Il lupo è una delle specie selvatiche più discusse e si ritrova ormai quasi quotidianamente al centro di accese polemiche. La sua popolazione è fortunatamente in rapida e costante ripresa, ma questo significa anche che gli incontri con l'uomo saranno sempre più frequenti, persino in pianura e a ridosso delle città. Allo stesso modo potrebbero quindi aumentare anche i conflitti, quelli legati soprattutto ai danni e alle perdite di capi che subiscono gli allevatori, che considerano il lupo una minaccia a prescindere.
Conoscere quindi la dieta dei lupi nelle aree particolarmente sensibili come la pianura, dove la densità antropica è alta e gli allevamenti sono numerosi, può costituire un ulteriore passo verso la comprensione di questa specie e, soprattutto, verso una più pacifica coesistenza.
Per questo motivo sono molto importanti le ricerche condotte nell'ambito del progetto LIFE WolfAlps EU sulla dieta e le abitudini del primo branco di lupi che si è insediato nella pianura piemontese, per la precisione a sud della città di Alessandria.
Il branco dell'Orba si nutre quasi esclusivamente di animali selvatici, nonostante la presenza abbondante di bestiame nella zona. Si tratta di uno dei primi studi sull'etologia e sull'ecologia del lupo in pianura, un ambiente estremamente antropizzato e frammentato. Le ricerche sono state svolte da Francesca Marras e Fabio Savini con la supervisione della prof.ssa Francesca Marucco dell'Università di Torino, che seguono in modo sistematico il branco dal 2019, fin dal suo primo insediamento in zona.
Per capire cosa mangia il branco composto dalla coppia riproduttiva e quattro figlie femmine, da gennaio ad aprile 2021 sono stati raccolti numerosi escrementi in tutta l'area di occupazione del gruppo familiare. Dalle analisi effettuate sugli escrementi è emerso che la preda preferita di questi lupi è il capriolo (58%), seguito da lepre e minilepre (lagomorfi 13%) e nutria (11%), per la prima volta documentata in Piemonte nella dieta del lupo. Il cinghiale costituisce meno del 10% della dieta, così come la pecora, unico ungulato domestico emerso dalle analisi.
Questi risultati mettono chiaramente in evidenza che la dieta del lupo, anche in un ambiente così antropizzato e influenzato dall'uomo come l’area di studio, è basata, nonostante la massiccia presenza di bestiame nella zona, quasi esclusivamente su animali selvatici (92%) e non è dipendente da risorse derivate direttamente da attività umane. Tutto ciò conferma il comportamento marcatamente selvatico ed elusivo tipico della specie che, pur vivendo a stretto contatto con l'uomo, preferisce mantenere il ruolo di superpredatore al vertice della catena alimentare anche in ambiente di pianura.
Si tratta chiaramente di un solo caso studio, ma che ci aiuterà a comprendere meglio il comportamento e l'ecologia dei lupi in città, anche in un'ottica gestionale legata alla conservazione e ai conflitti con l'uomo. La presenza del predatore a ridosso dei centri abitati e nelle vicinanze di allevamenti, non implica necessariamente un pericolo diretto per gli animali domestici da allevamento e d'affezione, e i risultati della ricerca lo dimostrano inequivocabilmente.
Le immagini da fototrappola appartengono al progetto LIFE WolfAlps EU e all'Ente di gestione delle Aree Protette del Po piemontese