notato che i cani addestrati con metodi avversivi erano più lenti in tutti i compiti e i test effettuati insieme ai loro pet mate, arrivando alla conclusione che i cani addestrati utilizzando la coercizione non sono ottimisti e vivono le esperienze con malumore.
Riportando questi dati a cosa sente il cane quando lo rimproveriamo, ci sentiamo di consigliare dunque di seguire un approccio cognitivo relazionale in cui viene messo in evidenza la necessità sicuramente di saper far capire al cane cosa sia giusto o sbagliato dal nostro punto di vista, onde evitare situazioni che possano mettere a rischio lui, suoi conspecifici e per la salute umana, ma che ciò venga fatto attraverso azioni che sono dirette all'educazione di cane e umano in un percorso di rispetto e conoscenza reciproca.